Alba Rohrwacher in 10 film: i ruoli più significativi della sua carriera

Alba Rohrwacher è una delle interpreti più apprezzate del panorama italiano che, nel corso della sua carriera, ha già collezionato una serie di personaggi peculiari e molto diversi tra loro. Ecco i suoi film migliori in cui non manca quello diretto dal compagno Saverio Costanzo

L’abbiamo vista giorni fa commossa al Grand Theatre Lumiere di Cannes dopo la proiezione di Lazzaro felice di Alice Rohrwacher, primo film italiano in concorso, acclamatissimo in sala: Alba Rohrwacher, protagonista del nuovo lavoro della sorella, è  una delle interpreti più apprezzate del panorama italiano che, nel corso della sua carriera, ha già collezionato una serie di personaggi peculiari e molto diversi tra loro. Diplomata al Centro Sperimentale di Cinematografia nel 2003, comincia da subito a lavorare con importanti registi come Carlo Mazzacurati e Daniele Luchetti fino alla consacrazione nel 2008 con Pupi Avati che la sceglie come protagonista di Il papà di Giovanna. È in particolare in questa occasione che emerge tutto il talento dell’attrice toscana: delicata e sempre sobria nell’interpretazione, anche nei momenti più concitati e tragici. Alba Rohrwacher riesce a costruire ogni personaggio con naturalezza e senza mai apparire forzata o fuori contesto. Ogni interpretazione è una prova che si rivela sempre vincente, anche nelle parti secondarie. Bellezza particolare, da quadro ottocentesco, ha caratterizzato ogni suo ruolo di quel candore che costantemente le illumina il volto.

Se non ne conoscete bene la filmografia, forse è il caso di recuperare almeno i film più significativi della sua carriera. Pronti?

Il meglio di Alba Rohrwacher in 10 film

Giorni e nuvole (2007)

Alba Rohrwacher Cinematographe.it

Uno dei primi ruoli importanti per Alba Rohrwacher in Giorni e nuvole di Silvio Soldini accanto a Margherita Buy e Antonio Albanese: qui l’attrice interpreta Alice, figlia ribelle della coppia protagonista, Elsa e Michele. I genitori si trovano improvvisamente a cambiare le loro vite dopo il licenziamento di Michele e a confrontarsi con le difficoltà di trovare un lavoro. Ancora una volta il regista si dimostra capace di raccontare la quotidianità e i problemi della normalità con leggerezza e delicatezza. David di Donatello come miglior attrice non protagonista alla Rohrwacher nel 2008.

Il papà di Giovanna (2008)

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Uno dei drammi più duri e commoventi di Pupi Avati che vede Alba Rohrwacher nei panni della fragile Giovanna. Il ruolo che, più di altri precedentemente, rese chiaro che sul talento dell’attrice si poteva scommettere. Ambientato a Bologna negli anni ’30, il film narra del rapporto morboso che la ragazza ha con il padre Michele (Silvio Orlando) che carica di aspettative la figlia, disturbata mentalmente e poco attraente. Il destino di Giovanna è purtroppo il manicomio. L’interpretazione della Rohrwacher è straziante e intesa nel comunicare la miseria umana, nel mostrare i turbamenti di un’anima perduta, capace però, di un amore sconfinato e tenero verso un padre colpevole della sua perdizione. Migliore attrice protagonista ai David di Donatello del 2009.

Cosa voglio di più (2010)

Alba Rohrwacher Cinematographe.it

Amore, passione e tradimento. Alba Rohrwacher torna a lavorare con Silvio Soldini in un film in cui viene fuori tutto il suo lato sensuale: Anna è la classica donna che crede di essere felice con il suo compagno e una vita programmata. Fino a quando un giorno non incontra Domenico (Pierfrancesco Favino), sposato e con figli, e il suo mondo verrà stravolto. Tra i due nascerà un rapporto carnale e fuori controllo. L’attrice, alle prese con scene di nudo e di passione, si confronta per la prima volta con un ruolo accattivante e inedito.

La solitudine dei numeri primi (2010)

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Tratto dall’omonimo romanzo di Paolo Giordano, nel film diretto dal compagno Saverio Costanzo, Alba Rohrwacher si confronta nuovamente con un personaggio tormentato: Alice una ragazza fragile, anoressica e sola. I compagni di scuola la tormentano e la umiliano. Il suo unico confidente è Mattia (Luca Marinelli) il quale custodisce un segreto insopportabile. I due, sempre più isolati da una società così aggressiva e in contrasto con il loro candore, si rifugiano nella loro sofferenza facendosi forza a vicenda. Nastro d’argento nel 2011 per Alba Rohrwacher.

