Noi e la Giulia: quando la colonna sonora è un personaggio

Noi e la Giulia è il nuovo film di Edoardo Leo, uscito al cinema lo scorso 16 febbraio, una sapiente commedia che fa riflettere sul fallimento, la voglia di riscatto e la lotta alla camorra per la realizzazione delle proprie speranze. La Giulia del titolo fa riferimento all’auto del camorrista Vito (Carlo Buccirosso), una vecchia Alfa Romeo Giulia 1300, con una difettosa, ma straordinaria qualità: la radio si attiva spesso da sola, facendo emergere un fondamentale personaggio del film, la musica. Arrivato per approfittarsi del gruppo di amici decisi ad aprire un agriturismo per riscattarsi dai loro fallimenti, Vito invece darà un valore aggiunto, e la sua Giulia diventa il punto forte del progetto.

Composta e curata da Gianluca Misiti, apprezzato compositore di Buongiorno papà e Diciotto anni dopo, la colonna sonora di Noi e la Giulia non serve solo ad amplificare le atmosfere del film, con motivi brillanti e ondeggianti e sprazzi di groove quasi jazzistico, dando una tinta simil-western ad alcune scene, ma ha proprio un ruolo attivo nella storia. Anche se i protagonisti, difatti, seppelliscono l’auto del camorrista nella buca della piscina, la radio si risveglia in alcune scene, interagendo con i personaggi e mettendoli inizialmente in difficoltà. La musica che arriva da sottoterra è quella che racconta un’epoca che alle nuove generazioni risulta forse – purtroppo –  un po’ polverosa, con protagonisti i compositori di musica colta e operistica, come Verdi, Tchaikovsky e Strauss, mentre un ruolo di rilievo lo acquista Serenata per archi di Antonin Dvořák, amata da Vito:

La scelta di questa musica classica dà alla pellicola un tocco di sogno, un allontanamento dall’odierna società corrotta, un pretesto per lasciarsi trasportare dalla speranza e dalla rinascita in questo casale della campagna lucana. E, all’arrivo dei primi clienti, lo stupore e il sogno si impadroniscono anche di loro, quando la radio della Giulia inizia a diffondere la musica da sotto quel prato magico e incantato; e allora, tocca a Diego (Luca Argentero) inventarsi la leggenda di un musicista che affida le sue composizioni all’amata, morta violentemente insieme a lui. L’espediente funziona, il Casal De’ Pazzi fa il boom di prenotazioni e il gruppo balla e brinda sulle note di Paradise di Phoebe Cates, brano tratto dall’omonimo film del 1982:

Grande emozione è data poi dal brano composto da Misiti, Io sono un fallito, che segue il discorso dei protagonisti e si apre in modo classicheggiante mentre vediamo sullo schermo il gran numero di clienti accorsi per il poetico fenomeno musicale: tutti ballano sulla musica de Il valzer della Giulia. La scena finale è accompagnata dall’ultima traccia composta da Misiti, che porta il titolo Noi e la Giulia. Ottima scelta poi, quella di abbinare ai titoli di coda la celeberrima Stand By Me, considerata perfetta anche dall’attore Stefano Fresi (che nel film interpreta Claudio) perché racconta dello stare uniti, combattendo insieme. Poiché la musica è condivisione, e riesce a dare un’anima nuova, a volte migliore, alle cose.

https://www.youtube.com/watch?v=Zyxpq3iZvRs

In definitiva, quindi, un ottimo lavoro: la colonna sonora di Noi e la Giulia non fa da mero sottofondo, ma interagisce non solo con le emozioni dello spettatore, ma anche con quelle dei personaggi, e lo fa con tante citazioni che riescono a raggiungere tutti, riservando però ai compositori della musica colta il compito di darci un’atmosfera di ritorno alle origini, alla genuinità e alla speranza.