Puoi Baciare Lo Sposo dove è stato girato? Le location del film
Un paese antico immerso nella natura, collegato alla città solo da un ponte sospeso: Civita di Bagnoregio è l'incredibile location di Puoi baciare lo sposo, il nuovo film di Alessandro Genovesi
Una storia d’amore credibile e come si deve ha bisogno di un’ambientazione fiabesca, di un’atmosfera sognante, capace di trasportare chiunque la osservi in un mondo lontano. E anche Puoi baciare lo sposo, il nuovo film di Alessandro Genovesi al cinema dal 1 marzo, raccontando la storia di un grande amore, aveva bisogno di una location speciale. Certo, i protagonisti dell’ultima opera del regista, di cui potete leggere qui la recensione, non sono una principessa in pericolo e un principe pronto a salvarla, ma l’amore è lo stesso presente in ogni scena e anzi, è il motore che muove tutte le cose.
L’amore raccontato da Genovesi è moderno, nuovo, ma non per questo meno potente o vero. Stupisce quindi immediatamente il modo in cui una tematica contemporanea come quella delle unioni civili, sia riuscita a incastrarsi perfettamente nei vicoletti e nelle case antiche di Civita di Bagnoregio: un paese unico, vero e proprio gioiello della campagna viterbese, costruito su di un promontorio che lentamente si sgretola e che quindi fa del piccolo centro abitato, “la città che muore”.
Il contrasto tra antico e moderno: in Puoi baciare lo sposo la vecchia Civita è la location perfetta per l’affermazione di un nuovo amore
Fondata dagli etruschi, Civita di Bagnoregio affonda le sue radici in una cultura antica, che però da sempre ha dovuto fare i conti con la fragilità del terreno circostante. Costruita al centro della valle dei Calanchi, la città poggia le sue fondamenta sul tufo, una pietra facilmente erodibile che, con il passare dei secoli, si sta lentamente frantumando. La stessa pietra che però dona al piccolo paese quel colore caldo e inconfondibile che fa delle case, delle piccole piazze e dei vicoli dei luoghi assolutamente magici.
Una città all’apparenza fragile, in perenne lotta con l’inarrestabile potenza della natura ma che continua a resistere, tenendosi stretta alla piccola altura sulla quale sorge. Questa la bellezza e l’inconfondibile magia de “la città che muore”: un luogo al centro dell’Italia, ma allo stesso tempo lontano, proveniente da un’altra realtà, in cui il tempo sembra fermarsi ogni volta che si supera l’arco principale all’entrata del paese. L’atmosfera unica e l’anima antica di questo piccolo paese hanno spinto le istituzioni a chiederne il riconoscimento come Patrimonio dell’Unesco.
Una città antica che tuttavia solo negli ultimi anni sta tornando alla ribalta, grazie all’incremento del turismo. Ecco che quindi un piccolo borgo quasi dimenticato torna a risplendere, grazie ai giovani e alle loro idee innovative (basta pensare ai vari bar, bistrot e locali che occupano ogni angolo delle piccole strade del paese). E quale location migliore poteva scegliere Alessandro Genovesi per ambientare il suo film? Puoi baciare lo sposo è una favola moderna, che racconta dell’amore tra Paolo e Antonio, due ragazzi che per celebrare completamente la loro unione decidono di tornare alle loro radici, nel paese dove sono nati e nella città dove Antonio è cresciuto.
Radici, tradizione, antico: tutto in Puoi baciare lo sposo è collegato all’incontro/scontro tra passato e presente.
Ogni singolo elemento o situazione del film si basa su questa dicotomia: la vecchia città di Civita di Bagnoregio diventa emblema di modernità accogliendo gli immigrati; Roberto (Diego Abatantuono), il padre di Antonio è un sindaco progressista che tuttavia, di fronte l’omosessualità del figlio, non dimostra di avere la mente aperta come sembrerebbe; Anna, sua moglie (interpretata da Monica Guerritore) accetta immediatamente la scelta del figlio ma per lui sogna un matrimonio tradizionale. Civita di Bagnoregio rappresenta perfettamente questo scontro tra passato e presente, tradizione e innovazione: “la città che muore”, con la sua voglia di rinascita ma anche le sua storia, è il luogo perfetto per celebrare l’amore contemporaneo che Puoi baciare lo sposo vuole raccontare.
L’atmosfera unica di Civita di Bagnoregio rende il paese magico, come uscito dalle pagine di una fiaba, pronto a conquistare il cuore di chiunque vi posi lo sguardo
Come tutte le fiabe che si rispettino, però, la location deve essere veramente magica. Civita di Bagnoregio infatti non è solo simbolo di rinascita ma, con le sue caratteristiche e i suoi scorci, è capace di restituire quella magia speciale che una favola come il film di Alessandro Genovesi ricerca. Di giorno infatti la città si staglia sul vuoto circostante, in tutta la sua maestosità: uno stretto ponte sospeso è l’unico accesso che la collega al resto del mondo, conferendole lo status di luogo fiabesco, proveniente da un’altra dimensione. La tipica pietra della valle, con quel suo colore quasi dorato, fa risplendere ogni angolo delle strade e i fiori che popolano i vicoli rendono l’ambiente quasi onirico.
