Sapori e dissapori: una soundtrack operistica e pop in alchimia con la trama
Sapori e dissapori è un film del 2007 di Scott Hicks e avente come protagonisti Catherine Zeta-Jones e Aaron Eckhart. La pellicola è un remake remake statunitense del film tedesco Ricette d’amore (2001) di Sandra Nettelbeck, con Sergio Castellitto e Martina Gedeck.
Sapori e dissapori: una soundtrack operistica e classicamente pop che crea alchimia con le immagini e la trama
In Sapori e dissapori Kate (Catherine Zeta-Jones) è specializzata in cucina francese ed è uno dei migliori chef di New York, abituata a regolare la sua esistenza in modo estremamente rigido, considerando tutte le varianti possibili di un caso, evitando imprevisti di sorta. Quando, però, la morte della sorella stravolge la sua vita si ritrova in casa con la nipotina Zoe, entrambe scosse e in una circostanza tragica e sicuramente mai nemmeno immaginata. Nel frattempo, al ristorante di Kate è arrivato un secondo chef, Nick (Aaron Eckart), estroverso, simpatico e brillante. Un giovane e affascinante ragazzo che oltre ad essere un grande appassionato di cucina e – più in generale – di cultura italiana, apprezza moltissimo l’opera lirica.
La storia in modo semplice e non propriamente originale – d’altronde è un remake – ci racconta uno stravolgimento emotivo di un’esistenza e un capovolgimento di situazioni inattese. Sapori e dissapori, con l’ambientazione e il tema raffinatamente culinario, pur essendo probabilmente qualitativamente inferiore rispetto al suo antecedente, presenta una trama oltremodo scorrevole e piacevole, complice una colonna sonora che avvolge e appassiona.
L’unico brano musicale che ricongiunge il film originale alla versione hollywoodiana è rappresentato da Via con me di Paolo Conte: in Ricette d’amore infatti Mario – il personaggio interpretato da Sergio Castellitto – combina alle proprio ricette canzoni variamente ritmate, ricorrendo a Lucio Dalla e a Keith Jarrett.
In Sapori e dissapori le arie operistiche, tagliate probabilmente in modo oltraggioso secondo la maggioranza dei melomani ma qui funzionali al ritmo del montaggio cinematografico, fungono da anello di congiunzione con le immagini, consentendo perfino di chiudere un occhio di fronte alla goffaggine di Eckhart nel dare un senso ironico – non propriamente parodistico – all’italianità e apprezzando la cornice, scevra di cliché di sorta, al cui interno vengono collocate la cucina e l’opera lirica italiana.
A padroneggiare è la voce italiana nel mondo, il bel canto di Luciano Pavarotti – tra l’altro scomparso una settimana prima della distribuzione italiana del film – con brani quali Celeste Aida, Cielo e mar e immancabilmente Nessun dorma, toccando vertici altissimi della composizione lirica nota a tutti il mondo grazie a Giuseppe Verdi, Amilcare Ponchielli (forse tristemente meno noto a molti italiani ma apprezzatissimo all’estero) e, ovviamente, Giacomo Puccini.
Nella colonna sonora figura anche Renata Tebaldi con O’ mio babbino caro e Un bel dì; Libiamo ne’ lieti calici eseguita da Joan Ssutherland e Carlo Bergonzi e La donna è mobile cantata da Joseph Calleja.
In Sapori e dissapori c’è anche spazio per la malinconia di due brani di Philip Glass, richiamanti il tema di Zoe – la nipote della Zeta-Jones interpretata nel film da Abigail Breslin – aderenti ai momenti più drammatici del film, mentre Micheal Bublè con la sua Sway e Mambo Gelato di Ray Gelato sono dedicate ai momenti in cui si stacca la spina, si creano nuove armonie e ci si diverte.
La colonna sonora di Sapori e dissapori amalgama – proprio come in una ricetta con tanti ingredienti diversi – una serie di generi e combinazioni, riuscendo anche ad aiutare il film dove rischia di diventare stucchevole e incrementando l’interesse nel proseguire la visione di un film che non può che avere il proprio epilogo in un happy ending.