2001: Odissea nello spazio – una colonna sonora in perfetta sintonia con l’immagine
Poche colonne sonore sono più famose di quella di 2001: Odissea nello Spazio (recensione). La sua genesi, ed il suo utilizzo, sono un episodio più unico che raro nella storia del cinema e rappresentano un perfetto ritratto dell’uomo che la concepì: Stanley Kubrick. In origine la colonna sonora doveva essere creata e diretta da Alex North, compositore statunitense che già aveva lavorato egregiamente con Kubrick in Spartacus.
North, per inciso, è stato compositore anche per Un Tram Chiamato Desiderio, Viva Zapata!, Cleopatra e Il Meraviglioso Paese, nonché l’autore del leitmotiv Unchained Melody, una delle canzoni più registrate del XX secolo. Fin dal primo istante però, il regista fece capire a North che avrebbe comunque immesso nel film un grande numero di brani di musica classica che, come noto, era reputata da Kubrick la perfezione in quanto musica.
Il geniale regista infatti, per tutta la sua carriera, si è contraddistinto per un uso quasi maniacale dei brani di Beethoven, Rossini, Schubert, Paisiello, Vivaldi, Bach e tanti altri.
Kubrick non fece mai mistero di come reputasse i moderni compositori inferiori a quegli artisti che, a suo dire, avevano giocoforza già sperimentato ogni tipo di melodia e già creato tutto quello che si potesse creare nei secoli precedenti. Da queste premesse si può comprendere perché il suo rapporto con i compositori che collaboravano con lui sia stato sempre così conflittuale, e i casi di Alex North e Gyòrgy Ligeti ne rappresentano l’apice.
Kubrick fin da subito disse a North che la colonna sonora 2001: Odissea nello Spazio grande importanza avrebbero avuto alcuni brani di Strauss, nonostante il compositore gli avesse proposto brani alternativi di sua creazione, più altre tracce da collocare nelle prime scene del film, che dovevano essere dirette da Jerry Goldsmith.
Tuttavia da quel momento i rapporti con Kubrick divennero sempre più sporadici, tanto che North si sentì dire di interrompere la composizione di ulteriori tracce, dal momento che il regista reputava sufficienti quelle già create. Fu solo alla prima a Londra che North scoprì che il regista aveva ignorato il suo lavoro in toto, utilizzando solo brani di musica classica. La stessa cosa sarebbe capitata a John Williams per Shining, mentre a Ligeti toccò una sorte diversa e, se possibile, anche peggiore dal punto di vista professionale.
La musica di Ligeti, con la sua micropolifonia elettronica, colpì molto Kubrick, che decise di usare diversi suoi pezzi provenienti da Atmospheres del 1961, uno dei pezzi più importanti di Ligeti, senza prendersi la briga di avvisare il compositore ungherese. Naturalmente Ligeti intentò causa a Stanley Kubrick, vincendola in modo agevole, data la platealità dell’infrazione, commentando in seguito l’accaduto in questo modo:
“la mia musica è stata utilizzata in modo meraviglioso nella colonna sonora, meno il fatto che io non sia stato consultato o pagato. Ammiro Kubrick come artista, meno il suo modo sprezzante ed egoista di trattare la gente”
E tutto si può dire tranne che Ligeti non ci avesse indovinato. Kubrick del resto è sempre stato descritto come un genio artistico ed un essere umano molto discutibile da quasi ogni persona che avesse a che fare con lui, da Ryan O’Neal a Kirk Douglas, da Tom Cruise a Peter Sellers. Ma è indubbio che pure la prima parte del commento sia vera: Kubrick dimostrò anche in 2001: Odissea nello spazio quanto fosse abile e incredibilmente brillante nel coniugare immagini e musica. A conti fatti questo film rappresenta l’apice della sua abilità nello sposare questi due elementi.
Se la scena ritratta nell’immagine qui sopra è entrata nella leggenda, è proprio grazie alla colonna sonora, a quel sapere coniugare elemento sonoro ed immagine, che il film acquistò un significato capace di andare oltre la singolarità espressiva. 2001: Odissea nello Spazio sublimò il concetto di colonna sonora come elemento diegetico indipendente, quasi una presenza senziente e autonoma, pur nella sua connessione con l’iter narrativo.
Da Johan a Richard Strauss, da Aram Khachaturian (compositore russo che Kubrick stimava moltissimo), fino al già citato Ligeti, il film è attraversato da un mare di note ed atmosfere, dove i dialoghi sono sovente assenti. Quale metodo migliore, del resto, per rendere l’idea dello Spazio? Dell’Universo? Di un qualcosa di eterno, gigantesco, armonico e allo stesso tempo non definibile dalla parola ma piuttosto dai suoni? Come esprimere meglio il procedere dell’uomo e della sua storia? Il concetto stesso di identità ed intelligenza?
Molto deve quindi 2001: Odissea nello Spazio alla sua colonna sonora,infatti oggi questo film di Kubrick è considerato tra i primi 15 film di tutti i tempi (parola dell’American Film Institute), ed ha segnato per sempre la storia del cinema, creando una nuova idea di racconto, una nuova definizione di ignoto e visione dell’uomo. d’altra parte, che vi può essere di più suggestivo di un valzer di Strauss che culli il viaggio dell’umanità tra le stelle?