Il cinema italiano vola verso Tokyo
Il cinema italiano vola in oriente a Tokyo, dove da sedici anni si tiene un festival dedicato alla cinematografia tricolore. Il Festival del cinema italiano a Tokyo si svolgerà dal 29 aprile all’8 maggio 2016 presso la prestigiosa Asahi Hall di Ginza e durante la famosa Golden Week, ovvero il periodo dell’anno in cui in tutto il Giappone si svolgono eventi speciali. Il Festival del cinema italiano a Tokyo è organizzato da Istituto Luce – Cinecittà in collaborazione con l’Asahi Shimbun, colosso editoriale giapponese e secondo quotidiano del paese, l’Ambasciata Italiana e l’Istituto Italiano di Cultura di Tokyo. Nel corso degli anni questa manifestazione cinematografica è diventata punto di riferimento per la produzione e distribuzione italiana.
I successi italiani dell’ultimo anno alla conquista del Giappone
Al Festival del cinema italiano a Tokyo saranno presenti i migliori successi del 2015 e anche diverse opere prime, tra questi: Maraviglioso Boccaccio di Paolo Taviani e Vittorio Taviani, Mediterranea di Jonas Carpignano, Noi e la Giulia di Edoardo Leo, Per amor vostro di Giuseppe Gaudino, Quo vado? di Gennaro Nunziante, Suburra di Stefano Sollima e Vergine giurata di Laura Bispuri. I titoli che lasceranno che conquisteranno Tokyo sono:
L’attesa di Piero Messina. Opera prima di un giovane conosciuto per essere stato assistente alla regia di Paolo Sorrentino. Un film convincente e ottimo in ogni sua sfaccettatura, non lontano dal cinema del “maestro” ma con uno stile proprio e una storia che rivendica la sua sicilianità. Ispirato da La vita che ti diedi di Pirandello, ha per protagonista l’attrice francese Juliette Binoche e ha riscosso molta attenzione alla 72esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.
Bella e perduta di Pietro Marcello. Una fiaba divisa tra documentario e finzione. Il regista sceglie una vicenda particolare per raccontare le differenze e le difficoltà che separano oggi l’Italia dagli italiani. Per raccontare il Paese sceglie la natia terra dei fuochi in cui mafia, ignoranza e disprezzo fanno da padrone, disorientando le bellezze del presente e le nuove generazioni.
Chiamatemi Francesco – il papa della gente di Daniele Luchetti. Il regista e il suo produttore, Pietro Valsecchi, hanno raccontato la storia di Bergoglio prima che diventasse Papa. Senza consultare ne lui ne le istituzioni ecclesiastiche, si sono spinti alla ricerca di testimonianze per ricostruire la vita di un uomo e di un sacerdote, prima di tutto, arrivato da lontano. Il film, inevitabilmente acquistato in tantissimi paesi di tutto il mondo, non ha però riscosso in sala il successo atteso e aspettato.
Io e lei di Maria Sole Tognazzi. Una storia d’amore tra due donne, Margherita Buy e Sabrina Ferilli. Un amore forse stanco e in difficoltà, in cui nessuna scena fa scandalo – come in molti credevano. Due donne che a letto a volte sono complici e altre no, leggono libri e sorridono ma non fanno l’amore. Un film che arriva dopo il successo di Viaggio sola e che conferma la grande sensibilità della regista verso la narrazione e i suoi attori.
Lo chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti. Il successo del momento, in sala da quasi un mese. Una storia, un film che in Giappone non passerà inosservato. Una favola che incontra il manga e si scontra con l’action movie. Neanche gli spettatori orientali sapranno resistere al fascino di un eroe di borgata e uno zingaro che canta “non sono una signora”.
Il Festival del cinema italiano a Tokyo nelle passate edizioni ha visto la partecipazione di circa 100 talents italiani, 30 titoli acquistati nel paese delle geishe e una media di spettatori annua di 14.000 presenze.