Boccaccio ’70: le location del film con Romy Schneider e Sophia Loren
I luoghi dove è stato girato Boccaccio '70, film ad episodi diretto da Mario Monicelli, Federico Fellini, Luchino Visconti e Vittorio De Sica.
Quattro film in uno: Boccaccio ’70, diretto nel 1962 da quattro maestri del cinema come Mario Monicelli, Federico Fellini, Luchino Visconti e Vittorio De Sica, è strutturato come un “dramma” in quattro atti. Quattro episodi, dal sapore boccacciano, incentrati sulla relazione sottile tra maschio e femmina nell’Italia del boom economico. Tra gli interpreti dei quattro mediometraggi Peppino De Filippo, Anita Ekberg, Romy Schneider, Sophia Loren, Romolo Valli e Tomàs Miliàn.
Boccaccio ’70: i quattro mediometraggi, i personaggi, le location
Il primo atto: Renzo e Luciana, ovvero le idiosincrasie di due operai in una Milano grigia e industriale.
Renzo e Luciana, diretto da Mario Monicelli e sceneggiato da Suso Cecchi D’Amico e Italo Calvino (dal cui racconto, L’avventura di due sposi del 1958, inserito nella raccolta Gli amori difficili, è tratto l’episodio), è interpretato dalla starlette di Playmen dell’epoca Marisa Solinas e da Germano Gilioli. Solinas è Luciana, una giovane lavoratrice che s’innamora di Renzo/Gilioli, suo collega di lavoro nella fabbrica di biscotti di Milano dove entrambi prestano servizio. I piccioncini si sposano, mettono su un nido d’amore caldo ed accogliente in cui allargare la famigliola, ma non riescono a trovare il tempo materiale per stare insieme a causa dei proibitivi turni di lavoro. La fabbrica dove lavorano i due protagonisti dovrebbe essere ubicata a Milano come logica vorrebbe, in realtà gli esterni sono stati girati nel noto quartiere romano Eur. Più precisamente si tratta dell’ex Ministero delle Finanze, come è possibile notare nell’immagine sottostante.
Altre sequenze, invece, sono ambientate a Milano: è possibile notare il Centro Balneare Scarioni in via Valfurva, dove Luciana affronta le avances del suo collega di lavoro (i protagonisti hanno nomi di battesimo manzoniani, probabilmente per sottolineare le difficoltà del loro matrimonio).
In un’altra sequenza della pellicola, quella della corsa in automobile, è invece visibile il basamento della Torre Galfa con il Pirellone sullo sfondo.
Infine, in un’altra sequenza di questo primo episodio d’ambientazione milanese, è possibile notare l’Ostello della Gioventù di Mario Righini in via Salmoiraghi, sempre a Milano.
Il secondo atto: Le tentazioni del dottor Antonio, ovvero i sogni mostruosamente proibiti di un puritano intransigente.
Le tentazioni del dottor Antonio, diretto e sceneggiato da Federico Fellini con la collaborazione di Ennio Flaiano e Tullio Pinelli, si avvale di un cast d’eccezione: Peppino De Filippo, celebre attore, commediografo e cantante di scuola napoletana, e la giunonica e biondissima attrice svedese Anita Ekberg, che tutti ricordiamo (sensualissima e di nero vestita) nella famosa scena della fontana di Trevi ne La dolce vita di Fellini al fianco di uno straordinario Marcello Mastroianni. De Filippo è Antonio Mazzuolo, custode della pubblica decenza, ossessinato da un gigantesco cartellone pubblicitario in cui è raffigurata una donna (la Ekberg appunto) bellissima e scollatissima con un bicchiere di latte in mano. Mazzuolo, sessualmente attratto dalla modella della pubblicità, vive una serie di allucinazioni che lo conducono alla follia. L’ambientazione dell’episodio, stavolta, è completamente romana.
Il monumentale Palazzo della Civiltà italiana, ubicato nel quartiere Eur, fa da sfondo alla sequenza in cui la modella della pubblicità del latte si materializza in formato gigante nei sogni mostruosamente proibiti del protagonista.
In un’altra sequenza del secondo episodio è visibile, in tutto il suo splendore, la Basilica dei SS. Pietro e Paolo, ubicata in viale Europa, sempre nel quartiere Eur. Il noto complesso urbanistico e architettonico romano diventa così location prediletta per l’ambientazione del mediometraggio felliniano: non solo semplice sfondo geografico in cui si consumano le vicende dei personaggi, ma piuttosto un luogo dell’anima, dove Mazzuolo può sognare ad occhi aperti e in qualche modo esorcizzare le sue ossessioni.
