Curon: le suggestive location della nuova serie italiana di Netflix

Le location di Curon, un viaggio tra i paesaggi dell'Alto Adige, tra scenari da sogno, cucina e tradizioni! 

Dopo mesi di attesa è finalmente arrivata su Netflix la serie horror Curon, un titolo tutto italiano ben deciso a conquistare la piattaforma. Dopo i risultati non troppo felici di Luna Nera – anch’essa una produzione nostrana in chiave fantasy – Curon ha conquistato pareri discordanti, ma è riuscito comunque ad attirare su di sé una certa attenzione. Gran parte del fascino della serie, oltre a una trama fitta di misteri e di minacce oscure, è rappresentato dalle location, i paesaggi mozzafiato dell’Alto Adige. Tra tradizioni vecchie di secoli, piatti tipici tutti da gustare e un forte spirito d’appartenenza, Curon è un paese tutto da scoprire. Ecco le location in cui è stata girata la serie diretta da Fabio Mollo e Lyda Patitucci, disponibile su Netflix dal 10 giugno 2020!

Le location di Curon: paesaggi tutt’altro che cupi, resi celebri dal lago e dal campanile sommerso

Location Curon - Cinematographe.it

Anni dopo un evento inquietante capitato alla madre durante l’adolescenza, i gemelli Mauro e Daria tornano a Curon assieme alla donna. Il nonno non li accoglie volentieri, insistendo affinché tornino presto a Milano. La famiglia tuttavia resta nel paesino, per scoprire molto presto che qualcosa di angosciante si cela dietro alla leggenda del campanile di Resia.

Curon: guida al cast e ai personaggi della serie tv Netflix

Questa è la trama in poche parole di Curon, la serie Netflix tutta italiana, creata da Ezio Abbate e interpretata da Federico Russo (Mauro), Margherita Morchio (Daria) e da Valeria Bilello (la madre Anna).
In questo titolo dalle tinte cupe, il paesino di Curon Venosta viene presentato come una realtà difficile, influenzata da antiche credenze e da leggende.
Nella realtà le location di Curon (come tutta la Val Venosta) sono tutt’altro che spettrali: i monti svettano sulla valle come giganti silenziosi, vegliando sui maestosi prati verdi, che si tingono di bianco con l’arrivo del rigido inverno. Ma il vero e proprio elemento simbolico del paesino (che conta poco meno di 2.400 abitanti) e della zona è il Lago di Resia (Reichensee), in particolare il suo bellissimo campanile. Questo, un tempo parte della Chiesa di S. Caterina d’Alessandria costruita in stile romanico nel 1357, è uno dei pochi elementi che ricordano la vera storia di Curon.

Curon: la leggenda del paese sommerso

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Lago di Resia, Campanile sommerso

Nella prima metà del ventesimo secolo la parte più vecchia del paese – e perciò anche il campanile – non era ancora sommersa. Successivamente alla Seconda Guerra Mondiale la zona conobbe il regime fascista, che decise di dare una spinta alla produzione di elettricità grazie a una diga. A causa dei lavori e della messa in funzione della diga – alla quale gli abitanti di Curon si opposero inutilmente – negli anni ’50 il paesino venne sommerso dall’acqua. La comunità si spostò poco più in là, dando vita alla parte nuova del paese, mentre la vecchia Curon sparì. L’unico simbolo di ciò che prima c’era in quel luogo è proprio il campanile, che immerso per la gran parte svetta sul lago come una sorta di testimone del passato, un guardiano triste che ha ancora molto da raccontare, ma che spesso si limita a fare da soggetto ad autoscatti e foto a effetto. In inverno il lago ghiacciato si chiude attorno a lui, permettendo ai turisti di raggiungerlo a piedi. Le leggende locali raccontano inoltre che da vicino si può sentire ancora il suono delle campane… sebbene da anni non siano più presenti.

