Inside Out: la colonna sonora alla ricerca delle emozioni
Con l’uscita in Italia – finalmente – di Inside Out torniamo a parlare del compositore Michael Giacchino, che porta a termine il suo incredibile 2015, iniziato con Jupiter Ascending e proseguito con Tomorrowland e nientemeno che Jurassic World. Il compositore della serie tv Lost torna a collaborare con Pete Docter e la Pixar – se questa combinazione vi risulta familiare, è perché insieme hanno già conquistato l’Oscar per Up, sia come Miglior Film d’Animazione, che come Migliore Colonna Sonora Originale. Per la Pixar, inoltre, Giacchino ha composto le colonne sonore de Gli Incredibili, Ratatouille e Cars 2, dai quali ha ripreso i vari stilemi musicali per ricomporli per questo nuovo film d’animazione che, già sappiamo, si avvicina al capolavoro.
Inside Out aveva bisogno di una colonna sonora che catturasse lo spirito emotivo della storia e il regista Pete Docter sapeva chi sarebbe stato in grado di farlo benissimo.
“Michael Giacchino ha un grande talento e versatilità, inoltre è una persona estremamente collaborativa”, dice Docter.
Durante la Hollywood Premiere di Inside Out, Giacchino ha dichiarato che avevano inizialmente pensato a un’armonia per ogni Emozione, ma si è poi reso conto che sarebbe stato più consono rivelare le sfumature che le stesse emozioni hanno: alla fine, tutto è girato intorno a Riley, ogni piccolo tema si relaziona con lei. Ce ne accorgiamo fin da subito: un brillante tema al pianoforte, con note che tendono a rincorrersi, accompagna i loghi Disney e Pixar, impostandosi già così come tema principale dell’intero film, facile da memorizzare. La musica acquista un’atmosfera sognante e delicata; mentre si inseriscono chitarre, fiati, arpa e armonica a bicchieri, scorrono le prime immagini della nascita di Riley e della creazione stessa del Quartier Generale. La musica trasmette molti colori e si srotola con toni divertenti attraverso l’infanzia della protagonista, facendoci compagnia ininterrottamente per i primi sette minuti di Inside Out.
Abbiamo più varietà con “Team Building”, che si apre con la tuba e acquista un veloce ritmo sincopato, con fiati, chitarre e bassi jazzistici e anche un bellissimo assolo di batteria – come a dimostrare i repentini cambi d’umore di un bambino:
Il sound jazz dell’orchestra di Giacchino richiama quello che il compositore ha usato anche ne Gli Incredibili, ma è ancora più simile a quello di Ratatouille. Il tema principale, così semplice e spensierato, è adeguato al contesto, e si veste di diverse forme, suoni e colori, così come Gioia, Tristezza, Disgusto, Paura e Rabbia rappresentano le diverse emozioni di Riley. Se il tema principale, nella sua forma iniziale, può essere collegato a Gioia, per Tristezza vengono invece impiegati strumenti come il clarinetto basso, la tuba e il pianoforte, per i momenti particolarmente emozionanti.
Tristezza non deve essere relegata a un solo strumento. Nessuna delle Emozioni lo è. I sentimenti non hanno una sola nota, perché sono sfaccettati e profondi. Pete Docter voleva creare l’impressione che la musica provenisse dall’interno, dai pensieri più profondi. Volevamo creare un’atmosfera, una colonna sonora non tradizionale. Lo scopo della musica rifletteva quello del film. Doveva essere emozionante. Non sapevo bene come, ma so solo che volevo che fosse intensa.
L’anima principale della musica di Inside Out è quella volta a descrivere le emozioni di Riley, mentre ce n’è un’altra, alla quale si combina, che accompagna le azioni che si svolgono nella mente della ragazzina. Accostandosi per la maggior parte del tempo, soprattutto all’inizio del film, su toni giocosi e spensierati, la musica di Inside Out riesce sempre a mantenere una veste di genuinità, come un raffinato movimento continuo pronto a dare forma alle diverse emozioni e ai loro sviluppi, mantenendo però il suo nucleo. Così, in “First Day of School” il ritmo si fa molto veloce, rappresentando l’agitazione, mentre “Riled Up”, che sentiamo nella celebre scena dei contrasti a cena tra Riley e i suoi genitori dopo il primo giorno, si veste di ritmi marziali. Da quando iniziano a distruggersi le Isole che rappresentano le qualità principali del carattere di Riley e le sue passioni, la musica si fa più varia e ricca di azione, che trasmette anche attraverso l’uso di oggetti non prettamente musicali, come i pezzi di metallo visti dal figlio di Giacchino in un cantiere in cui si erano incontrati con Docter, oppure i giganteschi calchi di ferro usati per fare i vasi, colpiti, incisi e ascoltati al contrario, scoprendo sonorità che danno la sensazione di un flusso di ricordi. L’orchestra di 70 elementi, le chitarre e la batteria, con questi oggetti, hanno dato corposità alla musica di Inside Out, nonostante il bizzarro aspetto dell’insieme.
