Soul: la colonna sonora del film Disney Pixar e tutte le canzoni che sanno sfiorare l’anima
Un contributo di fondamentale importanza viene offerto dal duo Atticus Ross e Trent Reznor e da Jon Batiste nella straordinaria colonna sonora di Soul.
Soul è un salto nel vuoto nell’oltre e nell’ante-mondo. Il viaggio spirituale di Joe Gardner (Jamie Foxx in lingua originale, Neri Marcorè al doppiaggio) conoscerà passaggi ostici e un flusso di anime in sospeso, in attesa di essere giudicate. Vengono illustrate due realtà completamente opposte dal punto di vista del design, dei colori e soprattutto della consistenza di cui sono composte: la caotica New York come una piscina di ispirazioni utili a formarsi e a confrontarsi, e un aldilà incredibilmente dettagliata ed eterea, dalle forme geometriche studiate e con diversi capi-reparto dall’aspetto minimale, i Jerry, al comando dell’Io-Seminario. Si preparano le piccole anime verso l’incarnazione sulla Terra, con personalità e passioni tra le più disparate e Joe, nel tentare di fuggire dall’oltremondo per non incontrare morte certa, si rifugerà nel Seminario dedicato ai bambini. Assieme a 22 (Tina Fey in originale, doppiata da Paola Cortellesi), anima in perenne conflitto con i Jerry che rifiuta di abbracciare la vita sulla Terra, riscopriranno i valori dell’esistenza e delle singole giornate, con un importante intervento musicale che segna i passaggi più significativi e le sequenze più visionarie.
The Great Beyond e Falling rompono gli schemi narrativi della Pixar in maniera netta e decisa
I premi Oscar Trent Reznor e Atticus Ross per The Social Network decidono di applicare le loro tastiere e i sintetizzatori per presentare un universo mai esplorato prima. Lo studio Pixar Animation Studios ha in mente una sola parola ma decisiva dal punto di vista realizzativo: sperimentare. Includere un duo di musicisti che solitamente infonde un carattere elettrico ed elettronico nelle pellicole di David Fincher risulta essere una scelta vincente, determinante per il tono da adottare in Soul; per comprendere meglio l’idea di rivoluzione in casa Pixar, bisogna assolutamente prendere in esame due brani specifici per individuare la formazione di un primo atto non programmatico, libero da qualsiasi schema una volta che una vita cessa di esistere. Joe Gardner è un insegnante di musica con sogni nel cassetto che per lui sembrano irrealizzabili. Suonare per un prestigioso gruppo jazz è l’unico obiettivo che si pone in giornate che si ripetono allo stesso modo, con una continuità regolare e condizionata da una insostenibile pacatezza.
Tutte le canzoni di Soul, il film Disney Pixar
Una morte improvvisa lo colpisce, e così anche il fruitore deve rimanere interdetto da un cambio di registro incredibilmente stratificato: The Great Beyond e Falling sono i brani di apertura che vanno a spalancare le porte dell’ignoto, di un vuoto che si riempie di anime destinate ad unirsi verso una grande stelle bianca che rappresenta l’Oltremondo. Si descrive un eco suggerito, proveniente dal traguardo delle anime: un richiamo imponente che non incontra il volere di Joe, con quest’ultimo in caduta libera lontano dalla stella. Non è ancora giunto il tempo di visitare il Grande Oltre, e Falling controlla il battito dell’anima del protagonista, incredulo e spiazzato nel ruolo di prigioniero. La coppia Reznor-Ross prende vita e si prepara un flusso di note elettroniche che devono delineare la compostezza e l’ordine assoluto dell’Io-Seminario. L’entrata in scena di un parco giochi per bambini dal carattere indefinito è composto da stabilimenti che generano personalità e spazi di indicibile grandezza per alimentare le passioni e i desideri del bambino nei momenti precedenti alla nascita.
La “bolla” di Joe Gardner
Jonathan Michael Batiste, un’artista completo che ha collaborato con celebrità quali Stevie Wonder, Prince e Lenny Kravitz, viene coinvolto in Soul per definire la vita terrena di Joe Gardner e influenzare il percorso compiuto da 22. Ogni nota è misurata, riprodotta con grande trasporto emotivo: il pianoforte diventa uno strumento essenziale per contrastare il mondo futurista ed elettronico appartenente all’aldilà. Si mettono in scena due realtà così distanti eppure complementari fra loro, perché entrambi possono spiegarsi davanti ai protagonisti e raccontarsi senza più filtri applicati. Mondi ritratti come libri da scoprire e da esplorare, che narrano di un corso dell’esistenza ancora da definire. Born To Play è il biglietto da visita di Joe, un talento destinato ad una carriera stellare: si entra nella “bolla” del protagonista, travolto dalle sue stesse capacità e dall’entusiasmo che impreziosisce la sua aura di pianista jazz.
Una parentesi ottimamente riprodotta, che ci conduce in una persona appesantita dalla monotonia e della passività. Il brano, apparentemente ordinato e completo nella descrizione del personaggio, incontrerà varie declinazioni di intensità differente, un tema rielaborato durante lo sviluppo della giostra emotiva che Joe si ritroverà ad affrontare assieme a 22. Apex Wedge e Looking At Life si insinuano nella mente di un musicista che rincorre il suo corpo per completare la limitata lista dei suoi desideri, ma alimentano la curiosità di 22 quando si approccierà sulla Terra in cerca del significato della vita, in tutte le sue sfaccettature. Il ritmo aumenta notevolmente, distaccandosi dall’approccio moderno di un Seminario in attesa dei fuggitivi sul piano terreno.
Una conclusione perfetta che splende, fino a travolgere le figure prese in esame e lo spettatore investito da un crescente grado di maturità
Cosa rappresenta la vita? Come bisogna viverla senza farsi sovrastare dal peso dell’inadeguatezza? Domande che trovano una risposta certa se si segue attentamente il percorso dell’anima dei due compositori, anche loro condotti nel Seminario per interrogarsi sugli scopi e sui motivi per la quale differenziarsi ed emergere come specie e rimessi al mondo per diffondere un messaggio universale ricco di speranza. Un monito per tutte le persone rimaste bloccate in bolle negative, sentendosi incompleti e insoddisfatti; ecco cosa viene messo in evidenza in Soul, con Epiphany e Enjoy Every Minute, in due brani prepotentemente toccanti che attraversano il muro dell’aldilà e raggiungono affetti concreti, contatti umani preziosi, relazioni da riscoprire e una nuova forma di felicità.
Vivere e respirare ogni singolo minuto da vivi, per non avere paura della morte. Godere di atmosfere irripetibili, che possono ripristinare gli umori in maniera totalizzante. Impegnati a rispettare schemi e giornate programmate al dettaglio, e costretti a ricoprire ruoli che potrebbero non appartenerli, le vite descritte in Soul trovano un preciso punto di contatto con lo spettatore; non avranno più bisogno di sperare in una evoluzione netta, ma si renderanno conto di avere ogni strumento necessario fra le mani per rinsavire e tornare ad essere ragionevoli, colti da un’insana voglia di cogliere ogni impercettibile sfumatura nel corso delle giornate.