8 e mezzo: un set a cielo aperto
“Ci aveva messo ad accettare che il mestiere di scrivere gli era diventato impossibile e adesso si trovava costretto a registrare come senza quel mestiere non gli fosse affatto facile tirare avanti. Così finì per capire che si trovava in una situazione nota a molti umani, ma non per questo meno dolorosa: ciò che, solo, li fa sentire vivi è qualcosa che però, lentamente è destinato ad ammazzarli. I figli per i genitori, il successo per gli artisti, le montagne troppo alte per gli alpinisti. Scrivere libri, per Jasper Gwyn. Capirlo lo fece sentire sperduto, e indifeso come solo sono i bambini, quelli intelligenti”.
Nulla di meglio di una citazione di Alessandro Baricco per riflettere sull’importanza del “successo”. Dopo giorni di cioccolato, taralli e vino. Dopo giorni di festa, da domani si torna alla solita routine. Ancora per qualche ora mi godo il sole e il mare della Puglia. Una terra dai tanti sapori ma anche dai tanti colori. Una regione divenuta, soprattutto negli ultimi anni, un set a cielo aperto. Basta pensare a quanta fortuna hanno portato Chezzo Zalone e i suoi film a Polignano a Mare, ormai meta turistica molto ambita. Non ho intenzione di tediare con i racconti della mia vacanza. Infatti, se pur la Puglia è una magnifica terra, dove c’è molto delle Isole Greche, nelle scorse settimane non si è fatto altro che parlare della Basilicata.
Coast to coast…nulla a che vedere con l’opera prima di Rocco Papaleo. Protagonista è la città di Matera, comune considerato dall’Unesco Patrimonio dell’umanità. Ad inizio marzo e per ben quattro settimane la città lucana è stata un vero set a cielo aperto. Un set americano. O meglio, hollywoodiano. Tim Bekmambetov ha girato diverse scene del suo Ben Hur, film tanto atteso soprattutto da noi italiani e che arriverà nelle sale cinematografiche Usa il 26 febbraio 2016. Sono passati più di cinquantanni dal kolossal che ha per protagonista Charlton Heston e l’Italia torna ad essere un personaggio principale. Le riprese che a Matera hanno visto impegnato l’amatissimo Morgan Freeman sono state spostate a Roma. Tutti gli interni del film sono stati costruiti negli Studi di Via Tuscolana e la famosissima corsa delle bighe sarà ricreata nel blacklot del Parco di Cinecittà World. La MGM ha deciso di produrre per intero il film nel nostro Paese, quindi occhi ben aperti perché diverse star americane si aggirano per le strade della città.
Restando concentrati sugli Stati Uniti d’America, consiglio di prestare attenzione al Tribeca Film Festival che si svolgerà dal 15 al 26 aprile. Una rassegna internazionale che coinvolge diversi film e registi indipendenti. Ideatore e direttore artistico è Robert De Niro. Un piccolo festival ma ricco di titoli e di personaggi. Completo di diverse sezioni, dedicate anche a documentari e cortometraggi. L’Italia è presente. Tre i titoli che parteciperanno e tutti molto diversi tra di loro.
Hungry Hearts di Saverio Costanzo. La pellicola, prodotta dalla Wildside e presentata in anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia lo scorso settembre, ha ricevuto la Coppa Volpi per i due attori protagonisti: Adam Driver e Alba Rohrwacher. Un film molto apprezzato da critica e pubblico. Commovente, romantico, delicato. La storia di una donna e di un uomo che si incontrano e si innamorano. Tutto fila liscio fino alla nascita del loro bambino, quando un grande senso di protezione sfocia in un inarrestabile pazzia.
Maraviglioso Boccaccio dei fratelli Taviani. I due maestri del nostro cinema hanno riunito un cast giovane e ridato vita sul grande schermo a cinque novelle del Boccaccio per raccontare una storia tanto attuale: la “peste”. Attraverso le loro stesse parole:“Raccontiamo questa storia, anzi queste storie, ispirate al Decamerone di Boccaccio, perché accettiamo la sfida di contrapporre ai colori cupi della peste, i colori trasparenti dell’amore, dell’impegno, della fantasia”.
Vergine Giurata di Laura Bispuri, tra i tre l’unico film in Concorso al Tribeca Film Festival. Presentato al Festival di Berlino, porta sul grande schermo un corpo che diventa prigione. Gabbia di un’anima debole che deve sottostare alla legge del proprio paese. Hana Doda è cresciuta sulle montagne albanesi. In quelle terre dove vige una pratica tribale: il Kanun. Una legge distorta, che promette alle donne di avere gli stessi diritti degli uomini solo dietro giuramento di restare vergini per tutta la vita e non innamorarsi mai. Una legge antica e di rinuncia. Hana si appella a questa regola per salvarsi. Diventa Mark e abbandona la sua identità. Rinuncia così a ogni forma di libertà e di amore.
Adesso basta, è il momento di uscire con gli amici. Buona Pasquetta a tutti!