40 anni di Star Wars: 10 curiosità da sapere nel sul primo film della saga
Dalla scommessa fra George Lucas e Steven Spielberg, passando per i sacrifici di Carrie Fisher, gli omaggi e non solo. A 40 anni di distanza Guerre Stellari continua ad affascinare i fan!
Per milioni di persone in tutto il mondo, il 25 maggio non è un giorno come gli altri. Esattamente 40 anni fa vedeva infatti la luce Star Wars, un progetto folle, difficile e coraggioso, portato a termine fra tanta diffidenza e mille difficoltà da un giovane cineasta americano di nome George Lucas, noto fino a quel momento solo per due eccellenti e sottovaluti pellicole come L’uomo che fuggì dal futuro e American Graffiti. Un fantasy trapiantato nello spazio, una storia di amicizia e riscatto fra pianeti, galassie e astronavi, una nuova semplice quanto originale pagina dell’eterna sfida fra Bene e Male, l’inizio della più amata saga della storia del cinema, che ancora oggi continua ad appassionare, intrattenere e ispirare intere generazioni di spettatori.
Celebriamo oggi i 40 anni di Star Wars: Episodio IV – Una nuova speranza con una raccolta delle 10 più interessanti curiosità sul film, utili per comprendere meglio le idee, la passione e la fatica che hanno accompagnato la realizzazione di questo primo seminale e indimenticabile capitolo della saga.
È un periodo di guerra civile. Navi spaziali ribelli, colpendo da una base segreta, hanno ottenuto la loro prima vittoria contro il malvagio impero galattico. Durante la battaglia, spie ribelli sono riuscite a rubare i piani segreti dell’arma decisiva dell’Impero, la MORTE NERA, una stazione spaziale corazzata di tale potenza da poter distruggere un intero pianeta. Inseguita dai biechi agenti dell’Impero, la principessa Leila sfreccia verso casa a bordo della sua aeronave stellare, custode dei piani rubati che possono salvare il suo popolo e ridare la libertà alla galassia…
La scommessa fra George Lucas e Steven Spielberg
Durante una visita sul set del formidabile Incontri ravvicinati del terzo tipo di Steven Spielberg, il papà di Star Wars George Lucas ebbe l’impressione che a sbancare i botteghini di quell’anno non sarebbe stato il suo film, ma quello dell’amico fraterno, che era invece del parere opposto. Fermi sulle rispettive posizioni, i due si sfidarono in un’amichevole e milionaria scommessa, accettando di scambiarsi il 2,5% dei profitti dei loro film. Nonostante il successo della pellicola di Spielberg, capace di incassare più di 300 milioni di dollari dell’epoca, George Lucas ha nettamente perso la scommessa, visto che, considerando l’inflazione, il suo film nel tempo è diventato il terzo maggiore incasso di tutti i tempi, con poco meno di 3 miliardi di dollari raccolti al box office. Il guadagno stimato da parte di Steven Spielberg con questa scommessa è di circa 40 milioni di dollari.
L’importanza del cane di George Lucas
Durante la scrittura di Star Wars, George Lucas aveva accanto a sé un tenero e fedele amico, che lo accompagnava anche durante i suoi spostamenti in auto sedendosi sul sedile del passeggero. Stiamo parlando di Indiana, un grosso cane di razza Alaskan malamute che il regista possedeva all’epoca. Fu proprio questo peloso e robusto animale a fornire a George Lucas l’ispirazione per il personaggio di Chewbacca, valoroso e affidabile copilota di Han Solo.
Non vi sarà certamente sfuggita l’omonimia del cane con uno dei personaggi più celebri della storia del cinema. Anche il nome Indiana Jones è infatti un omaggio al cane di George Lucas, autore del soggetto de I predatori dell’arca perduta e di tutti i suoi seguiti, diretti dal già citato amico Steven Spielberg. In un ironico parallelo con questa vicenda, lo splendido terzo capitolo della saga sul celeberrimo archeologo Indiana Jones e l’ultima crociata rivela che il nome d’arte del protagonista deriva da quello del vecchio cane di famiglia.
