Il Racconto dei Racconti: i luoghi del film di Matteo Garrone
Vi state chiedendo dove è stato ambientato Il Racconto dei Racconti di Matteo Garrone? Ecco l'elenco completo dei meravigliosi luoghi del film che si distacca completamente dalla realtà portandoci in location pazzesche a metà tra sogno e realtà
Il Racconto dei Racconti, l’ultimo film di Matteo Garrone, si distacca completamente dalla realtà alla quale il regista ci aveva abituati, intrufolandosi nei castelli di carta eretti dalla letteratura seicentesca napoletana di Giambattista Basile che con la sua raccolta, Lo Cunto de li Cunti, regala alla pellicola in concorso a Cannes tutta la carica fiabesca di cui ha bisogno. Ma a condurci fuori dalla realtà sono anche e soprattutto le location, le quali entusiasmano lo spettatore per la bellezza prorompente e fantastica. Eppure di fantasia, in questo caso, c’è davvero ben poco, dato che ogni luogo, immortalato dal fotografo Peter Suschitzky, è stato estrapolato dal nostro Bel Paese. Che aspettate allora? Ecco il nostro itinerario enogastronomico sulle tracce dei 3 regni che animano Il Racconto dei Racconti.
Il Racconto dei Racconti: l’ambientazione del film di Matteo Garrone, le meravigliose location tra sogno e realtà
Il regno di Selvascura
Il regno della Regina di Selvascura (Salma Hayek) e del marito (John C.Reilly) ci trasporta in Sicilia ed esattamente nelle vicinanze di Ragusa, a pochi chilometri dalla quale si erge in meraviglioso Castello di Donnafugata che, secondo la leggenda, prende il nome dalla fuga della vedova di Re Martino I d’Aragona, Bianca di Navarra. Scendendo all’omonima stazione ferroviaria vi basterà fare qualche passo per ritrovarvelo dinnanzi, con tutta la sua candida maestosità neogotica. Riconoscerete la porta lignea e poco nobile in cui vive la serva illibata e, addentrandovi tra le stanze della nobile dimora, vi meraviglierete nell’attraversare la sala degli specchi, quella della musica e delle armature e ancora la sala riservata all’alto prelato. Un totale di 20 stanze visitabili (sulle 120 di cui è composto il castello, che si erge su tre piani), tutte arredate con i mobili originali dell’epoca e fregiate da avvenenti stucchi.
Facciamo un passo avanti nella pellicola, per giungere al momento in cui la regina, abbigliata da un pesantissimo ed elegantissimo abito rosso, rincorre il figlio esausta e felice. Un girotondo di sterzate capaci di farci girare la testa. Dove siamo? Nel labirinto del Castello, costituito da pareti di muro a secco e probabilmente ricoperto, all’epoca del suo splendore, da roseti rampicanti. Se vi affacciate dalla loggia o spiate da una delle finestre del castello lo scorgerete di certo, insieme al verdeggiante parco nel quale, purtroppo inattivi, si nascondono degli scherzetti programmati dal barone per allietare le giornate.
Ma l’autoritaria regina non avrebbe mai rincorso nessun fanciullo albino, se non fosse stato per il sacrificio del marito che, seguendo il consiglio del negromante, si inabissa nel mare per uccidere il drago e strappargli il cuore (che la sovrana dovrà mangiare per rimanere incinta). Questo luogo, del quale non potrete fare a meno di innamorarvi, esiste davvero, pur sembrando scolpito in ammassi di cartone e dipinto dal più memorabile del pittori. Si tratta delle Gole dell’Alcantara (a 2 ore e mezza da Ragusa), pietra lavica plasmata dal sisma con movimenti sussultorio-tettonici, nelle cui viscere scorre acqua pura e freschissima. Attenti al drago però: anche se il re di Selvascura l’ha sconfitto, potrebbe sempre aver lasciato la sua prole!
Cosa mangiare: focacce, arancini, granite, Ragusano Dop e, chiaramente non fatevi mancare un buon trancio di tonno rosso e un buon calice di Cerasuolo di Vittoria (unica DOCG sicula).
Il regno di Roccaforte, ambientato perlopiù in Puglia, offre delle location spettacolari nel film Il Racconto dei Racconti
Sembra il profilo spigoloso di una donna ormai non più giovane, come quella che fa perdere la testa al Re di Roccaforte (Vincent Cassel) che, agitandosi tra le sale del Castello di Roccascalegna (a Chieti), vive la sua esistenza destreggiandosi tra una donna e l’altra e concedendo ampio respiro ai piaceri della carne. La location abruzzese, d’altro canto, costruita intorno all’XI-XII secolo per scopi difensivi, pare sia stata abitata anche dal barone Corvo dei Corvis che, con l’istituzione dello ius primae noctis, si beccò la morte, lasciando sul pavimento le impronte della sua mano insanguinata (secondo la leggenda, ancora visibili, nonostante la continua pulizia). Vi consigliamo di visitarlo durante l’organizzazione di manifestazioni e mostre, che donano senz’altro un tocco in più alla nobile dimore, certo non incantevole come quella creata da Garrone.
