Bassifondi – 5 motivi per vedere il film di Trash Secco e dei D’Innocenzo

Perché vedere Bassifondi, in sala dal 15 giugno 2023? Vi diamo ben cinque motivi per non perdere il film diretto da Trash Secco e scritto dai fratelli D’Innocenzo.

Presentato nella sezione Freestyle della scorsa edizione della Festa del Cinema di Roma Bassifondi, diretto da Trash Secco (Francesco Pividori) su una sceneggiatura dei fratelli D’Innocenzo, arriva in sala il 15 giugno 2023 prodotto da 11 Marzo Film con Rai Cinema e distribuito da Cloud 9 Film. Il film, interpretato da Gabriele Silli e Romano Talevi, racconta la vita ai margini di due senzatetto che abitano agli argini del Tevere, al centro di Roma, vivendo di espedienti quotidiani. L’altro lato de “la grande bellezza”, quello dei bassifondi appunto, tra gli invisibili, tra i topi e le nutrie, tra la spazzatura e il lerciume.

Al netto della preferenza o meno per un certo tipo di cinema, pensiamo che Bassifondi sia uno di quei film da vedere assolutamente e a tal proposito vi diamo cinque motivi validi per andare a vederlo al cinema.

1. I due protagonisti di Bassifondi: Callisto e Romeo

Bassifondi, cinematographe.it

Callisto è sfrontato, caustico, una “maschera” che sbeffeggia la vita, un uomo di strada duro e puro, che non ha paura di niente, che non si fa problemi ad aggredire verbalmente chi non gli rivolge neanche uno sguardo quando chiede incessantemente, tra le strade del centro storico di Roma, uno “spiccetto”. È volgare, dotato di un sarcasmo feroce ma è anche capace, al momento opportuno, di grande umanità, quella che dimostra nei confronti dell’unica persona che ha al mondo, Romeo. Un bell’uomo che si è visto portare via tutto, anche l’amore dei suoi figli, un’anima sensibile che pur straziato dal dolore, dalla miseria, dall’indifferenza del mondo riesce ancora a vedere la bellezza intorno a sé: negli occhi di una ragazza, nei vicoli di Roma. Attaccato a un vecchio cellulare, aspetta invano i messaggi dei suoi bambini, si aggrappa a una flebile speranza che arriva a consumarlo. I due attori, Romano Talevi e Gabriele Silli rendono al meglio questi due caratteri, calandosi completamente nella realtà degli ultimi.

2. La sceneggiatura dei fratelli D’Innocenzo

Bassifondi, cinematographe.it

I fratelli D’Innocenzo, diventati da tempo tra i giovani autori italiani più apprezzati ma anche tra i più discussi, su un loro soggetto scritto con il regista Trash Secco e Greta Scicchitano, in Bassifondi scrivono di un’umanità ai margini con il loro tocco personale, senza filtri, senza essere mai ricattatori, ma provocando, raccontando con poetico e disturbante neorealismo la vita di chi non ha niente ma al quale non manca un cazzo.
Nei loro film ci hanno abituati a personaggi scomodi, a volte ripugnanti, come Amelio, Bruno o il professore Bernardini in Favolacce, inquietanti come Massimo in America Latina, mostrandoci nel primo caso una realtà brutale dove l’innocenza non è tutelata, nel secondo caso la scioccante parabola folle di un uomo qualunque.  Qui hanno delineato non due personaggi, ma due persone, Callisto e Romeo, due anime perse, “fantasmi” tra la gente che riescono a suscitare solo sdegno o pena, loro sono lo specchio di una società ipocrita, che si “autoassolve” facendo beneficenza, ma volta le spalle a chi è per strada.

3. La regia di Trash Secco

Bassifondi, cinematographe.it

Trash Secco segue da vicino i due bravissimi protagonisti e come in un documentario fa vivere in prima linea la solitudine dei clochard, l’indifferenza dei passanti, in una Roma stracciona, a pochi passi dalla Roma del potere, della ricchezza, “della dolce vita”. Abituati a vedere una capitale patinata nei film, quella “dipinta” dal regista in Bassifondi risulta vera, tra sporcizia e rovine, tra i turisti che affollano le strade del centro osservando le bellezze di una città antica, caotica e disgraziata, che di notte lungo il Tevere, o tra le strade deserte, incute paura, avvolta da misteri, dallo spettro di delitti irrisolti, e dalla miseria, come quella dei protagonisti. Il finale, surreale e toccante (che non vi sveliamo), regalerà uno sprazzo di bellezza alla loro parabola.

4. Bassifondi è un omaggio al cinema italiano

Sotto i ponti del lungotevere Callisto e Romeo hanno la loro “casa”, quella nella quale si rifugiano di notte. Durante il giorno vanno a mendicare per il centro di Roma, nella speranza di racimolare la colazione o una mezza pizza a pranzo, ma anche qualche birra. Due personaggi “sbilenchi”, che vivono la strada, e che richiamano alla memoria i protagonisti di un certo cinema autoriale italiano che ha segnato la nostra filmografia: come Accattone di Pierpaolo Pasolini, Brutti, sporchi e cattivi di Ettore Scola o Amore tossico di Claudio Caligari. Ma nelle influenze del regista c’è anche il cinema underground romano come L’imperatore di Roma di Nico D’Alessandria del 1987. Anche Bassifondi è un bellissimo affresco degli “ultimi”, un film pungente e delicato nello stesso tempo, che ha il sapore della commedia amara che ha ispirato e formato generazioni di registi.

5. Bassifondi: il significato profondo del film

Bassifondi porta a guardarci dentro, a interrogare la nostra coscienza. È difficile ammettere, guardando le vicende di Callisto e Romeo, che le persone sullo sfondo, quelle che li ignorano, spesso siamo noi, quando voltiamo lo sguardo dall’altra parte, quando seduti al tavolino di un bar fingiamo di non sentire chi ci chiede l’elemosina o tenta di venderci una rosa, troppo assorbiti dai nostri futili problemi, o semplicemente indifferenti. In un’ora e mezza si prova disagio, e non perché i protagonisti hanno atteggiamenti sgradevoli, in particolare Callisto, o perché vivono tra la sporcizia e i topi sotto i ponti del Tevere, ma perché proviamo affetto per loro ma nella realtà quelle persone le ignoriamo. Un film, quindi, che nel suo piccolo si pone l’obiettivo di sensibilizzare su un argomento trascurato, che ci dice che basta scambiare semplicemente uno sguardo verso gli ultimi, un contatto umano, non per cambiargli la vita ma per trattarli da persone come noi, per rompere quella “bolla” di indifferenza in cui sono immersi e dare loro dignità.