Nato il 4 luglio: la straordinaria colonna sonora del film di Oliver Stone
Per Nato il 4 luglio di Oliver Stone, John Williams creò un vero e proprio capolavoro, fatto di sonorità intense e profondamente ancorate alle vicende del film
Oliver Stone non lasciò nulla al caso per il suo Nato il 4 Luglio. Oltre a reclutare la star del momento per il ruolo di protagonista (un Tom Cruise strepitoso lanciato definitivamente da questa pellicola), si avvalse della collaborazione con il famoso direttore della fotografia Robert Richardson (3 volte premio Oscar), con gli esperti montatori David Brenner (2 Oscar) e Joe Hustings, con scenografo Bruno Rebeo e soprattutto col grande John Williams per una colonna sonora che rappresentò l’ennesima prova del talento e della classe, di colui il quale è universalmente riconosciuto come il più grande compositore di colonne sonore di sempre.
Nato il 4 Luglio altro non era che la trasposizione cinematografica dell’autobiografia di Ron Kovic, reduce del Vietnam rimasto paralizzato dalla vita in giù in seguito alle ferite riportate in battaglia e divenuto tra la fine degli anni 60 e i primi anni 70 un vero e proprio simbolo per la lotta pacifista negli States. Il film di Oliver Stone colpì e commosse il mondo intero, diventando uno dei più grandi successi del regista, collezionando ben 8 nomination agli Oscar, vincendo 4 Golden Globes e diventando il film sul reducismo più famoso di sempre. Molto del successo fu dovuto senz’altro alla straordinaria colonna sonora creata da Williams (candidato all’Oscar), che seppe creare un mix perfetto tra le sue suite e adagi e le più classiche canzoni dell’epoca.
Nato il 4 luglio: una colonna sonora straordinaria, firmata John Williams
Tra le canzoni dell’epoca, una menzione merita sicuramente la struggente e romantica A Hard Rain’s Gonna Fall cantata da Edie Brickell & New Bohemians, hit del 1962 creata da sua maestà Bob Dylan, fu reinterpretata in modo perfetto dalla cantante che con il suo gruppo era tra le più famose interpreti della fine degli anni 80. Ballata di straordinaria bellezza, connessa all’inglese Lord Randall di Francis Child, altro non è che il lamento disperato di una madre nei confronti di un figlio perduto.
Un’altra canzone, ma di ben diversa anima e con ben altre finalità, è Born on the Bayou, cantata dai Broken Homes, cover del celeberrimo pezzo Creedence Clearwater Revival, inneggiante i lontani tempi dell’infanzia e la magia hoodoo che permette di rivedere i morti e cambiare il proprio destino.
Altre canzoni utilizzate sono Brown Eyed Girl di Van Morrison, American Pie by Don McLean, My Girl dei The Temptations, Soldier Boy dei The Shirelles, Venus di Frankie Avalon e Moon River di Henry Mancini. Di tutte sicuramente la più importante è quell’American Pie concepita da McLean e uscita nel 1971 fu in testa alle classifiche per 4 settimane ed è un vero e proprio pezzo di storia musicale americana. La canzone al suo interno contiene omaggi e riferimenti alle lotte per i diritti civili, alla Guerra in Vietnam, ai sogni della Dreaming Generation, a Bob Dylan, i Beatles, ai delitti e alle violenze di quegli anni turbolenti. Tuttavia il reale contenuto della canzone è stato dibattuto per anni ed è ancora considerato uno dei più affascinanti misteri della musica leggera.
Ma al di là dell’accattivante sound di quegli anni, ciò che colpì fu lo struggente e bellissimo Theme concepito da John Williams, che donò a Nato il 4 Luglio qualcosa a metà tra il lamento funebre di stampo militare (Williams ha cominciato nell’esercito la sua carriera) e l’adagio di Hegeliana ispirazione, tipico della dolcezza e vivacità delle sue composizioni.
Il tema qui proposto rimase stampato nella mente di tutti gli spettatori, dal momento che descriveva in modo pressoché perfetto quel mix di paura, angoscia, tragedia, speranza e riscossa che permeava il film di Stone ed era il riassunto della vita di Kovic.
Il resto della colonna sonora di Nato il 4 Luglio comprende qualcosa come 29 tracce (compresi gli inediti) e ciò fa capire quanto mastodontico dovette essere il lavoro svolto da Williams per una colonna sonora che ambiva non tanto a raccontare gli eventi quanto l’anima di un uomo creato, poi distrutto ed infine guarito dalla vita.
Un’altra traccia che vale le pena ricordare è The Early Days/Massapequa connessa all’infanzia dove già guerra, uniformi e militarismo erano nell’aria ma ammorbidite dai dolci ritmi dell’infanzia. Torna il tema principale assieme ad altri due sottotemi, il tutto sovente alleggerito e animato da una natura cangiante e sognante.
Per concludere vi lasciamo con il tema finale Born the 4th of July, sempre connesso a quello iniziale ma stavolta con tonalità e finalità completamente differenti, attraversato e caratterizzato da un’epicità e un’aumento sia del ritmo che della tonalità, il che conferisce al tutto una natura più “trionfale” (tipica dei finali di John Williams) e perfetta per un epilogo di Nato il 4 Luglio dove, nonostante le ferite e i traumi, Kovic finirà per fare ciò che tanti tanti anni prima la madre aveva sognato: “dire delle grande cose di fronte a tante persone”. Quel giorno è dove John Williams ci accompagna con le sue note: La Convention del Partito Democratico del 1976, dove Ron Kovic sarà uno degli speaker.
John Williams non vinse l’Oscar, purtroppo per lui Alan Menken fece un vero e proprio capolavoro per La Sirenetta della Disney, ma per capire quanto grande fosse il suo genio basti pensare che in quello stesso anno era candidato anche per Indiana Jones e l’Ultima Crociata. Bastarono tre anni del resto al nostro caro John per rifarsi con un altro capolavoro: l’Oscar per la colonna sonora di Jurassic Park.
Ma questa è un’altra storia….