Wildwitch – Il mondo selvatico: recensione del film fantasy

La recensione di Wildwitch - Il mondo selvatico, il film fantasy per la regia di Kaspar Munk in cui magia e natura sono i due mondi che sorreggono l'equilibrio universale.

Chi ha detto che le streghe devono essere sempre esseri soprannaturali, terrificanti o dominatrici della natura? Wildwitch, tratto dall’omonima serie di libri per ragazzi firmata dalla scrittrice danese Lene Kaaberbøl, e come ci suggerisce il nome stesso – strega selvatica – ci racconta di un mondo dove le streghe sono custodi della natura e della sua misteriosa energia. La storia della dodicenne Clara, una giovane strega dai poteri speciali, ci porta alla scoperta di questa visione nordica di un mondo fantastico dove la natura è il principio di tutto, nel film che porta la regia di Kaspar Munk.

Wildwitch – Il mondo selvatico: la trama del film

wildwitch-il-mondo-selvatico-filmClara (Gerda Kaas) è una ragazzina di dodici anni che trascorre una vita tranquilla come qualsiasi adolescente della sua età, in un mondo che si misura dal tragitto di casa a quello della scuola. Vive uno stato doppiamente inconsapevole, da un lato un po’ distratto, curioso ma allo stesso tempo timoroso del mondo circostante, e dall’altra parte ignara che c’è un mondo a lei sconosciuto, quello delle streghe e dei poteri della natura, che è scritto nel suo percorso ancora da scoprire e intraprendere. L’incontro con un gatto nero ma di natura umana (Albert Werner Rønhard), che le ferirà il volto, la metterà in contatto con Isa, zia e strega di cui non conosceva l’esistenza, con il suo vildven, l’animale magico che la protegge e le fa da guida nei pericoli, e con la reale storia della sua famiglia, che da sempre preserva la propria natura magica. Tutto questo però non accade per caso: il potere maligno di Bravita, strega malefica, si sta risvegliando e c’è bisogno di una giovane strega che sia pronta a destreggiarsi e difendere il mondo selvatico delle streghe.

Magia e natura: due mondi che sorreggono l’equilibrio universale in Wildwitch

Wildwitch - Il mondo selvatico, Cinematographe.itCiò che si apprezza di Wildwitch è la sua genuinità: il fantasy danese, scritto e pensato per un pubblico di ragazzi, riesce ad equilibrare dei dialoghi semplici che si sorreggono sugli archetipi della lotta tra bene e male, con momenti narrativi in cui sono i gesti e la mimica degli attori ad esprimere il senso profondo della storia in atto. Ottimi infatti sono anche i ritmi e la dinamicità della narrazione, dove non si ha mai l’impressione di assistere a scene riempitive. Accattivante e accurata è anche una fotografia scura, dalle sfumature molto delicate, tipiche di un genere fantasy dalle storie e i temi più soft.

Rispettando quello che è lo spirito del libro, ciò che viene messo fortemente in risalto nel film non è tanto il percorso di Clara, alle prese per la prima volta con le sue potenzialità di strega, ma il forte legame che coesiste tra la natura e la magia. In genere siamo abituati a storie dove streghe o maghi non cercano un dialogo costante con la natura, che appare quasi uno sfondo o quantomeno può fare da ostacolo, e si è per lo più interessati all’utilizzo della magia per soddisfare scopi personali. In Wildwitch ogni strega preserva e potenzia la propria energia per difendere la natura, dialoga con essa e la protegge, a costo anche di mettere a rischio la propria vita. Non c’è quindi un muro tra l’umano e l’ambiente, ma anzi gli umani scoprono la propria energia grazie alla natura: sta a loro scegliere se incanalarla verso la via del bene o del male. E’ per questo che a Clara spetta il compito di difendere il suo secondo mondo, quello selvatico delle streghe, dal risveglio maligno di Bravita.

Wildwitch è una storia perfetta per una sera di Halloween soft da trascorrere soprattutto in famiglia, ma senza rinunciare ad un briciolo di terrore e fantasy.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 4
Emozione - 3

3.4