Wonder Woman: la recensione del film con Gal Gadot
Wonder Woman targato DC e Warner Bros. fa un mezzo passo in avanti rispetto ai suoi predecessori, ma rimane ancora eccessivamente un'opera sghemba
Dopo le enormi critiche piovute su Batman v Superman e Suicide Squad, Warner Bros. ci riprova con Wonder Woman, interpretata dal Gal Gadot. Il film è il quarto cinecomics targato DC Comics e Warner Bros. e cerca di far luce sulle misteriose quanto leggendarie origini di Diana, la principessa delle Amazzoni.
I continui paragoni con il mondo Marvel di certo non hanno aiutato Warner e DC, le problematiche di un genere in continua evoluzione ci sono e permangono tutt’ora. Di sicuro i passi in avanti si notano eccome rispetto ai predecessori, completamente sghembi e spesso assenti dal punto di vista strutturale generale, ma la strada da percorrere è ancora incredibilmente lunga prima di arrivare a scalfire l’inattaccabile corazza anti-critico della quale si è adornata la casa di Stan Lee.
Gal Gadot è Wonder Woman nel primo film da solista femminile del mondo DC Comics
Wonder Woman vorrebbe e potrebbe rappresentare un punto di partenza e non di arrivo. Un film dal tono enfatico e trionfalistico (che novità!) dove i grandi temi generazionali come il rapporto con l’umanità di Diana e la purezza del mondo femminile, in questo caso delle Amazzoni, viene portato alla luce da una regia non eccelsa, a tratti da telefilm anni ’80 ma in grado di suscitare la curiosità del fan. Le difficoltà arrivano in maniera perentoria nella parte centrale del film, terribilmente carente di mordente e che strappa più di qualche sbadiglio.
Il tono cerca di crescere con l’incedere delle battaglie, lo slow-motion di Gal Gadot, le sue evoluzioni volanti sono efficaci ma alla lunga tendono a essere ripetitive. Va detto però che nel complesso il film risulta più o meno scorrevole, non ha grandi twist né particolari colpi di scena; la sceneggiatura, almeno in questo caso, non eccede in svarioni rimanendo lineare e pulita, forse anche troppo.
Diana Prince, meglio conosciuta come Wonder Woman, la principessa delle Amazzoni
La storia è quantomeno quella che conosciamo tutti: Diana era una principessa delle Amazzoni destinata alla guerra. Cresciuta e addestrata sull’isola di Themyscira per apparente volontà della madre Ippolita (da un lato voleva addestrare la figlia da un altro preferiva tenerla lontana dalla guerra) Diana scoprirà presto che il suo acerrimo nemico, Ares, è ancora vivo e brama una terribile vendetta. Un giorno un aereo si schianta nei pressi dell’isola e la principessa trae in salvo il Capitano Steve Trevor (interpretato da un ammirevole Chris Pine), sarà questo l’evento che segnerà la strada definitiva di Diana. Il male incombe e il mondo ha bisogno di un supereroe su cui contare. Sarà il momento di vedere in azione Wonder Woman?
Già nell’incipit quello che si nota è una fotografia dai gusti particolari. Troppo accesa e fumettistica, quasi patinata, nelle scene di luce ed eccessivamente ombrosa nelle scene di guerra (il dark e il gotico è altra cosa). Le scenografie sono particolari, soprattutto quella dell’isola delle Amazzoni che vanta panorami ben strutturati, un po’ meno la qualità degli effetti speciali, apparsi un po’ troppo macchinosi e poco sinuosi.
Wonder Woman è un mezzo passo avanti, ma ancora non basta!
Wonder Woman aka Gal Gadot fa il suo, insomma non è un ruolo che richiede particolari doti artistiche, espressività minima ma grandi doti acrobatiche e funamboliche. La regia di Patty Jenkins è palesemente afflitta dai mali che affliggono i film di Zack Snyder (qui nelle vesti di produttore): poche argomentazioni a fucili scarichi e un tono della regia sempre eccessivamente carico di pathos, come se ogni scena fosse l’ultima.
Il nuovo film targato DC e Warner Bros. fa un mezzo passo in avanti rispetto ai suoi predecessori, ma rimane ancora molta strada da fare prima di arrivare a un’ineccepibile qualità tecnica e strutturale ancora molto ma molto lontana. In fin dei conti Wonder Woman è un film ancora non sufficiente, afflitto da troppi problemi e carente dal punto di vista emotivo, il tutto suona di deja-vu e l’apparato ne risente. Il più grande errore che si possa commettere è scimmiottare il successo altrui inserendo battutine che alla lunga divengono delle vere gag, facendo scadere terribilmente il livello dei dialoghi.
Un vero peccato perché da questo film ci si aspettava quanto meno una rinascita e non un mezzo passo avanti. Wonder Woman esce al cinema il primo giugno.