Dio esiste e vive a Bruxelles: la colonna sonora del film
Nel film di Jaco Van Dormael la musica ha un valore importante, segue e insegue i sentimenti dei personaggi e l'intensità dei momenti che Ea e gli altri stanno vivendo.
Dio dice: “Ama il prossimo tuo come te stesso”, ma non è così per quello di Jaco Van Dormael che nel suo film Dio esiste e vive a Bruxelles lo presenta come egoista, spregevole, violento governatore del mondo attraverso un computer. Ha una moglie timorosa e succube e una figlia, la ribelle e coraggiosa Ea, mentre il figlio JC (Jesus Christ) è fuggito già da tempo proprio per tenersi lontano da quella figura paterna. La ragazzina vuole spezzare questo incantesimo brutale e beffardo per cui il Padre, come erano soliti fare gli dei della cultura greca e romana, fa tutto ciò che vuole con gli e sugli uomini. Decide, dopo l’ennesimo scontro e dopo aver parlato con il Fratello, di fuggire, denunciare il sadismo del Genitore, inviando agli uomini via sms la data del loro decesso, trovare sei apostoli e prepararsi a combattere.
Dio esiste e vive a Bruxelles è una commedia surreale che si muove tra il riso e il pianto, che usa la religione e l’umanità senza paura né remore e ciò che ne fuoriesce è una celia che produce comicità partendo proprio da un dogma religioso.
Dio esiste e vive a Bruxelles: una colonna sonora semplice lieve e delicata
Nel film di Jaco Van Dormael la musica ha un valore importante, segue e insegue i sentimenti dei personaggi e l’intensità dei momenti che Ea e gli altri stanno vivendo. Il regista ha chiesto aiuto a An Pierlé, compositrice e musicista fiamminga, che realizza una colonna sonora semplice, lieve e delicata.
La sua musica originale entra quasi in conflitto, almeno sulla carta, con quella barocca e con i brani d’opera che con la loro potenza fanno da contrappunto a tutto il resto. Invece il risultato è un accompagnamento affascinante e seducente che fa della varietà la sua cifra, si instaura così nella colonna sonora un rapporto di contrasto ma anche in un certo senso di fluidità facendo sì che essa ben si intrecci con parole e dialoghi.
Immersi in un mondo in cui Dio non è morto ma è spietato come il più terribile dei demoni, in un luogo dove una ragazzina riesce con la sola forza sua e di un gruppo di poveri cristi, disperati, reietti, a riportare la terra ad una condizione migliore. Le note accompagnano la folle corsa della figlia minore di Dio che per salvare gli uomini, uscendo dalla lavatrice di un self service – quella sembra essere l’unica “porta” da cui si può entrare nel mondo – , pone loro domande sulla vita, sulle sue “cose”, sull’universo.
Pierlé è capace con questo brano, ma anche con tutti gli altri, di interpretare l’interiorità dei personaggi e lo fa perfettamente traducendo la tensione coraggiosa di questa ragazzina, una piccola femminista che tenta con tutta se stessa di ribellarsi ad una “società” patriarcale. Ea rompe gli schemi, spazza via le convinzioni e dal suo tema si comprende questo, il desiderio di vivere un’esistenza diversa, più vivace e vitale.
Dio esiste e vive a Bruxelles: la musica del film come tavolozza a cui si attinge per dare ancor più profondità ai sentimenti dei personaggi
Proprio partendo dall’idea di indagare i personaggi attraverso la musica, la colonna sonora, come si farebbe con un vestito, viene cucita addosso ai vari apostoli di Ea e diventa leitmotiv di un carattere e di un’esistenza. Ciascuno ha un suo brano: per esempio Händel per Aurélie, Rameau per Jean-Claude, Purcell per Marc solo per citarne alcuni.
Dio esiste e vive a Bruxelles usa forza drammatica del testo e la bellezza della melodia di Lascia ch’io pianga di Händel, tratta da Rinaldo (opera in tre atti), scavando nel lamento e nella sofferenza della protagonista e portandolo nella grottesca commedia di una piccola sovversiva e dei suoi apostoli, in particolar modo di Aurélie.
Lascia che io pianga
mia cruda sorte,
e che sospiri
la libertà.
Il dolore infranga
queste ritorte
dei miei martiri
solo per pietà…
Dio esiste e vive a Bruxelles: la musica come elemento fondamentale
Altrettanto perfetta è la musica di Schubert che con due suoi brani sostiene l’anima disperata dei piccoli eroi sgangherati di questo film, che soffrono, si struggono ma poi riescono ad avere un attimo di pace grazie a Ea.
Jaco Van Dormael con Dio esiste e vive a Bruxelles compie una perfetta sintesi di tutte le parti che lo compongono partendo dalla recitazioni, passando per i dialoghi, per arrivare alla musica che in tutte le sue declinazioni fa un lavoro di fondamentale sostegno.