L’Eur e i suoi monumenti: in un’altra sequenza della pellicola, s’intravede sullo sfondo il Palazzo dei Ricevimenti e dei Congressi di Adalberto Libera, progettato nel 1938 in previsione dell’Esposizione Universale di Roma del 1942, mai realizzatasi a causa dello scoppio della guerra.
Infine, una sequenza molto interessante, tipicamente felliniana, è quella che mostra un campo lungo dell’intero quadrante romano, con i cardinali vestiti di rosso in processione in primo piano e le educande abbigliate con cappellini e gonnelline gialle in secondo piano. Le tentazioni del dottor Antonio è senza ombra di dubbio l’episodio più visonario, poetico ed onirico della pellicola.
Il terzo atto: Il lavoro ovvero le prestazioni sessuali di un impenitente sottaniere.
Il lavoro, diretto e sceneggiato da Luchino Visconti con la collaborazione di Suso Cecchi D’Amico, è tratto dalla novella Au bord du lit (Sul bordo del letto) di Guy De Maupassant ed è interpretato dalla bellissima e bravissima Romy Schneider, attrice austriaca naturalizzata francese, e dall’eroe dei poliziotteschi Tomàs Miliàn, cubano naturalizzato italiano. Visconti aveva già diretto Romy nella versione teatrale di Peccato che sia una sgualdrina, dove vestiva i panni di Annabella e la dirigerà poi in Ludwig nel 1973 dove sarà una Elisabetta di Baviera molto diversa dalla Sissi di Marischka. In questo terzo atto, Miliàn presta il volto al conte Ottavio, un nobiluomo dedito al vizio, coinvolto in uno scandalo di squillo di lusso. Romy è Pupe, la moglie di Ottavio, una “bestiolina di lusso come i suoi gatti”, prigioniera della gabbia dorata in cui vive, del suo amore per Ottavio e della sua solitudine. Per vendicarsi del marito adultero, Pupe comincia ad esigere un pagamento di 400mila lire ogni qual volta il marito desidera fare l’amore. Il lavoro è soprattutto un’opera d’interni, interamente ricostruiti nei teatri di posa di Cinecittà.
Lo scenografo Mario Garbuglia ricostruisce in maniera dettagliata la gabbia dorata di Pupe: se in un primo momento il gioco con Ottavio le appare piacevole e divertente, alla fine la donna considera le sue prestazioni come una vera e propria prostituzione coniugale.
Il quarto atto: La riffa ovvero le avventure amorose di una calorosa popolana.
La riffa, diretto da Vittorio De Sica e sceneggiato da Cesare Zavattini, è interpretato da Sophia Loren, nei panni della maggiorata Zoe, Luigi Giuliani e Annarosa Garatti. L’ambientazione stavolta non è né romana né milanese: il quarto atto di Boccaccio ’70, ideale conclusione di un film imperniato sulla sessualità, è interamente girato in quel di Ravenna, e precisamente a Lugo. Facciamo, però, qualche passo indietro e parliamo della storia al centro dell’episodio in questione: Zoe è “una donna da inventare se non esistesse, desiderata e sognata da tutti dalla domenica al venerdì, ma raggiunta solo da pochi il sabato pomeriggio”. Prorompente e di rosso vestita, Zoe si offre come premio in una lotteria clandestina per incrementare i miseri guadagni. In un colorato baraccone di tiro a segno, si consuma il via vai di “gentiluomini” alla ricerca di una notte d’amore con la bella Zoe: solo uno, però, potrà aggiudicarsi la vittoria e staremo a vedere cosa deciderà di fare la nostra popolana.
In molte sequenze della pellicola è possibile notare luoghi suggestivi e storici di Lugo, come ad esempio piazza Garibaldi 3, dove fu girata la sequenza in cui alcuni personaggi seguono le estrazioni del lotto alla Tv all’interno della scomparsa Trattoria del Castello. E poi ancora largo Relencini e piazza Primo Maggio con la celebre Rocca di Lugo.
Altri scorci caratteristici di Lugo che compaiono nel quarto atto sono via Risorgimento (nella sequenza in cui la roulotte di Zoe è guidata fuori dal paese) e viale della Libertà (dove si svolge la sequenza con i coristi sul palcoscenico).
Infine, un luogo spacciato per Lugo, ma che Lugo non è: la sequenza della processione religiosa in cui i compaesani informano Cuspit di essere il vincitore della riffa non è stata girata a Lugo bensì nel vicino paese di Bagnacavallo (Ra) e precisamente in via Luigi Carlo Farini. Piccoli grandi trucchi della fabbrica dei sogni.