1408: più di un finale nel film di Mikael Håfström
Ben quattro finali erano stati pensati per il film 1408, ma solo uno è stato visto dal pubblico. Ecco come poteva concludersi il film di Mikael Håfström.
Nel 2007 Mikael Håfström ha portato sullo schermo il breve racconto di Stephen King, realizzando l’omonimo film di genere thriller 1408 con protagonista John Cusak nei panni di Mike Enslin, uno scrittore e ricercatore alle prese con una camera d’hotel particolare, in cui tutti coloro che vi alloggiano non riescono a sopravvivere alla notte e decidono di suicidarsi. Mike si è specializzato nello svelamento delle truffe organizzate a danni di turisti e visitatori di vari luoghi e decide di provare su di sé cosa succede dentro questa stanza.
Per questo film sono stati realizzati ben quattro finali, di cui solo uno è stato presentato nelle sale cinematografiche al momento dell’uscita, ma tutti quanti differiscono dal finale originale scritto da Stephen King nel suo racconto. Il finale proposto dalla versione sul grande schermo vede Mike salvarsi dall’incendio e svegliarsi in ospedale al fianco della moglie (con cui era in crisi), convinto che la traumatica esperienza alberghiera sia stata solo una profonda allucinazione. Durante la convalescenza, però, riascoltando il nastro registrato durante quella notte, il riemergere della voce della figlia defunta, mette in dubbio le certezze di Mike e sua moglie.
In due dei finali non proposti in sala, invece, Mike non sopravvive all’incendio della camera 1408: in uno Lily, la moglie, riceve gli effetti personali del marito, tra i quali trova il nastro con la registrazione della conversazione tra lo scrittore e la defunta figlia; nell’altro invece il direttore dell’hotel diventa il regista di tutta la terrificante esperienza, che non finisce con la distruzione della camera bensì continua a vivere nelle parole scritte dal protagonista. L’ultima alternativa della conclusione della notte narrata in 1408 propone la riappacificazione tra i due coniugi, ma nonostante il lieto fine, la voce della figlia emerge anche in questo caso dalle registrazioni della celeberrima nottata, facendo riavvicinare definitivamente marito e moglie.
Per 1408 sono stati realizzati quattro finali, tutti diversi dal finale scritto da Stephen King nel suo racconto
Nella versione originale scritta da Stephen King, 1408 si conclude nella fase iniziale del racconto. Essendo infatti una narrazione breve, tutte le storture (letteralmente, già prima di entrare, la porta inizia a inclinarsi) si manifestano ancor prima dell’ingresso nella stanza infestata. Poco dopo essere entrato, inoltre, lo scrittore inizia ad avere allucinazioni e a sentire delle voci, quasi fossero un istinto primordiale che lo convince addirittura a darsi fuoco. Riuscendo a uscire dalla camera, Mike viene soccorso da un altro ospite dell’hotel, non riuscendo a liberarsi però di ricordi e paranoie che minano in maniera quasi irreversibile la sua sanità mentale.
Per una volta, dunque, lo scrittore Stephen King si distingue dalla realizzazione della versione cinematografica del regista Mikael Håfström e dei suoi sceneggiatori in senso positivo o quanto meno ottimistico, avendo ideato un finale che lascia presagire una risoluzione dell’esperienza che, nonostante le difficoltà nel metabolizzarla, lascia comunque proseguire la vita dello scrittore. La drammaturgia del film trae invece, come prevedibile, giovamento da una conclusione così aperta come l’apparizione, seppur solo sonora, della figlia dei protagonisti, che porta in sé anche la conferma che la notte passata dal Mike nella camera 1408 sia realmente accaduta. Nessuna allucinazione, quindi, bensì suggestioni fisiche e fenomeni al limite del paranormale che ripercorrono il labirinto della mente umana, andando a scavare nel profondo del subconscio, quasi fosse la rappresentazione sensoriale di una psicanalisi volta a far emergere i punti più dolorosi (e per questo salienti) della vita del protagonista.