The Well è una canzone dei Tiromancino? L’inquietante colonna sonora del film di Zampaglione
La colonna sonora di The Well è una collaborazione estremamente interessante tra più artisti, appartenenti a toni e musicalità differenti e lontane tra loro, uniti qui dalla paura
“Più che un film, è una canzone dei Tiromancino!” così Federico Zampaglione, leader dello storico gruppo romano, definiva nel maggio del 2021 il suo quarto lungometraggio da regista Morrison, interpretato tra gli altri da Lorenzo Zurzolo e Carlotta Antonelli. Se in quel caso a fare da padrone era il linguaggio tipico del musical e del racconto di formazione, estremamente radicato nell’universo stilistico e pop prodotto dai Tiromancino dalla fine degli anni ’80 in poi, nel caso di The Well, ultima fatica registica di Zampaglione, ancora una volta parte del discorso horror avviato nell’ormai lontano 2009 con Shadow, non vi è più la sonorità tipica e nemmeno il racconto alla base di quest’ultima cui i Tiromancino ci hanno abituati nel corso degli anni, piuttosto una vena estremamente sperimentale, cupa, acustica e molto spesso di sottofondo, elemento piuttosto significativo e nient’affatto scontato per un film horror.
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La colonna sonora di The Well è una collaborazione tra artisti
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Un po’ a sorpresa, ma questo racconta molto dell’impegno e del ruolo registico di Federico Zampaglione rispetto al film, la colonna sonora non è interamente attribuibile a quest’ultimo, piuttosto ad una collaborazione tra artisti, che vede alternarsi tra loro lo stesso Zampaglione, il fratello Francesco, l’ottimo compositore israeliano Oran Loyfer accompagnato da Dor Sahar, Luca Chiaravalli e Ginny Vee. Ricordiamo che questa non è la prima collaborazione musicale/cinematografica tra i due fratelli Zampaglione, piuttosto la terza, dopo Shadow e Tulpa – Perdizioni Mortali.
Attribuibili invece esclusivamente al regista di The Well, Federico Zampaglione, i quattro brani probabilmente più significativi e simbolici del film. Sottolineiamo l’importanza del brano che accompagna il momento fortemente rivelatorio del personaggio di Giulia (interpretata da Linda Zampaglione) e così quello che scorre lungo i titoli di coda, affidato al timbro malinconico di Ginny Vee, che dà il titolo al film.
Non accade di frequente che per un piccolo film a basso/medio budget, si lavori ad una collaborazione tra artisti, specie guardando al cinema indipendente, eppure Zampaglione non sembra aver cercato nient’altro se non questo, rilevando per esempio nella produzione quasi sempre elettronica di Oran Loyfer (Logically Speaking, Brown Eyebrows, Too Many Steps, The Way Is Up, SK8T Night), un’anima musicale curiosamente mutabile in qualcosa di estremamente differente, protagonista a tutti gli effetti di un horror che vive tanto di immagini, quanto di suoni.
Infatti, quando l’autore di cinema è al tempo stesso autore musicale, non può che nascere una commistione di raro interesse. Basti pensare al bizzarro ma estremamente funzionale lavoro sul sonoro di The Well, che non è mai preponderante, che non è mai onnipresente, piuttosto sotterraneo, subliminale. Qualcosa che lo stesso Zampaglione definisce come “azioni di disturbo sonoro, che pur non essendo troppo chiare sono lì, le percepisci e ti inquietano”. Guardando infatti all’incontro tra immagine e suono interno a The Well è percepibile un chiaro e nostalgico riferimento alle musicalità proprie del cinema di Lucio Fulci, Pupi Avati e Mario Bava, i tre maestri che Federico Zampaglione ha amato, osservato e infine riaggiornato nel suo film probabilmente più estremo, sregolato e personale.
Quanto è decisivo il suono generato dalle presenze demoniache di The Well? Parecchio e non appena le ascoltiamo, torniamo a qualcosa di estremamente simile e ripensiamo a M. Night Shyamalan, dunque a The Village e così al Suspiria di Luca Guadagnino, i sussurri, la litania che incessantemente si ripete, guidando le sue vittime agli incubi più spaventosi e letali e così al lavoro di Claudio Simonetti per Phenomena e a quello di David Julyan per The Descent – Discesa nelle tenebre di Neil Marshall. C’è un che di cavernoso, di basso e recondito nei toni e nella musicalità di The Well, che vive sottotraccia per poi esplodere ferocemente, passando per il dipinto demoniaco che la giovane restauratrice Lisa Grey (Lauren LaVera già vista in Terrifier 2) è incaricata di ripulire e così i sotterranei di Palazzo Malvisi. Andate in sala e lasciatevi andare alla paura, al sinistro e al gore estremo e incredibilmente divertito dell’opera ultima di Federico Zampaglione, The Well.