Coco: la colonna sonora e l’importanza della musica nel film Disney Pixar
Coco vive di musica, delle canzoni e della colonna sonora che viene dal cuore o quelle che fanno ballare, una tradizione messicana presente che condiziona l'intera storia dei personaggi
Miguel vuole fare il cantante, ma la sua famiglia non glielo permette. Guai a presentarsi ad un pranzo tra parenti brandendo con orgoglio una chitarra in mano! Ma ci sono cose che oltrepassano i pregiudizi, che volano al di sopra dei limiti, su ali fatte di note e ponti formati da petali. La musica è fondamentale per Miguel, è vita che si propaga anche superato il confine del regno dei morti. E la musica è protagonista nel nuovo film della Disney/Pixar Coco (qui la recensione), un’arte avvolgente che si condirà di ritmi messicani per restituire in pieno le tradizioni di una terra febbrile e quanto mai generosa.
È un sogno infatti che conduce le file della storia, un bisogno fatto di componimenti e melodie che segnano indelebilmente i personaggi con i propri destini. Perché pur rinnegata dalla famiglia di Miguel, la musica ne ha sempre fatto parte, fin dal principio. Da quel padre che abbandonò moglie e figlia per perseguire la gloria del palcoscenico e che non tornò mai, privando la sua famiglia e le sue generazioni successive della gioia di poter godere della meraviglia della musica.
Coco – la colonna sonora, Ernesto de la Cruz, la fama di Ricordami e l’originalità di Che loco che mi sento!
Musica, un piacere di cui Miguel non è riuscito mai a fare a meno e che come una necessità impellente ha coltivato nel buoi di un’angusta soffitta, ammirando il suo idolo: Ernesto de la Cruz. Attore di pellicole di successo, cantante famoso che con la sua chitarra ha fatto ballare l’intero Messico, il personaggio di de la Cruz è il motore che spinge Miguel ha esibirsi, a dedicarsi alla sua vera passione. Il brano che più di tutti è legato al nome della celebrità messicana è Ricordami, un pezzo che perfettamente si addice al fare istrionico e prestante del cantante e che fa trasparire – attraverso il pizzicare delle corde di chitarra e l’abbondanza di voci e piatti – lo sfarzo che ha accompagnato la carriera di Ernesto de la Cruz e che la stella della musica ha portato anche nel mondo dei non viventi.
Una canzone chiave della colonna sonora di Coco è Ricordami, che chiunque in Messico ha impressa nella propria mente, che canticchia passeggiando per le strade, con la quale sceglie di esibirsi durante concorsi canori. Ed anche Miguel è tentato di cadere nella convenzionalità di eseguire la canzone più amata per vincere una gara decisiva per la sua permanenza nella terra dei morti, in cui è finito proprio a causa della musica e di un’esibizione in piazza che infine non è mai avvenuta. Sarà l’arguzia e il consiglio del suo scheletrico compagno di viaggio Hector a far invece deviare la decisione di Miguel verso il meno conosciuto eppur sempre apprezzato singolo Che loco che mi sento!. Una canzone allegra, adatta per intrattenere, per creare simpatici duetti come quello tra il piccolo vivente e il suo amico trapassato.
Che loco che mi sento! parte con una breve introduzione strumentale, velocissima, ma che fin da subito denota il talento del piccolo Miguel, che è portato quasi ad espandersi nel momento in cui ad accompagnare il suono ci si mette anche la voce, la quale si lascia andare completamente all’arrivo del ritornello. Un attimo gioioso, di festa, quello che si consuma sul parco dell’universo dei morti e che con la canzone eseguita da Miguel e Hector permette all’ascoltatore di immettersi in una danza felice e liberatoria, espressa completamente con gli urli finali che rappresentano il sapersi lasciare andare e scacciano la paura di cantare di fronte ad un pubblico.
Coco – Dalla spensieratezza al sentimento di Ricordami, La Llorona e Juanita
A contrapporsi alla gaiezza di Ricordami di de la Cruz e di Che loco che mi sento! c’è il cuore vero dell’intero film, l’importanza della musica come regalo, come affetto, come ricordo. Perché le canzoni non nascono per essere ricoperte di elogi, per portare in tasca fama e soldi. Ricordami è infatti l’amore di un genitore, la carezza di una persona lontana, la richiesta di chi purtroppo non c’è stato e non potrà più esserci, se non nella memoria. Un brano dolce, composto da parole e frasi semplici, ma comunicative proprio per la loro essenzialità. Il significante da ricordare. Perché il ricordo è il segreto di Coco assieme all’importanza di mantenere tra i pensieri le persone che ci hanno amato, che ci hanno accolto. E che hanno scritto una canzone affinché non venissero dimenticate.
Sulla medesima scia di malinconia, ma incredibilmente abbondante di pathos, fuoco sopito e rancore è la canzone La Llorona, il canto pieno di sogni spezzati, rimasto per così tanto tempo silenzioso e che è giunto fino al punto di esplosione: il mostrare un dono utilizzando il dolore che si è portati dietro nella vita. Un momento profondo e anche questo commovente. Straripante di sentimenti pronti a fuoriuscire da un buio permanente, alimentato per anni dal dispiacere. E che ancora una volta si rivela pura emozione.
Spiritosa nella sua tristezza è Juanita, una canzone, quasi una filastrocca, che svelerà a Miguel – prima ancora del duetto avvenuto durante l’esibizione – le abilità musicali e canore di Hector. Una scoperta che inizierà a delineare i contorni del personaggio, simpatico e inquieto come la sua fiaba sonora.
Coco – Michael Giacchino e la tradizione messicana che diventa racconto musicale
Canzoni che vanno a costruire uno dei migliori prodotti Pixar che la fabbrica dei sogni ha mai creato, maturo per qualsiasi fascia di età, che saprà colpire la fantasia dei più piccini – insegnando loro verità della vita difficili, ma insieme magnifiche – e l’emotività dei più grandi, stretti da una morsa allo stomaco, alleviata dalla ilarità della cultura del popolo di Miguel. Quest’ultima manifestata sotto forma di musica anche grazie all’azzeccata colonna sonora, lavoro del compositore Michael Giacchino il quale ha saputo realizzare melodie che si adattassero alla narrazione di una storia cinematografica pur contenendo un cuore messicano. Melodie che racchiudono la fantasia del film di animazione e le radici di un luogo ricco di costumi, pezzi strumentali con le caratteristiche delle canzoni del caldo Messico legate alla sinuosità di una musica che racconta di posti vissuti, di famiglia e di sogni.
Un film che, senza strimpellamenti di chitarre, voci profonde e testi che generano ricordi, non sarebbe stato lo stesso emozionante spettacolo visivo e narrativo di cui invece i registi Lee Unkrich e Adrian Molina ci hanno permesso di beneficiare. In Coco la musica muove i destini, un’arte che fa ballare sia in questo mondo che in quello ultraterreno e che in entrambi mantiene stretta la provenienza delle proprie radici.
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