C’era una volta il West: la colonna sonora epica e raffinata di Ennio Morricone
Per decidere se partecipare o meno al film C’era una Volta il West, Henry Fonda chiese un consiglio all’amico Eli Wallach, il quale aveva da poco interpretato la parte di Tuco ne Il buono, il brutto, il cattivo di Sergio Leone. Wallach consigliò a Fonda di non perdere l’occasione di interpretare un ruolo nel film diretto dal regista romano, perché sarebbe stata un esperienza indimenticabile.
Dopo aver completato la “Trilogia del dollaro”, Sergio Leone aveva cominciato a lavorare su C’era una volta in America. A causa dell’enorme successo ottenuto da Per un pugno di dollari, Per qualche dollaro in più e Il buono, il brutto, il cattivo, il regista voleva produrre il film successivo in America, ma gli studios decisero che avrebbero finanziato Once Upon a Time in America solo dopo aver visto un altro western con il suo nome alla fine dei titoli di testa.
Leone decise così di creare un’altra trilogia che inizia proprio con C’era una volta il West (trailer, trama e cast), si sviluppa in Giù La testa e termina con C’era una volta in America, tre film ambientati nei momenti storici che hanno contribuito a temprare l’animo di una nazione.
Ennio Morricone torna a collaborare con Sergio Leone per la realizzazione della colonna sonora di C’era una volta il West
Dopo aver creato le musiche dei primi tre spaghetti western di Leone, in cui il protagonista è un giovane Clint Eastwood, Ennio Morricone torna a collaborare col regista per la colonna sonora di C’era una volta il West, il cui soggetto è stato scritto anche da Dario Argento e Bernardo Bertolucci. ll compositore e direttore d’orchestra, vincitore di un Oscar per la migliore colonna sonora nel 2016 con The Hateful Eight, reinventa ancora uno volta l’utilizzo delle musiche in un film, proprio come Leone aveva riscritto il genere americano per eccellenza, all’epoca in lento declino.
Il sodalizio tra i due artisti è stato uno dei più importanti e influenti di tutta la storia del cinema e anche C’era una volta il West, come i precedenti film nati dalla loro collaborazione, dimostra che la commistione di immagini e suoni rappresenta un potente strumento di comunicazione e di veicolazione di significati che non funzionerebbe affatto se i due linguaggi venissero separati.
Per la colonna sonora di C’era una volta il West Morricone racchiude il respiro meditativo ed epico di Leone in una cornice fatta di lunghe e ossessive composizioni a cui si aggiungono frammenti opportunamente riconfigurati di melodie vecchio stile, senza dimenticare l’utilizzo di uno strumento musicale totalmente anacronistico.
La traccia L’uomo dell’armonica contiene infatti non solo gli interventi distorti e sgradevoli dello strumento a fiato utilizzato dal misterioso pistolero “Armonica”, ma anche i riff aggressivi di una chitarra elettrica altamente straniante, a cui si aggiunge un coro in lontananza che funge da elemento catartico. Il leitmotiv suonato ripetutamente dall’attore Charles Bronson consiste in un motivo di sette note dal tono minaccioso che preannuncia l’apparizione dell’eroe “fantasma”.
È stato Sergio Leone a insistere affinché lo strumento a fiato venisse suonato in maniera intimidatoria, seguendo l’esempio dei musicisti blues.
La reiterazione della melodia ha lo scopo di evidenziare l’ossessione di Armonica per Frank, il villain di C’era una volta il West. Le crudeli sonorità rock dello strumento a corda associate alla figura del personaggio interpretato da Henry Fonda si contrappongono al tema angosciante dell’eroe guidato dal desiderio di rivalsa sull’antagonista.
Per il tema principale del film Morricone sceglie invece le note raffinate del clavicembalo, il cui scopo è quello di introdurre i vocalizzi dal timbro sensuale di Edda dell’Orso.
L’ elegante fraseggio della cantante si sovrappone all’apparizione sullo schermo di Jill, il personaggio femminile interpretato da Claudia Cardinale. La voce senza parole della soprano conferisce alla traccia C’era una volta il West un tono epico che non può non rievocare le distese infinite dell’Ovest, sebbene il paesaggio americano dipinto da Leone sia alquanto caustico e ostile, pieno di figure glaciali e malvagie.
La colonna sonora di C’era una volta il West si differenzia da quelle composte per la trilogia del dollaro per la mancanza di cori borbottanti, spari e schiocchi di fruste che dettano il ritmo.
L’unica traccia della soundtrack che ricorda apparentemente le melodie caotiche e stravaganti che hanno sancito il successo della Trilogia del dollaro è Addio a Cheyenne. Qui Morricone combina ingegnosamente un fischio dal tono scherzoso con il ritmo meccanico e ripetitivo degli zoccoli di un cavallo, sonorità già presente in Cheyenne assieme alle note di un banjo che introducono l’omonimo personaggio, un vagabondo dall’aura “romantica”.
In Come una sentenza torna la chitarra elettrica con dei riff ancor più angoscianti, dall’eco quasi “affilato”, un movimento che si alterna energicamente al lamento funebre e tragico di una tromba, preannunciando la resa dei conti finale. Ma la surreale decadenza del mito del cowboy viene già suggerita dal brano L’attentato, una composizione sconnessa e incoerente composta da frammenti perfettamente dissonanti. La Posada n.1 e La Posada n.2 sono invece brevi contrappunti stridenti che riprendono Addio a Cheyenne, mentre L’orchestraccia è una perturbante melodia carnevalesca dal ritmo estremamente blando.
La colonna sonora di C’era una volta il West rientra tra quelle più importanti composte per il grande schermo, ma la memorabile sequenza iniziale priva di musiche rappresenta probabilmente l’apice creativo del lungo sodalizio tra Sergio Leone ed Ennio Morricone. L’intento del regista riguardo la sequenza dei titoli di testa era infatti quella di creare una “colonna sonora” utilizzando un insieme di suoni e rumori naturali. Il cigolio di un mulino a vento, il ticchettio di un telegrafo, il gocciolio dell’acqua e il ronzio di una mosca sono i dettagli, che amplificati, dilatano il tempo dell’attesa prima dell’intenso climax.