RomaFF12 – Who We Are Now: recensione
Il cinema rappresenta la realtà in Who We Are Now, il film diretto da Matthew Newton con Emma Roberts, Zachary Quinto, Julianne Nicholson.
Quando il cinema vuole raccontare la vita nascono film come Who We Are Now. Non solo i drammi, non gli eventi che necessariamente sconvolgono l’avvenire. Soltanto momenti, sprazzi quotidiani che improvvisamente con la giusta regia e con convincenti attori diventano opera, introducendo completamente lo spettatore nell’esistenza di un personaggio, osservandolo con attenzione mentre lo accompagna percorrendo la strada al suo fianco.
Beth (Julianne Nicholson) è da poco uscita da dieci anni di reclusione per omicidio colposo. La sua buona condotta le ha concesso di uscire cinque anni prima della conclusione della pena, ma ciò non basta per convincere la sorella Gabby (Jess Weixler) a condividere la custodia del suo oramai cresciuto bambino. Per Beth si prospetterà una dura lotta per tornare ad avere con sé il figlio, obiettivo a cui non è indifferente la neo avvocatessa Jess (Emma Roberts), decisa giovane leva di uno studio sulla tutela dei diritti dei più abietti. La donna dovrà dunque trovare una direzione alla propria vita, iniziando dalle piccole cose che la compongono.
Who We Are Now – La quotidianità che incontra il cinema
Who We Are Now è un film semplice. Una pellicola dal carattere essenziale, che racconta il giornaliero, non quello che l’arte cinematografica solitamente vuole rappresentare. Al pubblico viene concesso di passare del tempo con la scombinata protagonista, conoscerla nella sua ritrovata libertà, che ancora sa di oppressione quando riguarda le restrittive leggi nei confronti del proprio amato figlio. Pur dall’elemento potenzialmente molto drammatico, il film scritto e diretto da Matthew Newton imposta il proprio racconto sulla vera e propria routine di una donna che tenta di ritrovare il proprio posto nella società, cercando un lavoro, passando il tempo con le amiche di una volta, frequentando uomini conosciuti in un bar.
Stessa dinamica narrativa utilizzata dal regista e sceneggiatore con il personaggio dell’avvocatessa idealista Jess, mostrandone la giornata, i consueti litigi con una madre borghese e permalosa e il mestiere che la fa spingere oltre i suoi presunti limiti. Così Who We Are Now vive perché vivono i suoi personaggi. Si alzano al mattino, si recano al lavoro, si relazionano con le persone. Un film che segue letteralmente le protagoniste, immergendosi nel loro spazio vitale e riportandolo sul grande schermo. Una presenza del reale talmente inserita all’interno della pellicola da coglierne ogni singolo sibilo, ogni singolo rumore, riempiendo la scena con baraonde e chiacchiericci, rendendo il più incredibilmente concreta possibile l’esperienza del film. Un’opera che nella propria finzione cerca di portare con sé la chiave del genere documentaristico, corredandola però con una recitazione dal livello che riesce a mantenersi davvero molto alto.
Who We Are Now – Ottime interpretazioni per gli attori del film
Gli attori di Who We Are Now incarnano alla perfezione i personaggi entrando dentro le loro personalità fin nel profondo, non esagerando mai, non marcandole in alcun modo, solamente immedesimandosi nel loro essere, riuscendo a rimanere sempre nelle azioni e nelle risposte del delineato carattere. Davvero ottima la protagonista Julianne Nicholson e il pulito sebbene provato viso della sua Beth, il quale colpisce umanamente lo schermo legando il pubblico direttamente alla propria storia. Altrettanto brava un’inaspettata Emma Roberts, lontana dal brio dei suoi ruoli meno seriosi e con sorpresa inserita in un contesto nel quale riesce ad esprimere al meglio un’abilità rimasta per ora ancora troppo inesplorata. Anche lo statunitense Zachary Quinto nelle sue poche comparse riesce a concedere brevi, ma intensi momenti di interpretazione, vestendo i panni di un uomo esteriormente e apparentemente duro, il quale dietro la massiccia forma lascia spazio ad una dolcezza disarmante e in contrasto con il suo passato.
Seguendo quindi i ritmi dell’esistenza, Who We Are Now riesce a concludersi chiudendo il proprio spaccato senza giungere ad un vero finale, saltando la convenzione della risoluzione volta alla scoperta di un significato, ma procedendo nello stesso identico modo in cui si va avanti come si fa con la vita.