La vera magia però avviene di notte, quando le luci calde illuminano la città, che da lontano risplende e cattura immediatamente l’attenzione. Basta pensare alla rappresentazione della Via Crucis nel film: Antonio, nei panni di Gesù, porta la croce lungo il ponte, fino all’entrata della città, creando un’atmosfera veramente toccante (nonostante le continue battute che alleggeriscono la scena).
Puoi baciare lo sposo non è il primo film ambientato nell’incredibile città di Civita di Bagnoregio. In passato già maestri del cinema come Steno o Totò avevano scoperto le potenzialità del luogo, la magia che sul grande schermo quel paese così speciale poteva creare. Più recentemente poi, anche alcune scene di Questione di Karma, il film diretto da Edoardo Falcone, con Fabio De Luigi e Elio Germano, sono state girate nel piccolo borgo del viterbese, oltre a Il Racconto dei Racconti di Matteo Garrone.
Civita di Bagnoregio: cosa vedere e cosa mangiare nella “città che muore”
Il panorama mozzafiato che il piccolo borgo di Civita di Bagnoregio offre non è l’unica attrazione della città. Partendo dallo stretto ponte in cemento armato che collega Civita alla “terraferma”, il visitatore che arriva per la prima volta nel paese si imbatte nella Porta Santa Maria, una tipica costruzione medievale con arco, sovrastata da una loggia a tre arcate e decorata con due leoni in pietra.
Attraversando l’arco è possibile accedere alla via principale, che poi si snoda all’interno del paese fino ad arrivare in Piazza San Donato, uno spazio ampio e arioso, se si pensa ai numerosi e stretti vicoli che caratterizzano la città. La piazza è dominata dall’omonima chiesa e dal campanile. A caratterizzarla è l’assenza di pavimentazione: tutto lo slargo infatti è ricoperto di terra rossa, come se il tempo si fosse fermato all’epoca medievale. In Puoi baciare lo sposo, al centro della piazza è stata posizionata una finta statua di Giuseppe Garibaldi, che nella realtà non esiste.
La Chiesa di San Donato e il campanile rispecchiano perfettamente tutti i canoni dell’arte medievale, contribuendo ancora una volta a creare quell’atmosfera magica e lontana da ogni tempo che solo Civita sa offrire.
Civita di Bagnoregio e la tradizione viterbese
Non solo la chiesa e la piazza, ma tutte le costruzioni e le abitazioni del borgo risalgono al medioevo. Sui vicoli si affacciano balconi e logge ricche di fiori e, la maggior parte delle abitazioni, presenta la scalinata esterna, tipica delle case di quel periodo. Alcuni palazzi sono dei veri e propri gioielli, come quelli rinascimentali dei Colesanti, dei Bocca e degli Alemanni. In quest’ultimo è possibile visitare il Museo Geologico e delle Frane, dove attraverso video e ricostruzioni, viene raccontata la morfologia di Civita, gettando luce su quei particolari fenomeni naturali che rendono unica la città.
Civita di Bagnoregio non è però solo storia: il cibo è una parte fondamentale dell’economia della città. Proprio grazie all’apertura di numerosi locali e ristoranti, il turismo è aumentato massicciamente, permettendo al piccolo borgo di rinascere. La cucina di Civita è quella tipica della tradizione viterbese e della Tuscia, basata soprattutto sulla carne, gli insaccati, le patate, i funghi e il tartufo nero. Un piatto tipico di Civita sono le fettuccine condite con il sugo di interiora di pollo, ma anche i piciarelli, una pasta fatta solamente con acqua e farina.
La zona di Civita di Bagnoregio è tuttavia conosciuta soprattutto per la produzione di ciliege e nocciole. Soprattutto le nocciole, etichettate come vero prodotto DOP, sono il punto di forza della cucina del paese: il frutto infatti viene usato sia per impasti salati che non, ma sono soprattutto i dolci a base di nocciola o crema di nocciole a rappresentare la vera cucina della campagna viterbese.
Perché vedere Civita attraverso Puoi Baciare Lo Sposo?
Storia, cultura, cibo e adesso anche cinema: visitare Civita di Bagnoregio è un’esperienza unica e Alessandro Genovesi è riuscito a sfruttare al massimo tutta la sua bellezza e la sua unicità. In Puoi baciare lo sposo la città non è solo il set ma, in alcune scene, è la vera protagonista, capace di attirare lo sguardo su di sé e di inghiottire letteralmente il pubblico.
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