Mentre Gioia e Tristezza sono costrette a girare per la Memoria a lungo termine, in modo da raggiungere di nuovo il Quartier Generale, la colonna sonora resta sempre incalzante e giocosa, con ampi motivi jazz anni ‘30, dove risuona anche l’organo Hammond, come nelle tracce “Memory Lanes” e “The Forgetters”, quest’ultima che serve come tema degli Smemoratori:
“Chasing the Pink Elephant” introduce il divertente motivo quasi circense di Bing-Bong, con flauti, ottoni oompah e calliope; “Abstract Thought”, nella relativa scena, crea delle caotiche collusioni con percussioni, violini sfregati velocemente e sprazzi di sassofono, accrescendo il forte spessore ‘cartoonesco’ della scena.
È con “Down in the Dumps” che la musica inizia a perdere la sua forza gioiosa, quando le ruspe gettano via diversi ricordi di Riley e lo stesso Bing-Bong è disperato. Nelle successive scene che si svolgono nella Produzione Sogni la colonna sonora ricomincia a farsi agitata e spensierata, anche se con un’ombra di tensione, mentre gli effetti si fanno furtivi, convulsi e stranianti durante l’incubo (“Dream a Little Nightmare”). Nel Subconscio cambiamo definitivamente registro: la musica di Inside Out entra nel territorio di quella horror, con l’organo Hammond e gli archi in tremolo che creano un senso di tensione e anticipazione, spesso con un ritmo concitato e con un alternarsi di crescendo e diminuendo (“The Subconscious Basement” e “Escaping the Subconscious”).
Appena Gioia viene a sapere che Riley è scappata di casa, inizia l’incessante ripetersi del motivo alla base di “We Can Still Stop Her”, uno dei brani d’azione più sviluppati, potente e drammatico, che si dispiega durante la distruzione di intere file di scaffali della Memoria di Riley. Ma è “Tears of Joy” che cattura ancora di più l’emozione dello spettatore, soprattutto con un doloroso assolo di pianoforte, accompagnato dagli archi e dalla marimba, che dà un effetto di eco sospeso, mentre Gioia capisce l’importanza di Tristezza nella vita di Riley. Gioia trova così la forza per risalire dal baratro dei ricordi dimenticati, cantando la canzone di Bing-Bong, in una ripetizione sempre più concitata, mentre il pianoforte ci colpisce ancora emotivamente dopo la sparizione dell’amico immaginario (nel finale di “Rainbow Flyer”). Il motivo concitato di Tristezza si ripete in “Chasing Down Sadness” mentre Riley scappa e, nel frattempo, Gioia rincorre Tristezza, cercando di raggiungere il Quartier Generale. Il compositore ha lavorato molto sulla musica del finale, “Joy Turns to Sadness / A Growing Personality”, comprendendo che le persone dovessero avere il tempo di provare tristezza; la delicatezza, la fragilità e la sospensione malinconica della traccia ricorda da vicino il modo di comporre di Giacchino per i temi dei legami in Lost.
Inside Out, nel finale, torna ad essere genuino e colorato, mentre la colonna sonora fa sembrare tutto organico e reale, con “The Joy of Credits”. Michael Giacchino ha amato lavorare a questo progetto centrato sulle emozioni, che lui considera il punto di partenza per il suo lavoro:
Il film presenta vari generi musicali, ma la cosa che ho apprezzato di più è che non abbiamo mai perso di vista la grande storia emotiva che viene raccontata.
A conclusione del suo lavoro, il regista Pete Docter ha lasciato un messaggio sulle note di copertina del disco della colonna sonora di Inside Out:
In qualche strano modo, sembra che la musica di Michael sia sempre esistita, e che lui l’abbia semplicemente trovata – è per questo che la sua musica calza così bene. È come se la musica e le immagini si fossero sempre appartenute.