I viziati dove è stato girato? Le location del film Netflix
Distanti 171 chilometri e note per proporre al mondo vite (e vacanze) di offerte contrarie, nella commedia I viziati Monaco e Marsiglia, oltre a quelli puramente d’ambientazione, assumo connotati simbolici, sfruttando l’aura vacanziera e lussureggiante della prima in opposizione alla multiculturalità e alla ruralità periferica dell’altra. Costretti dal padre a lasciare villa e limousine per destreggiarsi negli umili lavori della Provenza, i tre fratelli Bartek mostrano agli spettatori due città affascinanti a modo loro, cogliendo nella regia di Nicolas Cuche luoghi noti della città Stato come quelli folcloristici e minimali del sud della Francia.
In questo articolo si proporrà un tour virtuale tra Il Principato di Monaco e Marsiglia, scoprendo caratteristiche e bellezze artistiche delle due location principali del film su Netflix I viziati diretto da Nicolas Cuche.
Principato di Monaco: regalità e lusso nella patria del benessere
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Stato sovrano più piccolo al mondo, secondo solo al Vaticano, con i suoi 2,02 km quadrati di estensione il Principato di Monaco è un residuo territoriale degli antichi Stati Italiani, dai quali infatti rientra geograficamente sia sulla costa del Mar Ligure che da quella a sud-ovest con Ventimiglia. Con il suo clima mediterraneo e la sua aura regale che deve molto al matrimonio fra Ranieri III e Grace Kelly, Monaco è da sempre sinonimo di lusso e benessere, esclusiva meta vacanziera e centro residenziale di facoltosi imprenditori e figli benestanti di tutto il mondo.
I quartieri di Larvotto, e il più celebre Monte Carlo, propongono ai turisti numerose bellezze storiche e artistiche come la Piazza del Casinò, vestito da un’architettura Belle Époque, per due volte scenografia della saga di 007 (Never Say Never e Golden Eye); gli affascinanti Giardini di Saint-Martin; il Grand Théâtre, progettato e realizzato come miniatura dell’Opera di Parigi, (i due edifici infatti condividono lo stesso architetto Charles Garnier), e il Museo Oceanografico che dal 1910 accoglie 6.000 specie marine tra squali, tartarughe, pesci del Mediterraneo e una barriera corallina.
Considerata il paradiso per gli amanti dello shopping, l’Avenue de Monte Carlo è fiancheggiata da un numero enorme di boutique, lì a proporre una varietà di brand di moda di lusso esclusivamente di fascia alta. La lunga camminata inoltre, è nota anche come la sede del Circuit de Monaco, parte del Gran Premio di Formula Uno che si svolge in città ogni anno. Il Porto di Monaco che vediamo nelle cartoline nell’incipit del film, offre infine ai visitatori l’occasione di poter contemplare i lussuosissimi yatch ormeggiati nelle banchine del Porto di Fontvieille a sud, e quello di Porto d’Ercole al suo opposto, quest’ultimo costeggiato da rinomati ristoranti affacciati sul mare.
Marsiglia tra arte e multiculturalismo (anche in cucina) nel film Netflix I viziati
Capoluogo della regione PACA (acronimo di Provenza-Alpi-Costa Azzurra), Marsiglia deve ai Greci sia la sua fondazione, sia il suo nome d’origine dall’etimo “Masalìa” (Mas – Alieus, letteralmente casa dei pescatori, o casa dei venti). Città francese più grande del meridione, per il suo Vieux Port (Porto Vecchio) Marsiglia è da sempre crocevia di ondate migratorie e scambi culturali: greci, italiani, russi, armeni, magrebini dalla fine del XIX secolo arrivano attratti da migliori opportunità di lavoro e dal clima temperato.
Divisa in 25 cantoni, la città ospita Musei (il più celebre è il Museo di belle arti di Marsiglia), e L’Opéra Municipal de Marseille (fra Ottocento e Novecento è stata all’avanguardia nel proporre show di cabaret, operetta e music-hall). I tuk-tuk che vediamo nel film, guidati maldestramente da un inesperto Philippe, sono mezzi di trasporto tipicamente e usualmente scelti per attraversare circuiti turistici o brevi tratti a pagamento.
Nonostante il suo enorme affaccio portuale, il menù marsigliese propone non solo piatti di pesce, come la zuppa Bouillabaisse, che per tradizione deve contenere almeno tre tipi di pesci locali, ma anche quelli di terra come la Daube, carne di manzo brasato al vino rosso, accompagnato da verdure a piacimento. Inoltre, non manca l’ influenza culinaria dall’Italia con i Paninesses fris, una sorta di polenta di farina di ceci, fritta, appunto, in padella.