Miyazaki & Hisaishi: Un vento di note tra i fotogrammi – Evento
La scorsa domenica 22 novembre la musica del compositore Hisaishi è stata protagonista di un evento realizzato da WOW Spazio Fumetto di Milano, Premium Cinema e ColonneSonore.net: un’immersione nelle note composte da Joe Hisaishi per i film di Hayao Miyazaki, per (ri)scoprire la magia di un grande sodalizio del mondo del cinema. Un vero e proprio “vento di note” nel quale veniamo accompagnati da Massimo Privitera di ColonneSonore.net, che purtroppo ora non possiamo farvi ‘respirare’ pienamente, come lo è stato invece per i partecipanti all’evento, poiché molte delle tracce ascoltate fanno parte di raccolte di dischi uscite solo in Giappone, che non si trovano su YouTube.
Riscoprire dieci capolavori di Hayao Miyazaki grazie alle musiche firmate dal pluripremiato compositore Joe Hisaishi
Iniziamo dall’ultimo film di Miyazaki, Si alza il vento, dove già possiamo incontrare il pianoforte, strumento prediletto da Hisaishi (che in realtà si chiama Mamoru Fujisaw e, dato il suo amore per il jazz, ha scelto come nome d’arte la traslitterazione del nome di Quincy Jones), e l’ispirazione data dalla musica colta occidentale, in particolare i colori orchestrali che mischiano la musica verdiana (della quale anche Miyazaki è appassionato) con una matrice popolare preponderante, data soprattutto dal mandolino, come si sente in “Crazy flying”:
Passiamo poi a Ponyo sulla scogliera, dove Hisaishi crea temi più fanciulleschi – d’altronde Ponyo può essere considerate la Sirenetta di Miyazaki, e mentre cavalca lo tsunami, “Flight of Ponyo” è un perfetto calco dello stile wagneriano di Das Rheingold. Più raccolto è “Song of praise of Mother and the Sea”, dove si perdona ciò che è stato fatto alla natura con un’orchestra sottile seguita dal violino solista.
Il castello errante di Howl ha un pezzo finale risolutivo, “The boy who drank stars”, di quasi dieci minuti, dotato di una incredibile grandezza orchestrale, che mischia un po’ l’aspetto militaresco e quello tenue e delicato di Sophie e accompagna le scene di salvezza di tutti i personaggi. Ricorda a volte l’Alan Silvestri di Ritorno al Futuro e il John Williams di Star Wars e dei primi film fantasy di Spielberg, come E.T.
Troviamo gli aspetti orientaleggianti della musica ne La città incantata in “Procession of the Gods”, “Sootballs” e “The Return”. Hisaishi dimostra ancora le sue abilità prendendo spunto dalla colonna sonora de L’ultimo imperatore di Bertolucci, composta dal collega Sakamoto (Hisaishi aveva lavorato nella sua orchestra).
Anche la partitura di Princess Mononoke è debitrice dell’universo di Sakamoto. “Lady Eboshi”, con la musica, sottolinea stranamente il lato umano di Lady Eboshi, cosa che Miyazaki nel film non fa. Un altro tema fondamentale è in “The legend of Ashitaka”:
Altre ispirazioni musicali a 360 gradi si trovano in Porco rosso, dove il tema d’amore per piano e synth si sviluppa in un solo di violino, assumendo poi valenze jazz con l’introduzione del sax. Per tutto il film, Hisaishi reitera molto i suoi temi, ma lo fa generalmente in ogni colonna sonora; anzi, inizia a comporre i temi a seconda dei bisogni di Miyazaki, che spesso disegna seguendo la musica che ha chiesto a Hisaishi (da qui infatti nasce la vastità del mercato discografico delle colonne sonore in Giappone: vengono infatti pubblicate quattro versioni, la soundrack con i brani in ordine cronologico, le tracce di prova scritte durante la preparazione, la versione elettronica e quella ampliata da una suite sinfonica).
In Kiki consegne a domicilio si presentano molti elementi europei, soprattutto le città, così Hisaishi descrive le scene utilizzando la musica di quei luoghi: in “Departure” archi, arpe e fiati creano un tema dal sapore molto francese, che si trasforma poi in una musica più italica e si conclude sulle note più popolari di un valzer.
La colonna sonora de ll mio vicino Totoro è ancora una volta varia: non occorre parlare della famosissima canzone, mentre è interessante la musica che accompagna l’arrivo delle due sorelline nel villaggio di campagna, che è palesemente un tipico pezzo di musical di Broadway.
Laputa: il castello nel cielo ci fa tornare nell’immaginario del vento con gli end credits “Laputa castle in the sky”, per orchestra e suoni sintetici, con un effetto ‘svolazzante’:
E finiamo con Nausicaa della valle del vento, per cui la colonna sonora meriterebbe un intero discorso a sé – e allora ecco l’assaggio del concerto del 2008 per i 25 anni dello Studio Ghibli, con un’orchestra e un coro di 1200 elementi complessivi (un organico mai visto prima). La musica per lo più elettronica del film e l’animo fanciullesco di Nausicaa sono qui resi intensamente dall’orchestra.
Miyazaki & Hisaishi: Un vento di note tra i fotogrammi si conclude lasciandoci nella magia di questa musica, con la promessa di altri incontri sulle colonne sonore più amate, che noi di Cinematographe continueremo a farvi vivere attraverso la rubrica Cinesoundtrack.