Wicked city – 1×01: recensione
Convince ma non troppo la nuova serie americana, Wicked City, che ha debuttato lo scorso 27 ottobre su gli schermi della ABC. Il network che trasmette Grey’s Anatomy ed Once Upon a time ed altre piccoli cult della moderna serialità, si cimenta in un qualcosa di molto diverso dal solito, realizzando una serie antologica dal grande respiro che, però, a quanto pare è povera di emozioni. Wicked City di cui ancora oggi non si conosce una data di trasmissione per il pubblico italiano, non ha stupito come ci si aspettava.
Ambientata in quei ruggenti anni ‘80, fra acconciature cotonate, vestiti sgargianti, musica rock ed eccessi di droga, Wicked City racconta la corsa sfrenata di un folle serial killer fra i locali più in voga a Los Angeles. Kent interpretato da Ed Westwick l’ex bad boy di Gossip Girl, è un giovane che vive tra i locali della città. Di mattina è un ragazzo come tanti, di sera è un sadico serial killer che uccide giovani donne. Cadrà molto presto nel raggio d’azione del detective Jack Roth (Jeremy Sisto), il quale cercherà in tutti i modi di assicurare alla giustizia questo machiavellico criminale. Il detective che vive una storia clandestina con una detective della Buoncostume, potrà contare sull’aiuto di una giovane e promettente giornalista che però, a quanto pare, non è del tutto indifferente al fascino del sadico serial killer.
Wicked City: un drama con poco appeal
L’appeal di Wicked City si esaurisce però subitaneamente perché, al di là della graffiante colonna sonora, della ricostruzione nei minimi dettagli degli usi e costumi dell’epoca, la serie della ABC risulta essere un modesto cop-drama usuale e di scarso spessore. Lo show è quindi appetibile solo per questa sua atmosfera patinata e che spolvera un’epoca di eccessi e di tradizioni, il resto è pura e semplice prosa televisiva. Una prosa che con il passar del minuti diventa tediosa, pleonastica e che non riesce a risollevare in nessun modo un plot che annega già da ora in un pantano di noia e prevedibilità.
Maturare quindi una serie tv del genere ed alla luce del successo di molti crime antologici, come ad esempio Secrets and Lies, fa di Wicked City però un’occasione mancata, perchè lo show della ABC nonostante tutto ha delle grande potenzialità che fino ad ora non sono state espresse; alla luce di un primo episodio non del tutto esaltante, la release finale fa intuire che la serie tv ha poche possibilità di imporsi nel panorama stagionale della tv americana. Ci sono buchi nella sceneggiatura, pressapochismi narrativi, colpi di scena telefonati e troppi fisici da cartolina, e nonostante lo show convince per una forte attenzione nei dettagli – sia strutturali che stilistici – rimane comunque un prodotto al di sotto della media. Non convince infatti il plot in se (troppo sciatto per risultare accattivante), ed il cast è decisamente fuori luogo dato che lo stesso Ed Westick, nonostante abbia fascino da vendere, non riesce a nascondere tutti i difetti della serie tv e del suo personaggio. Il resto dei protagonisti, come bello e dannato Jeremy Sisto, vivono all’ombra di una serie che vive solamente grazie al quel suo spolvero di grandi hit del passato.
Un esperimento dunque non del tutto riuscito quello di Wicked City, un esperimento che sicuramente continuerà a vivere all’ombra di serie ben più famose e dal grande spessore emotivo. La ABC colleziona dunque il suo primo vero flop di questa stagione (almeno dal punto di vista dei contenuti e delle emozioni).