Dead Man Down – Il sapore della vendetta: la soundtrack di Jacob Groth e la canzone finale
Dead Man Down – Il sapore della vendetta (trailer, trama, cast) è un film del 2013, diretto da Niels Arden Oplev, regista danese tra i più apprezzati e autore del pluripremiato We Shall Overcome e del leggendario Uomini che Odiano le Donne. In Dead Man Down il regista danese aveva tentato la scalata a Hollywood, confezionando un noir atipico, con un cast di ottimo livello che oltre al divo Colin Farrell, comprende Noomi Rapace, Dominic Cooper, Armande Assante e Terence Howard.
Il risultato non era stato molto appezzato dalla critica, che aveva lodato l’estetica del film ma lo aveva definito poco ispirato, senza costrutto e sovente confuso; l’enorme dose di violenza e scene di sesso poi erano state criticate in quanto fini a sé stesse. Il pubblico non aveva dimostrato un’opinione molto diversa, relegando il film a soli 18 milioni di dollari di incasso, una delle peggiori performance al botteghino del 2013.
Tuttavia, oltre alla fotografia di Paul Cameron e alla comunque robusta regia di Olpev, va dato atto al film di avere una delle colonne sonore più affascinanti degli ultimi anni, creata da quel Jacob Groth che già aveva collaborato in passato con Olpev per Uomini che Odiano le Donne. Ma chi è Jacob Groth?
Il compositore è nato nel 1951 a Copenaghen, e da sempre si è cimentato come compositore poliedrico e abituato a prestare il proprio talento per serie televisive e film di vario genere. Ad averlo posto al centro dell’attenzione è stato sicuramente il suo lavoro nella serie Millennium, successivamente ha collaborato con la serie Unforgatable e The Eagle.
Nel comporre la soundtrack di Dead Man Down – Il sapore della vendetta Jacob Groth ha saputo condensare la sua grande passione per la musica d’autore, per il rock psichedelico e per le sonorità postmoderne
Ne sono un esempio la bellissima Eblouie pour la nuit, una vera perla, grazie sopratutto alla struggente voce della cantante transalpina Zaz. La canzone si ascolta in diversi momneti della pellicola, compreso il finale.
Sempre femminile, ma stavolta di timbro e genere musicale completamente diverso, è invece Life in Mono della britannica Mono, che già era stata usata nel film Great Expectaions e risale al 1996, dal primo album della band.
Tra le altre canzoni utilizzate possiamo citare A Fine Mess dei British Columbians, Jun Bay di Badlwin Chiu e What are you gonna do di Peter Smith e Peter Schultz.
Tuttavia è nella parte orchestrale, creata da Jacob Groth, che il film modella le sue sonorità musicali, creando un insieme che è stato apprezzato anche da chi ha amato poco il film, che ha riconosciuto la genuinità ed efficacia nell’associatività modellata da Jacob Groth. Se si volesse trovare un metro di paragone bisognerebbe riallacciarsi al fantastico lavoro fatto a suo tempo da quel Craig Amstrong che fece della colonna sonora di Plunkett & MaCleane uno dei punti di riferimento più importanti del suo tempo.
Anche qui infatti dominano note malinconiche e sovente tragiche, ma che mai si spingono ad accarezzare atmosfere terrorizzanti; casomai Groth si dimostra interessato a collegarsi a un film dove i segreti, il mistero e un certo fatalismo sono di casa. Tuttavia in alcune tracce, come in Would you go out with me, vi è anche posto per la tenerezza e il romanticismo.
In ultima analisi Jacob Groth è un compositore lontano dal barocchismo caro a certi compositori quali Hans Zimmer o Howard Shore, muovendosi piuttosto sulle stessa linea di un Harry Gregson-Williams o un Carter Burwell. Semplicità e naturalezza sono le linee guida a cui si è sempre attenuto.
E se non siete curiosi di vedere il film, almeno vi consigliamo di ascoltare la colonna sonora, che può essere tranquillamente definita un gioiello.