L’ingaggio di Harrison Ford per Star Wars
La scelta dell’interprete di Han Solo fu per George Lucas particolarmente ardua. Dopo gli eccellenti rifiuti di Al Pacino, Jack Nicholson, Robert De Niro, James Caan e Burt Reynolds e varie insoddisfacenti audizioni, Lucas si rese conto che l’attore perfetto per il ruolo chiave di Han era proprio Harrison Ford, che il regista aveva ingaggiato per leggere alcune battute durante i provini di altri, escludendolo a priori dal film perché intendeva ingaggiare solo interpreti con cui non aveva mai lavorato (Ford era già presente in American Graffiti). Il compenso di Harrison Ford per Star Wars fu di 10.000 dollari totali, 1000 per ogni settimana di ripresa. Un ingaggio accettabile per un attore emergente dell’epoca, ma decisamente irrisorio rispetto a quello che l’attore ha percepito per il settimo episodio della saga Il risveglio della Forza, stimato in circa 25 milioni di dollari, senza tenere conto di una discreta percentuale sui profitti.
La nascita del mito di Darth Vader
Gran parte del successo di Star Wars è sicuramente da attribuire al celeberrimo Darth Vader, diventato successivamente un’icona della saga e uno dei più famosi villain cinematografici di sempre, nonostante sia presente in scena per soltanto 12 minuti. Il malvagio Sith è stato il primo personaggio creato per il film da George Lucas, che ha poi modificato il suo stile e le sue sembianze grazie al fondamentale contributo dell’artista Ralph McQuarrie. Dentro l’armatura di Vader si cela l’attore britannico David Prowse, all’epoca alto più di 2 metri, che Lucas ha però deciso di doppiare a causa del suo forte accento. Dopo aver pensato al maestro della settima arte Orson Welles, non scelto per via dell’altissima riconoscibilità del suo timbro vocale, Lucas ha scritturato come voce di Vader lo statunitense James Earl Jones, il quale ha esplicitamente richiesto di non essere incluso nei crediti, considerandosi poco più di un effetto speciale.
Gli omaggi di Star Wars alla storia del cinema
George Lucas è un grande amante e conoscitore della settima arte, e non ha mancato di disseminare nella sua opera più celebre citazioni e riferimenti a pietre miliari del cinema. Fra i tanti omaggi, è opportuno segnalare che l’aspetto del simpatico droide protocollare C-3PO ricalca quello del robot protagonista della pietra angolare della fantascienza Metropolis. Non mancano inoltre riferimenti al cinema del grandissimo Akira Kurosawa, da cui George Lucas riprende le caratteristiche transizioni orizzontali, ma anche elementi specifici di alcune sue pellicole: la splendida scena in cui Luke osserva i due soli su Tatooine ne omaggia una analoga di Dersu Uzala e lo stesso giovane Skywalker ricorda da vicino il personaggio di Kikuchiyo de I sette samurai, mentre da La fortezza nascosta il regista ha tratto spunto per i personaggi di R2-D2 e C3-PO.
Per le sequenze dell’attacco alla Morte Nera, George Lucas ha tratto ispirazione da I guastatori delle dighe, film a cui ha lavorato il direttore della fotografia di Star Wars Gilbert Taylor incentrato sull’Operazione Chastise, evento della Seconda guerra mondiale in cui l’aviazione britannica distrusse alcune dighe tedesche. La citazione più toccante del film è però quella al capolavoro western di John Ford Sentieri selvaggi: la sequenza in cui Luke trova la sua casa bruciata e la sua famiglia assassinata è infatti uno splendido omaggio all’analoga scena con protagonista John Wayne nella pellicola fordiana.
Skywalker o Starkiller?
Fino a una fase avanzata della lavorazione del film, il cognome di Luke era Starkiller, ma Lucas ha deciso di sostituirlo con Skywalker in quanto troppo inquietante e fuorviante rispetto al personaggio.