Le meraviglie (2014)

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Primo film per Alba Rohrwacher diretta dalla sorella Alice: qui interpreta Angelica, un’apicoltrice che vive con il marito e le quattro figlie in un suggestivo casale della campagna umbra. Le giornate di questa famiglia sono scandite dalla natura incontaminata e da una vita autentica. Fino all’arrivo di una troupe televisiva e di Milly Catena (Monica Bellucci) un’affascinante conduttrice televisiva. Madre premurosa in contrasto con il marito severo e pratico, Angelica è pronta ad assecondare i sogni della figlia Gelsomina che vuole partecipare al programma condotto da Milly e cambiare per sempre la sua vita. Grand prix speciale al Festival di Cannes del 2014.

Hungry Hearts (2014)

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Il sodalizio con Saverio Costanzo continua per Alba Rohrwacher con questo dramma in cui interpreta nuovamente una madre, Mina, ossessionata dall’igiene e dalla purezza. Il bambino avuto da Jude (Adam Driver) ha problemi alimentari perché la donna lo nutre solo con frutta e verdura. Mina è ossessionata dall’idea che suo figlio sia un essere “speciale” e che come tale debba essere immune alle impurità. In questa occasione l’attrice si confronta con un personaggio disturbato dandogli una forte valenza inquietante perfettamente inserita in questo thriller psicologico. Coppa Volpi al Festival di Venezia del 2014 per Driver e Rohrwacher.

Vergine Giurata (2015)

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Un personaggio cucito addosso ad Alba Rohrwacher quello di Hana nel film di Laura Bispuri, presentato in concorso al Festival di Berlino del 2015 e liberamente tratto dall’omonimo romanzo di Elvira Dones. Orfana albanese, Hana è adottata da un montanaro che ha una figlia della sua stessa età. La protagonista è costretta a seguire le rigide regole del Kanun, diritto civile attivo tra i montanari albanesi che in mancanza di figli maschi, possono spingere una donna ad autoproclamarsi uomo. E questo succederà ad Hana che condurrà una vita da maschio. Con i suoi tratti particolari e una fisicità androgina, la Rohrwacher si cala totalmente in un personaggio che deve rinunciare alla sua femminilità, al sesso, a una vita da donna. Hana diventa Mark e interpreta con naturalezza ed efficacia questa duplicità: il dovere di essere uomo e l’istinto primario di essere una donna con i suoi desideri.

Perfetti sconosciuti (2016)

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Un altro ruolo inedito per Alba Rohrwacher nel film ormai cult di Paolo Genovese. In Perfetti Sconosciuti l’attrice è Alba, da poco sposata con Cosimo (Edoardo Leo). Ingenua e sincera crede che la sua storia sia priva di ogni segreto ma una cena a casa dei loro migliori amici cambierà (forse) tutto a causa “della scatola nera” delle vite di tutti noi: il cellulare.  La Rohrwacher si confronta per la prima volta con un personaggio “leggero” e a tratti comico, fino alla svolta che la riporterà a un’interpretazione che è più nelle sue corde: quella del dramma.

The Place (2017)

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Di nuovo con Paolo Genovese: in The Place Alba Rohrwacher è Chiara, una suora che ha perso la fede e vuole assolutamente ritrovarla. Si rivolge e un uomo misterioso (Valerio Mastandrea) che esaudisce desideri in cambio della realizzazione di un compito. Per Chiara è alquanto estremo: per ritrovare Dio deve rimanere incinta. Inizialmente incredula, Chiara ben presto si darà da fare per portare a compimento la sua “missione”: la Rohrwacher riesce gradualmente a trasformare lo sguardo della tenera suora da smarrito e innocente a caparbio e disincantato.

Figlia mia (2018)

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Di nuovo con Laura Bispuri, di nuovo al Festival di Berlino, di nuovo nel ruolo di una madre, snaturata questa volta: Alba Rohrwacher è Angelica che anni prima ha dato in affidamento sua figlia Vittoria a Tina (Valeria Golino). La sua è una vita degradante, dedita all’alcol e al sesso occasionale. Angelica ritorna all’improvviso nella vita della figlia e per le due donne inizierà una lotta per il suo amore. Sguaiata, truccata pesantemente: un personaggio altamente melodrammatico con il quale l’attrice si destreggia tra un’ubriacatura, una torrida scena di sesso e lo sguardo apprensivo di una madre verso una figlia.