Carol: fascino e seduzione nella colonna sonora
La colonna sonora di Carol, il film presentato a Cannes (trovate qui la nostra recensione) diretto da Todd Haynes con Cate Blanchett e Rooney Mara, è stata composta da Carter Burwell (Mr. Holmes), che ha adottato uno stile vicino al minimalismo, in cui note, suoni e colori sono da una parte quasi dolcemente distillati, mentre dall’altra vengono lasciati scivolare in melodie affascinanti e seducenti. L’organico orchestrale è ristretto (mancano ottoni e percussioni, il cuore è rappresentato da archi, legni e pianoforte), così da creare una musica intima, lenta, a volte quasi ipnotica – enfatizzando così la seduzione e la passione.
Carol: una colonna sonora di fascino, attrazione e jazz anni ’50
Il tema d’apertura è attraente e interessante, ci porta subito nell’atmosfera newyorkese degli anni ’50 e, come dice lo stesso Burwell, attiva da subito la nostra curiosità sulla storia e i personaggi:
La musica della scena d’apertura sulla città rappresenta l’incontro e la passione di Carol e Therèse. In questa scena la musica racconta qualcosa sui personaggi prima ancora di vederli – appariranno per la prima volta intorno all’ultima nota – ma con il tempo diventerà il loro tema d’amore.
L’influenza di Philip Glass è palese; pianoforte e legni sono i protagonisti – e sono gli strumenti che, nel corso del film, rappresenteranno rispettivamente Carol e Therèse.
La musica della prima scena al ristorante è altrettanto adatta, imita una piccola orchestra da camera che intrattiene i commensali. Un secondo tema si presenta subito dopo, in “Taxi”, dove i suoni sembrano entrare in un gioco di ombre e di echi: misterioso e drammatico, acquisterà importanza più avanti nel film. Nei locali, dei pezzi jazz ci regalano dei sottofondi perfetti, come nella scena del pranzo tra Carol e Therèse. “Datebook”, che sentiamo mentre Therèse scrive l’indirizzo di Carol sulla sua agenda, ha una sonorità brillante e distesa (con la chitarra e la marimba), che sembra voler anticipare qualcosa.
“To Carol’s”, invece, che accompagna il viaggio in macchina delle due donne, espone per la prima volta un altro tema principale, come spiega il compositore:
C’è anche un tema per l’attrazione di Therèse per Carol, che risuona per la prima volta quando Carol accompagna Therèse a casa sua. È fondamentalmente una ‘nube’ di note al pianoforte, non dissimile dal ‘vetro appannato’ con il quale Todd Haynes e Ed Lanchman filmano di tanto in tanto i personaggi. Questa texture del pianoforte richiese un po’ di magia in studio di registrazione, così da elaborare separatamente la mano sinistra e la destra – la sinistra che sparisce in una nuvola e la destra che continua a distinguersi abbastanza da portare avanti la melodia.
La melodia è suadente e intrigante, con un tappeto sonoro pulsante in sottofondo che, con un movimento flessuoso, si rivela molto seducente. A sottolineare il clima passionale che si sta insinuando in Carol è anche “Kiss of Fire”, interpretata da Georgia Gibbs, la canzone che si sente durante la scena nel negozio di dischi, così come “Smoke Rings” di Les Paul & Mary Ford, mentre Carol osserva le foto scattate da Therèse.
Abbiamo anche l’irruzione di “Silver Bells”, prima che Therèse dia a Carol un regalo di Natale: il vinile di “Easy Leaving” di Tiddy Wilson e Billie Holiday, la canzone che aveva suonato al pianoforte.
“Drive Into Night” è un pezzo semplice ma languido, che anticipa la passione; all’autoradio sentiamo “That’s the Chance You Take” di Eddie Fisher, mentre nella suite Carol e Therèse ascoltano ancora “Easy Living” e, di nuovo in auto, “One Mint Julep” eseguita dai The Clovers. La passione dei temi finora incontrati nel film si unisce in “Lovers”.
Il tema misterioso e drammatico, distillato, apparso la prima volta durante la scena in taxi all’inizio del film, torna mentre Therèse legge la lettera lasciatale da Carol. Come spiega Burwell:
Questo tema riguarda l’assenza e la perdita. La sua piena espressione è nel momento in cui Carol lascia Therèse e cerca di spiegarsi in una lettera. È il miglior esempio dell’uso di intervalli aperti come quelli di quarta, di quinta e di nona, per velare i sentimenti. I cuori di entrambe le donne sono spezzati, ma invece di suonare il dolore, la musica dà voce al vuoto.
Da questo momento, la colonna sonora acquista una tinta più drammatica e malinconica, poi riflessiva e più decisa, quando in “Crossing” torna protagonista il pianoforte associato a Carol, nella scena finale in cui Therèse la raggiunge al ristorante. La musica contribuisce a rafforzare l’emozione di tutto Carol: Carter Burwell ha realizzato un ottimo lavoro, toccante e ricco di passione.