The Martian: quando la patata ti salva la vita
Bitorzoluta ed esteticamente insignificante, la patata ha acquistato nei secoli un’importanza indispensabile nella gastronomia di diverse popolazioni, rendendosi meritatamente protagonista anche di opere d’arte, aneddoti e pellicole cinematografiche nelle quali, oltre ad apparire in svariate forme e situazioni, sintetizza i contorni dell’attuale modus vivendi.
The Martian: quando la patata ti salva la vita
Che Vincent Vega (John Travolta) in Pulp Fiction intraprenda un filosofico dialogo col killer di cui veste i panni Samuel L. Jackson, circa le modalità di consumazione delle paratine fritte ad Amsterdam, la dice lunga a proposito della controversa natura acquisita, negli ultimi decenni, dalle famose french fries, emblema di quella fetta di cibo meglio nota come ‘junk food’ e spesso consumata anche nel buio delle sale di proiezione.
Nel bastoncino fritto, croccante e dorato sembra infatti riassumersi la goduria per eccellenza di grandi e piccini; non a caso nel recente Inside Out Gioia e Tristezza incappano, durante il loro viaggio di esplorazione nei meandri dell’inconscio, nei tanti regni immaginari partoriti da Ellie, compresa la foresta di patatine. In Toy Story la patata si materializza addirittura in un personaggio provvisto di occhi, naso, bocca e orecchie: Mr. Potato. A questi due film d’animazione si aggiungono chiaramente centinaia e centinaia di scene, scolpite nella mente di chi le ha notate.
Leggi anche Inside Out: a ogni emozione la sua ricetta segreta
Diversa questione per The Martian, in cui si concretizza un autentico elogio della patata, vestita di tutto punto da quell’aura di salvatrice dell’unico uomo esistente su un pianeta lontano e ostile. Questo tubero compatto e ricco d’amido, incline alle più svariate ricette grazie al sapore neutro che lo caratterizza, nonché ottimo e pratico sostituto di pane e pasta, si fa portavoce di una conquista spaziale: una rivoluzione alimentare trasposta in un tempo in bilico tra il presente e il futuro e in un luogo lontano milioni di chilometri dal nostro Pianeta.
Mentre in Interstellar a dominare i terreni e a garantire sostentamento provvede il grano – che fu domesticato, secondo quanto riportano gli archeologi, dalle popolazioni della Mezzaluna Fertile – in The Martian a colonizzare il pianeta rosso ci pensano le patate, simbolo per eccellenza del Nuovo Mondo. Coltivate, infatti, in Cile, Perù e Messico fin dai tempi degli Incas, giunsero in Europa intorno al 1500 portandosi appresso tutte le maldicenze della ‘novità’, salvo poi essere apprezzate due secoli più tardi a causa di carestie, per iniziativa del re di Francia Luigi XVI.
Anche su Marte le patate salvano la vita a Matt Damon il quale non si limita a degustarle bollite col ketchup ma a un certo punto, in assenza dell’amata salsa, le inzuppa addirittura nel Vicodin. Quella effettuata dall’astronauta esperto in botanica è però anche una lezione di agricoltura domestica, un modo biologico e marziano di coltivare uno dei frutti più gettonati del nostro Pianeta e udite, udite: a quanto pare non è solo fantascienza, visto che la NASA sta mettendo a punto una tecnologia ad hoc, come riportato da Modern Farm.
There’s a starman waiting in the sky Hed like to come and meet us But he thinks he’d blow our minds. È così che suona nelle profondità dello spazio il successo di David Bowie, un uomo, un marziano che attende aiuto dalla terra. Detto così sembrerebbe l’incipit di una commedia e perché no? Ridley Scott ci ha abituato nel corso della sua lunga carriera cinematografica ad un’intesa della fantascienza come angoscia, paura e solitudine. Il motto “Alieniano” In space no one can hear you scream in Sopravvissuto – The Martian potrebbe …. CONTINUA A LEGGERE
Il fatto che, a secoli di distanza, il Nuovo Mondo conquisti egregiamente il terreno spaziale armato dello stesso tubero, esprime appieno l’importanza rivestita della patata nella storia dell’umanità.
Ma arriviamo al dunque: quale piatto ci accompagnerebbe magnificamente nella visione della nuova pellicola di Ridley Scott? Tranquilli, non abbiamo in mente patate bollite… noi, per fortuna, siamo sul pianeta Terra e abbiamo il pregio di non avere un botanico ma uno chef: Antonio Gentile del Ristorante Red Fish, che ci ha preparato questa prelibatezza: cappesante con patate, amaranto e liquirizia. Segue la ricetta.
Preparazione delle Cappesante con patate, amaranto e liquirizia:
– Iniziate con la preparazione della salsa di liquirizia: unite 50 gr.di vino bianco, 100 gr. di aceto balsamico bianco, 25 gr. di aceto bianco, 30 gr. di zucchero e 150 gr. di porto bianco in una padella antiaderente a fiamma dolce e, quando l’emulsione si sarà ridotta di 1/3 aggiungete 500 ml. di brodo vegetale, 50 ml. di olio evo, 50 ml. di olio di semi e 20 gr. di liquirizia;
– Preparate il purè di patate, quindi bollite 200 gr. di patate e, dopo aver provveduto a sbucciarle, precedete come nella preparazione di un normale purè, aggiungendo 30 gr. di latte, 30 gr. di burro, sale e pepe quanto basta;
– Dopo aver posizionato il purè e la salsa di liquirizia in fondo al piatto, alternandola con qualche foglia di lattuga, soffiate l’amaranto come se si trattasse di pop-corn e rotolate, inserendola all’interno, la capasanta scottata;
– Posizionate le capesante sul purè e spolverate il tutto con della liquirizia in polvere.
– Matt Damon vi aspetta su Marte, per cenare insieme nella sua navicella. Buon appetito!