Yorgos Lanthimos ed Emma Stone su La Favorita: “tanti silenzi e molti sguardi”
La conferenza stampa del film La Favorita, con la partecipazione del regista Yorgos Lanthimos e di Olivia Colman, Emma Stone, Nicholas Hoult e Joe Alwyn.
Dopo la proiezione riservata alla stampa de La Favorita (The Favourite), nel corso della seconda giornata della 75ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia ha avuto luogo la conferenza stampa di presentazione del film, con la partecipazione del regista Yorgos Lanthimos e degli interpreti Olivia Colman, Emma Stone, Nicholas Hoult e Joe Alwyn.
Ad aprire la conferenza è stato proprio Lanthimos, che ha così parlato della genesi de La Favorita:
“Sono stato attratto da questo film quando ho scoperto che quello che già esisteva era una sceneggiatura, poi mi sono addentrato in questi tre personaggi femminili reali. Da subito ho avuto l’impressione di avere una storia interessante, anche per il fatto di poter creare tre personaggi complessi e metterli in questo film. Mi piaceva l’idea di fare un film in costume, che crea una distanza che ti permette di vedere delle cose più chiaramente. Abbiamo lavorato su questo film per 9 anni, abbiamo variato le direzioni del racconto ma sapevamo che volevamo focalizzarci su queste tre donne ed esplorare i temi a loro collegati”.
A seguire è stata la volta di Emma Stone, che si è così espressa a proposito del suo personaggio: “Ho amato molto fare questo ruolo. Non ho capito granché all’inizio, poi ho cominciato a capire grazie a Yorgos che ci sarebbero stati tanti sguardi, molti silenzi. Lei è sopraffatta, è una che sopravvive. Mi è piaciuto questo personaggio per le sfida dovuta al fatto che ero l’unica americana nel cast, e di conseguenza la necessità di avere l’accento giusto. Il costume era così stretto da rendermi difficile respirare, ma è stata comunque una gioia dare vita a questo personaggio.”
Lanthimos ha poi parlato del sottile equilibrio tra privato e politica mostrato in La Favorita:
“Era chiaro che volevamo focalizzarci su queste tre donne. Ciò che si impara dalla politica e sulla guerra veniva visto attraverso i loro occhi. Non c’era bisogna di fare una grande narrativa ma era capire come questo piccolo click in base alla loro opinione o al loro umore potesse avere una ricaduta su milioni di persone. Questo è un aspetto senza tempo.”
Inevitabile per Olivia Colman un paragone fra la regina Anna da lei interpretata ne La Favorita e la regina Elisabetta a cui darà vita prossimamente in The Crown:
“Abbiamo cominciato a filmare la serie, mi diverto moltissimo e spero di non deludervi. Non riesco a fare un confronto fra le due regine. Credo che la regina Elisabetta non abbia imparato niente dalla regina Anna, che è stato bellissimo recitare perché è una donna che non ha fiducia e una bambina viziata, ma non sa che se è effettivamente amata.”
Lanthimos è poi intervenuto per parlare di come ha girato La Favorita:
“Il modo in cui si filma dipende molto dal gusto personale. A volte è molto istintivo e si sente che le cose sono giuste, altre no. Sto sperimentando l’uso del grandangolo soprattutto negli ultimi film e ho pensato che questo fosse il film appropriato, perché era importante dimostrare la contraddizione visiva tra queste figure piuttosto solitarie in questi ambienti molto vasti. Persone che prendono decisioni che hanno effetti su milioni di persone.”
“Non è comune vedere un film girato in questo modo ma mi è sembrato giusto, ci sono dipinti anche di secoli precedenti, specchi complessi, e mi sembrava perfetto per questo periodo. Molte delle location che abbiamo utilizzato sono piene di oggetti di molti periodi diversi, e abbiamo voluto concentrarci su questi personaggi femminili svuotando e rendendo più libero lo spazio in cui vivevano, che viene diviso in tre location diverse. Le riprese sono in contrasto ma rimane un senso di claustrofobia.”
Lo stesso regista ha parlato del suo rapporto con la sua madre patria Grecia e del ruolo della donna nel film:
“Più lavoro fuori dalla Grecia più mi sento greco. Il modo in cui abbiamo iniziato a girare il film in Grecia è molto distante dalla realizzazione di un film a Londra. Non sto dicendo che il modo migliore è come lavoravamo in Grecia, ma molte cose che ho imparato sono difficili da traslare, perché mancano la generosità e la spontaneità. Per quanto riguarda le protagoniste, le abbiamo presentate come esseri umani. Le donne sono troppo spesso oggetto del desiderio, casalinghe, fidanzate. Abbiamo cercato di dare il nostro contributo dimostrando e facendo vedere che sono donne fantastiche e orrende.”