Il personaggio di Luke è stato modificato più volte nelle varie fasi della sceneggiatura: in una stesura preliminare, il nome del giovane eroe doveva essere Anakin Starkiller, con Luke Skywalker a fargli da vecchio mentore. Prima della versione finale, Lucas ha inoltre considerato di trasformare il personaggio in una donna. Tutte queste idee sono poi state riutilizzate in Star Wars: Anakin è diventato il nome del padre di Luke, la sua versione matura è diventata lo spunto per il personaggio di Obi-Wan Kenobi e la sua variante femminile è diventata Leia. Il nome Starkiller è stato invece utilizzato sia per il protagonista del videogame Star Wars: Il potere della Forza sia come appellativo della base del Primo Ordine ne Il risveglio della Forza.
Gli infortuni di Mark Hamill
Durante le riprese della scena ambientata nel compattatore di rifiuti, Mark Hamill è stato costretto a trattenere il respiro sott’acqua per molti secondi, procurandosi la rottura di un vaso sanguigno e un conseguente vistoso versamento su un lato del volto. Per aggirare il problema, tutte le successive inquadrature di Mark Hamill sono state fatte mettendo in mostra solo il lato intatto del viso. A pochi giorni dalla fine delle riprese, l’attore è stato inoltre coinvolto in un brutto incidente automobilistico, che gli ha procurato diverse escoriazioni, la frattura del setto nasale e la rottura di uno zigomo, costringendo Lucas a ingaggiare una controfigura per le poche scene rimanenti del personaggio di Luke Skywalker.
Brian De Palma e Star Wars
Brian De Palma è stato curiosamente coinvolto più volte nella genesi di Star Wars. Il regista di Scarface, Carlito’s Way e Gli intoccabili è stato coinvolto in una proiezione di una versione preliminare della pellicola riservata agli amici e colleghi di George Lucas, al termine del quale ha definito Star Wars il peggior film mai fatto. De Palma ha inoltre insistito con l’amico Lucas per modificare i titoli di testa, da lui ritenuti troppo confusionari. I titoli a scorrimento che sono poi diventati un grande classico della saga sono quindi frutto anche del lavoro di De Palma, che ha contribuito alla loro forma e al testo in essi contenuto.
Lucas e De Palma hanno inoltre condiviso le sessioni di casting di Star Wars e Carrie – Lo sguardo di Satana, durante le quali William Katt ha perso il ballottaggio con Mark Hamill per il ruolo di Luke, ma ha guadagnato il ruolo di Tommy Ross nell’horror tratto dal romanzo di Stephen King.
I sacrifici di Carrie Fisher per Star Wars
Durante le riprese di Star Wars, la compianta Carrie Fisher è stata costretta ad alcuni sacrifici. Il più fastidioso e divertente è stato sicuramente quello di avere i propri seni coperti da del nastro adesivo telato. Il motivo? Secondo lo stesso George Lucas, “non esiste biancheria intima nello spazio”. Per la parte di Leia, l’attrice ha inoltre dovuto imparare a usare le armi, prendendo lezioni dalla stessa persona che precedentemente aveva istruito Robert De Niro per Taxi Driver, e fingere per ragioni di copione di odiare Peter Cushing, con il quale aveva invece instaurato un ottimo rapporto umano e lavorativo.
Che la Forza sia con te
Contrariamente a quanto si è portati a credere, nel corso del primo Star Wars Obi-Wan Kenobi non pronuncia mai la celeberrima frase May the Force be with you, ma una variazione sul tema (“The Force will be with you. Always“). La frase è invece pronunciata da Han Solo e dal Generale Dodonna, entrambi non sensibili alla Forza. Singolarmente, il vecchio Maestro Jedi durante il film non incontra mai colei che aveva richiesto il suo aiuto, ovvero Leia. L’unico incontro fra i due nella cronologia della saga rimane così quello della nascita della Principessa nel finale de La vendetta dei Sith.