5 è il numero perfetto dove è stato girato? Le location del film con Toni Servillo

Scopriamo insieme le location di 5 è il numero perfetto, il film con Toni Servillo protagonista che ci porta dalle vie di Napoli a una delle spiagge più incantevoli della Sardegna.

Il fumettista Igort (pseudonimo di Igor Tuveri) si cimenta alla regia di un noir tratto dalla sua omonima graphic novel, 5 è il numero perfetto, presentato nel 2019 alla Mostra d’arte cinematografica di Venezia e uscito nell’agosto dello stesso anno con Rai Cinema 01 Distribution. Un film cadenzato dall’accento napoletano di Toni Servillo, immerso nella sua città d’origine e quasi perennemente avvolto da una nube di mistero. Fumi, nebbia e oscurità tratteggiano la silhouette di una Napoli fumettistica e a tratti deserta in cui personaggi fisicamente stereotipati si stagliano sui ciottoli deformati dai passanti, una Napoli notturna, silenziosa quanto basta a innescare quel profondo senso di solitudine e inquietudine. Una città immensa, ma che in 5 è il numero perfetto sembra ridursi a una manciata di strade, viottoli e palazzi.

La fotografia di Nicolaj Brüel ne coglie le sfumature più malinconiche, accelerando nello spettatore la volontà di scoprire dove sono realmente allocate quelle location in cui Peppino Lo Cicero (Toni Servillo), ex sicario in pensione, si agita per cercare di vendicare la morte del figlio Nino (Lorenzo Lancellotti), anch’egli camorrista alle dipendenze di don Guarino (Mimmo Borrelli), coinvolgendo nella sua missione il vecchio complice Totò o’ Macellaio (interpretato da Carlo Buccirosso) e l’amante di una vita, Rita (Valeria Golino).

5 è il numero perfetto: le location in cui è stato girato il film di Igort, tra vie, chiese e palazzi di Napoli

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È giunto però adesso il momento di scoprire quali sono le location usate per girare 5 è il numero perfetto e non possiamo non partire dai primi minuti del film, quelli in cui il protagonista passeggia tra le strade buie della città e no, non serve domandarci dove siamo, perché il suo accento così marcato, radicato nella lingua e nella testa, ci fa sospettare che non può trovarsi in un posto differente da Napoli. Una teoria che il suo racconto conferma nel momento in cui confida allo spettatore di quella volta in cui una prostituta tunisina gli aveva predetto un destino da viaggiatore leggendogli la mano; eppure dopo quarant’anni si trovava ancora a Napoli, nella sua città, non si era mai mosso, “strano destino per un viaggiatore”.
Nell’incipit del film Toni Servillo intraprende Vico Bernardo Celentano e noi lo vediamo perlopiù di spalle e in lontananza, come se volessimo spiarlo, per poi scendere i gradini che portano verso Via Antonio Villari e seguirlo, nella scena successiva, durante il suo arrivo a casa. Quest’ultima dovrebbe trovarsi, da quanto ne sappiamo, a Pozzuoli (NA), in via Lago D’Averno.

Ma sono tante le vie e gli scorci che sicuramente chi vive nella città partenopea conosce a menadito, come via Salvatore Trinchese, dove Nino trova la morte per mano di Mr Ics (Vincenzo Nemolato), sita poco distante dalla storica Porta Nolana (che anticamente portava verso Nola) e dalla famosa Piazza del Mercato, nel cuore del quartiere Pendino. Nei paraggi è possibile vedere la Basilica del Carmine Maggiore, in cui il barocco napoletano trova una delle sue espressioni migliori. All’interno delle sue mura Peppino Lo Cicero si ritira per qualche minuto al fine di rivolgere una singolare preghiera alla Vergine e lo fa dinnanzi alla bellissima e simbolica immagine di quella che da sempre i napoletani chiamano “Mamma d’o Carmene”, a sottolineare lo stretto legame con la Madonna Bruna. La suddetta icona, che ricorda i modelli bizantini e che in 5 è il numero perfetto appare alla luce delle candele, sembra essere un’opera della scuola toscana, risalente al XIII secolo, anche se la leggenda vuole che essa fu portata da alcuni monaci dalla Palestina, durante la fuga dalla persecuzione saracena.

Il cinema Corallo e il Palazzo Sanfelice tra le location di 5 è il numero perfetto

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Palazzo Sanfelice, NapoliTra le location del film di Igort non manca, in pieno stile noir, un’oscura sala cinematografica in cui Peppino si reca per mettersi in contatto con Totò. Si tratta del Multisala delle Palme, sito in Vico Vetriera: un’elegante struttura all’ingresso della quale si erge un lampadario ottocentesco e che attualmente viene usata anche come teatro (pare abbia la sala più grande dopo Teatro San Carlo). Ma tra le strutture più caratteristiche che ci è concesso di vedere nel film rientra senza dubbio Palazzo Sanfelice, ubicato nel Rione Sanità. La scala ad ali di falco – in uso nella città partenopea in molti palazzi nobiliari settecenteschi – consente, grazie alle aperture sulle scale, di giocare con luci e ombre, in un quadro in perenne movimento che all’interno della pellicola colora con dinamicità la scena, frastagliando gli occhi dello spettatore con arte e colpi di pistola.
Proprio nel palazzo progettato tra il 1724 e il 1728 dall’architetto Ferdinando Sanfelice, infatti, avviene una delle prime sparatorie di 5 è il numero perfetto: in questo edificio costellato di stucchi e stemmi, al quale si accede tramite due scenografici cortili, risiede il boss don Guarino, che Peppino uccide a sangue freddo, ritenendolo il primo responsabile della morte del figlio.

