The Prom: la colonna sonora del musical Netflix
Nell'adattamento cinematografico firmato Ryan Murphy la colonna sonora sostiene l'intero impianto narrativo, arricchito da un cast corale di rilievo e performance scintillanti.
Un anno proficuo il 2020 per Ryan Murphy, che dopo l’uscita di Hollywood e Ratched torna sul grande schermo alla regia di The Prom, l’adattamento cinematografico dell’omonimo musical, arrivato a Broadway nel 2018, con il libretto di Bob Martin e i testi di Chad Beguelin, qui alla sceneggiatura del film. Ad Edgewater in Indiana la studentessa Emma Nolan vuole partecipare al ballo di fine anno accompagnata dalla sua fidanzata. Il bigottismo e l’arretratezza mentale della comunità trovano sostegno nella signora Green, portavoce di un malessere condiviso dai genitori di tutti gli allievi del liceo cittadino, che comunica ai giornalisti l’intenzione di annullare il ballo di fine anno. A New York City le due star di Broadway Dee Dee Allen (Meryl Streep) e Barry Glickman (James Corden), stroncati dalla critica sul New York Times per via del loro esasperante narcisismo, decisi a risollevare la loro immagine pubblica partono alla volta dell’Indiana, accompagnati da Trent (Andrew Rannels) ex star di una sitcom e ora cameriere e dalla ballerina Angie (Nicole Kidman), insofferente all’idea di non essere mai stata scelta per il ruolo di Roxie Hart nel musical Chicago. La fortunata congiunzione astrale tra l’effervescente Broadway e la misurata Edgewater fa da sfondo al processo di maturazione di un’intera comunità costretta a rivalutare, in una chiave decisamente più inclusiva, la dignità esistenziale di ogni forma d’amore.
The Prom – Changing Lives: Dee Dee Allen, Barry Glickman e la febbre scintillante di Broadway
Per chi ha familiarità con i lavori del veterano Ryan Murphy, The Prom non è altro che la summa reiterata delle costanti del regista: cast corali, scenografie esaltate in maniera impeccabile, virtuosismi elevati alla massima potenza e un’adorazione spasmodica per l’eccesso. Le premesse per l’evoluzione della storia sono già tutte presentate nel brano d’esordio, Changing Lives, un inno all’estasi briosa di Broadway e alle sue personalità cangianti, quelle degli attori incapaci di scindere la vita privata dallo spettacolo. Sono anime date in pasto al pubblico, una folla urlante su cui l’attore deve calarsi come un magnete attirandone ogni energia vitale. La fisionomia di un attore dev’essere mutevole, così come variegati e iridescenti sono gli espedienti che deve mettere in atto per empatizzare con lo spettatore. “When I’m in character, I go insane, I stagger, I stammer, I sob! I make the audiences feel my pain, and if they don’t leave depressed, then I’ve not done my job“. Vanità e narcisismo alimentano l’ego sfrontato delle due star Dee Dee Allen, interpretata da Meryl Streep e Barry Glickman (James Corden) che nel viaggio alla ricerca di un pubblico riscatto saranno costretti a fare i conti con sentimenti ormai sopiti, messi in ombra dal brillante velo di Broadway, pronti a riconquistarsi un proprio spazio nell’intimità dei protagonisti, più umani che mai.
Unruly Heart: il “canto libero” di Jo Ellen Pellman è il gioiello di The Prom
Nell’impeto trabordante di una colonna sonora che sottolinea e spiega (eccessivamente) ogni risvolto dell’intreccio narrativo Unruly Heart sembra evadere dalle atmosfere caricate e caricaturali del musical per inserirsi in una dimensione umana, intima e gratificante dell’elaborazione dell’amore. Accettare il proprio sentimento, difenderlo assicurandosi che questo abbia la stessa dignità ontologica di ogni altra forma d’amore, fugare la norma senza conformarsi a ciò che qualcuno decide per noi.
And though I don’t know how or when
But somehow, I learned to see
No matter what the world might say
This heart is the best part of me!
So fear’s all in the past
Fading so fast
I won’t stay hidden anymore
I’m who I am
And I think that’s worth fighting for
Vale la pena lottare per l’amore totale e totalizzante, l’amore che ci fa sentire liberi di essere chi siamo senza nasconderci da sguardi giudicanti. La parte migliore del nostro cuore emerge quando siamo liberi di scegliere. La forza del brano di The Prom risiede nella costruzione inclusiva di storie tutte diverse, unite nell’ascolto reciproco e nella forza di reagire alle iniquità della vita, una coralità di emozioni che si manifesta nell’unione singolare di chi ha provato sulla propria pelle il dolore dell’incertezza e dell’emarginazione. La delicatezza nella voce e nell’interpretazione di Jo Ellen Pellman restituisce a chi è in ascolto la potenza espressiva di un messaggio forte e di cuore, un invito a non sentirsi mai soli e a lottare per vedere riconosciuta la naturalezza dell’amore.
It’s time to dance: Edgewater, patria del glitter
Make people see how the world could one day be, it might come true if we take a chance
Far vedere alle persone come potrebbe essere un giorno il mondo, presentare al pubblico uno scenario del tutto realizzabile, questo è l’intento del musical che Ryan Murphy traspone in opera cinematografica per raggiungere il più vasto pubblico possibile. Nella sintesi emotiva di The Prom, nel suo atto finale, le tensioni si risolvono, il passato è interiorizzato e mai rimosso, declinato a favore delle nuove esperienze. Le diverse sottotrame trovano la loro conclusione nell’evoluzione caratteriale dei personaggi, più maturi, generosi, aperti a nuovi orizzonti e al dialogo, riuniti tutti sotto la buona stella della musica e dell’amore per l’altro in ogni sua forma. Così come le storie dei protagonisti si intrecciano per l’intero corso della narrazione, It’s time to dance è l’incredibile incontro di più voci animate da un unico, comune, necessario desiderio: perdonarsi e perdonare gli errori dell’altro per costruire insieme un futuro inclusivo, all’altezza delle aspettative.