La lingua del santo: analisi della colonna sonora di Ivano Fossati
La lingua del santo è un film del 2000 diretto da Carlo Mazzacurati la cui straniante colonna sonora è firmata da Ivano Fossati
La lingua del santo è una commedia di Carlo Mazzacurati del 2000 avente come protagonisti Antonio Albanese e Fabrizio Bentivoglio.
La lingua del santo con la colonna sonora curata da Ivano Fossati produce un effetto piacevolmente straniante all’interno di una commedia vitale purtroppo mai realmente apprezzata
Il carattere tragicomico del film La lingua del santo, prima di essere sottolineato a sufficienza dalla colonna sonora, è reso chiaro da subito: Antonio Albanese nei panni di un vecchio rugbista semiprofessionista di nome Antonio e Fabrizio Bentivoglio ad interpretare Willy – soprannominato “Alain Delon”- un agente di commercio che è stato da poco lasciato dalla moglie Patrizia (Isabella Ferrari).
I due si conoscono in maniera fortuita quando, entrambi in preda a difficoltà finanziarie (e non solo!), decidono di introdursi in una scuola elementare per rubare un computer nella stessa notte, con la differenza che Willy è un totale incapace mentre Antonio subito riesce a destreggiare bene il mestiere. Tra i due scocca un’intesa e iniziano a fare i rubagallina fino a quando non sottraggono le reliquie di Sant’Antonio (la famosa lingua incorrotta rinvenuta da San Bonaventura nel 1263) nella Basilica principale della città di Padova.
Tutte le situazioni in cui sono coinvolti i protagonisti, a metà tra l’avventura grottesca e il dramma sociale, sono cadenzate da una scelta di brani accuratissima in grado di inquadrare a pieno il carattere agrodolce dell’opera. Il film si apre e si chiude con il brano Guantanamera nella versione popolare del Curteto Caney del 1938, una hit romantica e evocativa di una certa saudade (tanto cara ai cubani ma che poco ha a che fare con le ambientazioni del film in questione), che accompagna una processione religiosa e la perfida fuga di Antonio.
Oltre al blasonatissimo brano cubano, si alternano 5 canzoni di Riccardo Tesi, un musicista poliedrico che aveva già collaborato con Ivano Fossati e con il regista Mazzacurati in occasione del film L’estate di Davide. In La lingua del santo i brani dal particolare sound generato dall’organetto diatonico – lo strumento che caratterizza la musica di Tesi – percorrono le tappe della mirabolante vicenda di Antonio e Willy, creando una vera e propria traccia malinconica che il registra non rappresenta sinteticamente per immagini ma fa trasparire nei volti degli interpreti e attraverso una colonna sonora straniante e mai stridente.
In accordo con i brani di Riccardo Tesi fanno la comparsa nella colonna sonora de La lingua del santo anche un paio di incisi da brani di Talvin Singh, il compositore britannico che mescola la musica elettronica con la musica classica indiana.
In La lingua del santo si condensano brani eterogenei, scelti con cura, suggestivi quanto basta per garantire quell’illusione sfumata e quella risata amare che certamente il Mazzacurati autore voleva produrre, affidando ad Ivano Fossati una colonna sonora totalmente efficace, oltre che raffinatissima.