Le scene, seppur fugaci e ricche d’azione, ci consentono di carpire la notevole bellezza del palazzo, dai portali gemelli in piperno e marmo, agli archi, fino agli affreschi o al singolare corrimano della scalinata.

Dove si trova il terrazzo con la pubblicità della Campari in cui avviene lo scambio dei prigionieri?

Più moderno ma comunque d’impatto è il terrazzo sul quale campeggia la scritta della Campari e dove Peppino si fa consegnare da Don Lava il ragazzo che ha ucciso suo figlio, restituendogli in cambio il nipote. Da qui la vista è straordinaria anche per dei cecchini, come ci mostra bene il film, ma è ancor più meravigliosa la vista che si ha della città. Tocco poetico in questa carneficina è senza dubbio concesso, da quanto possiamo intuire, dalla sede ospitante l’Università degli Studi di Napoli Federico II, in Via Forno Vecchio.

Tra le altre location partenopee accreditate vanno menzionate via Sopramuro, via Carlo di Tocco, via del Macello, via Cesare Carmignano, via Gradini Forcella e Via San Giovanni Maggiore Pignatelli (dove sembra esserci il palazzo in cui Ciro, il personaggio di Emanuele Valenti, fa il portiere e dove Peppino va per assoldarlo).

Insomma, la Napoli che si vede in 5 è il numero perfetto si spoglia del romanticismo e dei luoghi presi solitamente d’assalto dai turisti per condurci in un habitat visionario, fatto di strade di tutti i giorni, vie apparentemente senza arte né parte, ma che, se percorse, forse esalano i respiri di una città visionaria, astratta, pregna di sé nonostante tutto.

5 è il numero perfetto: la spiaggia da sogno in cui Toni Servillo e Valeria Golino si ritirano per una vita tranquilla

 

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Il racconto di Igort, poi, ci porta fuori dai confini campani ed esattamente in Sardegna. Nella parte finale di 5 è il numero perfetto vediamo Toni Servillo immerso in una location completamente differente da quella in cui lo abbiamo visto durante tutta la durata della pellicola, debitamente indicata dalla scritta “Parador Meridionale”, che corrisponde alla fermata in cui Peppino Lo Cicero prende la corriera per raggiungere sia il barbiere Michele (Marcello Romolo) che Rita.

Le strade polverose, l’aria calda e l’atmosfera rilassata dirottano la mente verso location esotiche, ma che in fondo non sono poi così irraggiungibili. Ci troviamo infatti nella Penisola del Sinis, incastonata fra la baia di Is Arenas a nord e il Golfo di Oristano a sud.
La scena in cui il personaggio di Servillo si accomoda dal barbiere in una sala piuttosto insolita è stata girata esattamente a San Salvatore di Sinis, una borgata medievale – frazione del comune di Cabras, in provincia di Oristano – che sembra essere uscita da un film western (tuttavia, qui ne sono stati girati molti intorno agli anni ’70) e che deve il suo nome alla chiesetta ivi presente, nella quale si conserva ancora oggi un antico santuario di origine nuragica in cui si concentra una miscellanea di culti, testimonianza della storia che ha attraversato questo popolo.

La via esatta in cui vediamo Peppino è via S’Arruga de Su Devotu, mentre la spiaggia è quella di Is Arutas, la più celebre della penisola, nota anche come “spiaggia dei chicchi di riso” per via della consistenza della spiaggia: un’infinità di granelli di quarzo che sfumano la superficie di colori pastello (dal bianco al rosa, al verde), incessante e atavico lavoro di madre natura, che ha iniziato a comporre il suo singolare mosaico circa 600 milioni di anni fa, disgregando e modellando le rocce costiere.

Un luogo da favola in cui i personaggi del film, nonostante tutte le sventure che la vita gli ha riservato, possono davvero godersi la vecchiaia e in cui le meraviglie non si esauriscono unicamente in questa spiaggia bianca dall’acqua cristallina. Sempre nel Sinis, infatti, si trovano, oltre all’isola di Mal di Ventre, le spiagge gemelle di Mari Ermi (a nord) e Maimoni (a sud), le falesie calcaree de su Tingiosu, il villaggio nuragico di Tharros e il Civico museo archeologico di Cabras, all’interno del quale sono custodite anche le statue di pietra dei Giganti di Mont’e Prama, simbolo dell’Isola.

 

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