Ant-Man and the Wasp: i 5 + 1 motivi per vedere il film
Ant-Man and the Wasp seguirà ancora le avventura di Scott Lang con una co-protagonista d'eccezione. Perché andare a vederlo? Vi diamo 5+1 buoni motivi.
Paul Rudd torna a vestire i panni del supereroe Ant-Man e lo fa accompagnato da una spalla d’eccezione, un personaggio conosciuto nella prima pellicola sull’eroe in miniatura, che diventa a tutti gli effetti la co-protagonista dell’attore. Evangeline Lily è infatti pronta ad indossare la tuta realizzata per lei dal padre nella finzione Michael Douglas e ad affiancare Rudd in Ant-Man and the Wasp, primo film Marvel dopo gli eventi sconvolgenti avvenuti nelle’epica pellicola Avengers: Infinity War. Un cinecomic che prende distanza dall’intensità del film dei fratelli Russo e si accinge ad affrontare nuovamente, come nel suo predecessore, il tema della famiglia con il maggior umorismo possibile.
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Diminuire e crescere a piacimento, combattere al fianco di un alleato, tornare alla simpatia di Scott Lang. Non vi basta per convincervi ad andare a vedere Ant-Man and the Wasp? Allora noi di Cinematographe.it vi diamo ben 5 +1 motivi validi per indossare la vostra tuta e correre al cinema.
Esplorando il mondo quantico
Scott Lang, l’Ant-Man interpretato da Paul Rudd, ce l’ha fatta. È entrato nel mondo quantico ed è riuscito ad uscirne vivo. Un prodigio che porterà nei personaggi di Michael Douglas e Evangeline Lily la speranza di rivedere ancora una volta la loro moglie e madre, entrando in quell’universo sconosciuto e magnifico dove il tempo e lo spazio vanno a confluire e sparire. In Ant-Man and the Wasp si viaggia dunque in un’unica direzione, diretti verso quel mondo quantico che porta luce e colore sullo schermo, giochi di forme e geometrie che cambiano continuamente. Un posto in cui è bene non sostare al lungo, ma che è un piacere visitare mentre si resta seduti sulla poltrona di un cinema.
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Janet van Dyne alias Michelle Pfeiffer
Ant-Man and the Wasp si incentra quasi totalmente su una ricerca disperata, sul desiderio di una famiglia di ritrovare un membro rimasto intrappolato proprio in quel mondo quantico da cui Scott Lang è tornato. Sarà dunque raccontando dei rapporti familiari tra Hank Pym e la figlia Hope che il film andrà costruendosi e che porta a dare finalmente un volto al personaggio di Janet van Dyne. Chi è stata scelta per interpretare la madre di Wasp? Nel ruolo di Janet troviamo l’attrice Michelle Pfeiffer, che non solo vediamo in scene in cui veste a sua volta la tuta di Wasp, ma sembra ben integrata nella sua nuova dimora quantica e, soprattutto, nelle atmosfere del cinecomic Marvel. Che rivedremo la Pfeiffer in altri lavori del franchising? Perché no.
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Non hai spazio per macchine e palazzi? Rimpiccioliscili!
È chiaro, tutto Ant-Man si concentra sulla possibilità di poter rimpicciolire e ingrandire le cose. Il primo film sul supereroe ne ha dato prova in maniera originale e con Ant-Man and the Wasp il regista Peyton Reed ha dovuto cercare di dare vita ad altri e diversificati escamotage visivi. E cosa c’è di meglio se non un set di macchine personali e…minuscole? Per averne uno basta chiedere a Hank Pym e, di certo, non dovrai più subirti il traffico nelle ore di punta. Ma il vero tocco forte del film in miniatura? Il laboratorio per poter entrare nel regno quantico.
Un tale ha detto che Michael Peña è uno dei motivi
Chi ha visto l’Ant-Man del 2015 non ha potuto che divertirsi con Luis fin dal principio. Michael Peña torna nella parte dell’amico di Scott e il film dona al suo ruolo uno spazio ancora maggiore, in cui non solo vediamo il cambiamento dell’uomo da delinquente da quartiere a futuro responsabile di un’azienda sulla sicurezza, ma contribuirà ancora una volta ad aiutare il supereroe entrando nel vivo dell’azione. E non poteva mancare la sequenza su “Un tale mi ha detto che…”, la migliore cosa che potesse essere affidata al personaggio di Luis.
Ant-Man e un monopattino tutto particolare
Ricollegandoci un attimo al punto tre, ricordiamo che non solo gli oggetti hanno la possibilità di cambiare grandezza, ma lo stesso Ant-Man mostra di avere le capacità per farlo. E se Ant-Man diventa gigante, ha bisogno di un trasporto che sia alla sua portata. Ecco quindi il nuovo rivoluzionario mezzo per gli eroi di taglia super: un camion che diventa monopattino. Una delle trovate più simpatiche del film.
Quella scena lì. Quella post-credit.
Ne hanno parlato in tanti, è una cosa risaputa. Non può certo essere uno dei motivi principali per vedere il film, ma è necessario inserirla nella lista e per questo è la nostra +1. La scena post credit, famosa nei film Marvel, conterrà un riferimento ad Avengers: Infinity War. Questo sembra già un motivo più che sufficiente per andare al cinema a vedere Ant-Man and the Wasp e mi raccomando, non sottovalutate la scena, potrebbe offrire una nuova prospettiva sul prossimo capitolo degli Avengers.