Wendell & Wild: recensione del film in stop motion di Henry Selick e Jordan Peele
Una commedia horror nata dal perfetto connubio tra la creatività di Selick e l'indole politica di Peele
Henry Selick (Coraline, Nightmare Before Christmas) torna alla regia dopo 13 anni con Wendell & Wild, una pellicola d’animazione in stop motion che dimostra – ancora una volta – tutta la sua bravura in una delle tecniche d’animazioni più complesse e affascinante. Assieme a Selick, a firmare la sceneggiatura e nel ruolo di co-produttore e di doppiatore, c’è Jordan Peele, un nome che negli ultimi anni si sta facendo strada nel cinema horror d’autore.
Il risultato di questo duo è un film d’animazione che miscela l’horror e la commedia in modo insolito. La bellezza di Wendell & Wild sta nel suo riuscire a sfruttare alcuni degli stilemi più soft del genere horror e miscelarlo con un’umorismo pungente e divertente.
Il film è stato presentato al Toronto International Film Festival ed è distribuito in Italia da Netflix dal 28 ottobre.
Wendell & Wild: il bizzarro incontro tra i demoni e il mondo dei vivi
Wendell & Wild riprende l’escamotage narrativo preferito da Selick: l’incontro tra due mondi completamente opposti, in questo caso quello dei demoni e quello dei vivi.
Il primo è un inquietante parco divertimenti per le anime intrappolate in un circolo vizioso fatto di attrazioni infernali governato da Buffalo Belzer, il padrone di Wendell e Wild. I due demoni sono costretti a lavorare sulla testa del loro padrone e versare una miracolosa crema magica per capelli, mentre sognano un futuro migliore. È da qui che nasce il sogno dei due demoni: aprire un parco giochi tutto loro, fatto di giostre e divertimento invece che di sofferenza e dolore.
Un sogno che sembra diventare realtà quando riescono a farsi evocare da Kat, una giovane ragazza orfana che si è appena trasferita in una scuola cattolica per ragazze benestanti. Kat, grazie alle indicazioni di un orsetto di peluche maledetto, apre un varco per i due demoni che le promettono di far resuscitare i suoi genitori grazie all’uso della miracolosa crema per capelli. Questo è solamente l’incipit del nuovo delirante film di Selick, un film più politico rispetto ai suoi precedenti lavori che mette in luce le diverse dinamiche tra la creatività e il capitalismo.
Un film d’animazione politico, una metafora sul capitalismo che si nutre della creatività
Dopo Coraline, Selick torna a parlare di relazioni disfunzionali, del dolore della perdita e dell’amicizia in una veste però inedita in cui il tocco di Jordan Peele (che quando il progetto ha preso piede non aveva ancora firmato la regia di Get Out) è predominante. Non è un caso che i due demoni rappresentano i due autori e che Peele, oltre ad aver curato la sceneggiatura assieme a Selick ed essere il co-produttore, ha prestato la voce a Wild che gli somiglia anche nei lineamenti.
L’insolito duo funziona a meraviglia riuscendo a portare due visioni differenti di un medesimo tema; due lati della stessa medaglia che cooperano per creare un film complesso nelle tematiche affrontate, ma lineare nella messa in scena.
Da una parte c’è la creatività rappresentata dall’universo demoniaco ben più colorato e fiabesco di quello dei vivi che, al contrario, è grigio e decadente.
È questa la contrapposizione essenziale che rende Wendell & Wild un film d’animazione così diverso dagli altri riuscendo a richiamare alla memorie le precedenti opere di Selick rimanendo, però, un prodotto originale sotto ogni punto di vista.
I due demoni non agiscono come si potrebbe aspettare da personaggi che, spesso, sono incredibilmente negativi. I veri villain sono una coppia di politicanti, i Klaxon, che vogliono costruire una prigione in una città un tempo viva e che – dopo un incendio che ha coinvolto il birrificio dei genitori di Kat, centro nevralgico della vita cittadina – è rimasta completamente disabitata e desolata. L’unico edificio rimasto attivo è la scuola, gestita da un prete ingenuo che ambisce a far accordi con gli unici politici rimasti in vita. Wendell & Wild è un film che i due autori hanno in mente da tempo e non sono pochi gli elementi che lo dimostrano. In particolare il richiamo alla politica americana del 2015 (quando il progetto ha iniziato a prendere forma) concentrato principalmente nel politico Lane Klaxon il cui character design di riferimento è senza ombra di dubbio Trump.
Il film di Halloween di cui avevamo il bisogno
Politica e religione, capitalismo e creatività fanno da sfondo alla tematica portante del film che sono legate da Kat stessa.
Wendell & Wild, seppur toccando molti temi differenti tra di loro, rimane la storia di una ragazza che ha perso i suoi genitori in un incidente per il quale si sente in colpa e che deve combattere – letteralmente – contro i propri demoni. Il senso di perdita e il dolore pervadono l’intera storia che è dominata da un retrogusto macabro e da una follia tenuta in piedi da personaggi netti e ben caratterizzati. A farla da padrone c’è proprio Kat, un’eroina a tutto tondo che vuole salvare la città seguendo le orme genitoriali, ma soprattutto vuole salvare se stessa e riuscire a perdonarsi.
Wendell & Wild affronta il tema del lutto in modo inedito quanto geniale utilizzando brillantemente la tecnica del stop motion di cui, oramai, Selick è un maestro. Le animazioni fluide tanto da far quasi dubitare che sia solamente stop motion (e e invece è l’unica tecnica impiegata), un ventaglio di personaggi interessanti, intriganti e realmente inclusivi curati nel minimo dettaglio accompagnati da un’estetica psichedelica sono i punti forti del film che sanciscono un perfetto matrimonio d’amore tra Peele e Selick.
Wendell & Wild è un film riuscito in ogni suo aspetto, una storia che affronta il lutto in maniera nuova riuscendo a parlare brillantemente delle dinamiche capitalistiche che si nutrono dei sogni e della creatività altrui e sul senso dell’amicizia.