Le viuzze del borgo sono silenziose, proprio come quelle in cui vivono le due anziane sorelle Imma e Dora che, dopo aver ingannato il sovrano e essere finita nel suo letto, finisce a penzoloni tra la natura fatata, ossia il Bosco del Sasseto, situato nel Lazio, ai piedi del castello di Torre Alfina. Una contorsione di radici secolari si inarca tra muschi, felci e fiorellini, che odono attenti i canti degli uccellini, afferrandovi il cuore per inoltrarlo in un mondo parallelo e sconfinato, alla fine del quale potrete anche concedervi una piccola degustazione!
Qui, tornando a Il Racconto dei Racconti, avviene la trasformazione di Dora che, incontrata dal Re di Roccaforte il quale poco prima l’aveva gettata fuori dalla finestra, ne diviene la sposa. Il matrimonio avviene all’interno del Palazzo Reale di Napoli, commissionato al Fontana intorno al 1600 dal viceré Fernando Ruiz de Castro, in vista della visita di Filippo III (che poi non avvenne). La struttura vanta un accavallarsi di pregi architettonici e artistici, che vanno dalla facciata manierista alle statue dei sovrani partenopei alloggiati nelle nicchie. Di grande bellezza il teatrino di Corte, la Sala del Trono e il Salone d’Ercole divenuto poi sala da ballo e fregiato con gli affreschi che richiamano la storia di Amore e Psiche. Nei secoli anche Vanvitelli ha lasciato il segno in questa dimora della quale, uscendo, potete altresì ammirare i magnifici Giardini Reali.
Cosa mangiare: Ovviamente una bella pizza napoletana che, se oggi rappresenta un cibo povero e gettonatissimo, ricordatevi che lo stesso fu creato (secondo la storia) per elogiare la regina Margherita di Savoia.
Il regno di Altomonte
Il bizzarro e vedono regnante, interpretato da Toby Jones e la sua prima e unica figlia Viola (Beve Cave) ci convogliano nella bellissima Puglia ed esattamente ad Andria, tra le mura ottagonali di Castel del Monte. La sua costruzione risale alla meta del 1200 anche se nel corso degli anni ha subito diverse ristrutturazioni. Le mirabili decorazioni che ritraevano creature mitologiche e motivi vegetali sono purtroppo ormai rade, mentre rimangono intatte e capaci ancora di destare meraviglia le stanze trapezoidali, le scale a chiocciola attraverso le quali la fanciulla garroniana raggiunge la vetta del palazzo.
Marmi, breccia corallina e pietra candida si rincorrono giocondi dando vita ad una struttura capace di proiettarci nell’atmosfera medievale e reale, con giochi di luce che variano in base all’equinozio e al solstizio. Si dice che nella residenza nobiliare non siano avvenute molte feste, se non quella di nozze della figlia di Federico II (Violante). In Il Racconto dei Racconti, invece, alla povera ragazza non è concessa nessuna festa, visto che la sua mano è vinta da un Orco, il quale fa il suo ingresso nella Sala del Trono localizzata tra le mura del Castello di Gioia del Colle (dove è ambientata la scena, che si arricchisce della presenza di un trono restaurato nel 1907 e costruito con i frammenti della struttura stessa) per poi trasportarla tra la gravina di Petruscio e le Grotte di Dio (Mottola, puglia), dove vive. Ma stando sempre all’erta la principessa di Altomonte riuscirà a salvarsi grazie ad un funambolo e, insieme all’allegra famiglia circense, fuggirà con carro attraversando le strette Cave di Sovana, scavate vicino Grosseto dagli Etruschi e presenti esclusivamente in questa parte d’Italia. Non si sa bene a cosa servissero queste eccellenti opere d’ingegneria, anche se alcune fonti sostengono che siano state create da e per i giganti.
In ogni caso, una volta fuggita la bella Viola si ritrova giuliva nella sua dimora dove, alzando gli occhi al cielo, ammira i funamboli passeggiare su una corda infuocata. Cosa mangiare: friselle, pasticciotto e Nero di Troia! Chiaramente altri scorci pullulano la pellicola di Matteo Garrone, come il Palazzo Vecchio di Firenze, il Castello di Sammezzano di Reggello e, l’ormai amatissima, Civita di Bagnoregio. Noi stiamo già viaggiando e voi? In quale regno vi ritroveremo?