Cosa fare e cosa vedere nei pressi di Curon Venosta

Il nome della serie è inequivocabile: è a Curon che si svolgono gli inquietanti fatti che coinvolgono Mauro, Daria e la loro famiglia. Questo titolo Netflix non è stato tuttavia girato solo nel piccolo paese. Alcune riprese sono state effettuate anche a Malles, Bolzano, San Felice e il Lago di Caldaro

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Passo Resia

I registi e il cast su Curon: “La sfida è stata raccontare la natura nella sua dolcezza e violenza”

Tutta la Val Venosta è ricca di paesaggi affascinanti e di piccole meraviglie tutte da scoprire, a partire dal Lago di Resia e dal campanile sommerso, di cui abbiamo parlato poco fa, fino alle piccole cittadine della provincia di Bolzano. Gli amanti dei bei paesaggi e della natura potranno apprezzare tutta la zona, completamente circondata dalle alte vette delle Alpi e gli appassionati di escursioni e arrampicata potranno godere di molti percorsi attrezzati e sentieri segnati che conducono a masi e malghe. Chi preferisce la bicicletta potrà contare su chilometri e chilometri di piste ciclabili, mentre anche in inverno le attività non si fermano, grazie ai numerose complessi sciistici.
Poco distante dal Lago di Resia c’è inoltre il lago alpino di S. Valentino alla Muta, altrettanto affascinante.

Come arrivare a Curon?

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Lago di S. Valentino alla Muta

Coloro che desiderano spostarsi in macchina o con il servizio pubblico da Curon Venosta potrà visitare anche Malles (altra interessante location di Curon), comune di circa 5.200 abitanti a 20 km dal paesino e ricco di chiese in stile romanico e luoghi di interesse architettonico, come la Chiesa parrocchiale di S. Maria Assunta e la Chiesa di S. Benedetto, interessante per via dei dipinti in essa conservati, risalenti all’epoca carolingia.
Di interesse religioso nei dintorni di Malles è anche l’Abbazia benedettina del 1200 di Monte Maria, mentre in zona si trovano diverse costruzioni militari, come la caserma Wakernell, sede del battaglione degli Alpini, il castello del Principe (seconda metà del 1200), le rovine dei castelli di Màzia di Sopra e di Sotto e diverse altre strutture.

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Malles

Altrettanto suggestiva è Glorenza, anch’essa distante da Curon circa 20 km e imperdibile per chi desidera visitare i luoghi più caratteristici della zona. Glorenza conta poco più di 800 abitanti, risalente già al 1100, ma divenuta città nel corso del 1300.
Da vedere a Glorenza c’è la chiesa parrocchiale della città situata fuori dalle mura, la Chiesa di San Pancrazio, mentre risalente al periodo successivo alla Prima Guerra Mondiale è la caserma militare dedicata a Giuseppe Petitti di Roreto. Al di là delle singole strutture, Glorenza è un punto imperdibile per i turisti della Val Venosta, con le sue mura, l’atmosfera intima e l’architettura suggestiva.

Cosa mangiare in Alto Adige?

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Glorenza

Il viaggio perfetto non consta solo di passeggiate, fotografie suggestive e relax, ma deve obbligatoriamente passare anche per la tavola. L’Alto Adige ha molto da offrire al turista che desidera qualcosa di sfizioso da mettere nello stomaco, piatti che in parte riprendono la tradizione italiana, ma che per la maggior parte risentono dell’influenza dei Paesi d’Oltralpe, come Austria e Germania, ma anche Ungheria!
Immancabile per chi visita l’Alto Adige sono i Canederli, somiglianti a delle polpette di diverse dimensioni composte principalmente da pane, ma esistenti in diverse varianti: con la carne (in particolar modo lo speck), il formaggio, le ortiche e altre erbe locali. Si possono consumare in brodo, su un letto di formaggio fuso o immersi nel Gulash, altro piatto tipico della zona, uno spezzatino di manzo condito con un sugo denso e molto speziato.

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Gulash di manzo con Canederli

In Adige si possono gustare anche i famosi Crauti, che non sono altro che cavolo affettato finemente e fatto fermentare. I Crauti si mangiano solitamente assieme alla carne tipica della zona (solitamente wurstel classici o bianchi o salsicce) e alla polenta. Chi volesse un antipasto misto potrà invece gustare affettati e formaggi misti, tra i quali spiccano dei salamini affumicati definiti Kaminwurzen e il tipico Speck altoatesino.

Un pasto perfetto si chiude sempre con un buon dolce: l’Alto Adige offre il più classico Strudel (un rotolo farcito di mele, solitamente con l’aggiunta di uvetta, pinoli e cannella, ma diverso da tradizione a tradizione), i deliziosi Strauben (una pastella fritta a spirale e mangiata con marmellata di mirtilli e una spolverata di zucchero a velo), la torta di grano saraceno (vista anche in una puntata di Curon, fatta con farina di grano saraceno, nocciole tritate e marmellata di mirtilli rossi), e molto altro! Per digerire non mancano inoltre le grappe locali, fatte con fiori, erbe e prodotti del bosco.

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Strauben

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