Alien: Romulus – spieghiamo come si collega agli altri film della saga

Allerta SPOILER! Scopriamo in che modo Alien: Romulus si collega agli altri film della saga.

Al cinema dal 14 agosto 2024, Alien: Romulus riporta la saga ideata da Ridley Scott alle origini, proponendo una trama che per certi versi ricalca altri film del franchise: un gruppo di giovani colonizzatori, una navicella abbandonata, androidi e l’immancabile colpo di scena che farà di una tranquilla gita tra le stelle una carneficina spaziale.
Che dire, Fede Alvarez ha fatto i compiti a casa: Romulus ha tutti gli elementi che un fan della saga si aspetta di trovare in un film del genere, il che lo rende coinvolgente, ma anche prevedibile e soggetto a inevitabili paragoni e collegamenti.

Alien: Romulus - cinematographe.it

Prima di sviscerarli insieme, è bene capire le dinamiche narrative di Alien:Romulus, diretto da Fede Alvarez su una sceneggiatura scritta da quest’ultimo insieme a Rodo Sayagues, prodotto da Ridley Scott con Fede Alvarez, Elizabeth Cantillon, Brent O’Connor e Tom Moran come produttori esecutivi.
Il film vede protagonista la venticinquenne Rain Carradine (Cailee Spaeny) e l’androide Andy (David Jonsson), suo fratello adottivo, i quali si lasciano coinvolgere da un gruppo di amici in una missione apparentemente molto semplice, che li porterebbe a sfuggire dalle grinfie della Weyland-Yutani, dandogli la possibilità di viaggiare verso un mondo migliore. Essendo giovani coloni spaziali e rendendosi conto della presenza, nella loro orbita, di una stazione spaziale dismessa, si lasciano stuzzicare dall’idea di accaparrarsi il carburante necessario alla fuga, senza chiaramente sapere ciò che troveranno a bordo.

Va detto, per correttezza, che la visione di Alien:Romulus non è necessariamente legata agli altri film della saga, risultando un’opera completa e abbastanza comprensibile anche dal pubblico che ignora o ricorda poco e male il resto del franchise, tuttavia conoscere gli altri capitoli ci espone a scorgerne inevitabilmente i collegamenti, non solo col primo film del 1979 (Alien di Ridley Scott), bensì anche con Prometheus (2012) e Alien: Covenant (2017), entrambi di Ridley Scott.

In che modo Alien: Romulus si collega ad Alien?

Premettendo che Alien di Ridley Scott è ambientato nell’anno 2122 e che Aliens (1986) di James Cameron nel 2179, sappiamo che gli eventi narrati in Alien: Romulus si svolgono circa vent’anni dopo quelli del primo film e circa 37 anni prima di quelli raccontati nel film di James Cameron.
Alien: Romulus rivela che il leggendario Xenomorfo Big Chap che Ellen Ripley (Sigourney Weaver) aveva buttato fuori dalla Nostromo nel primo film è effettivamente riuscito a sopravvivere per poi essere recuperato dalla stazione di ricerca Romulus della Weyland-Yutani (cioè il luogo d’interesse dei protagonisti), che ha iniziato a svolgere le dovute sperimentazioni.

I collegamenti con Alien: Covenant e Prometheus

All’interno della Romulus i ragazzi sono costretti a ricollegare un vecchio androide, si tratta di un sintetico Hyperdyne Systems 120-A2 di nome Rook, gemello dell’androide Ash di Alien, a cui prestava il volto il defunto Ian Holm (ciò che vediamo sul grande schermo è opera della digitalizzazione, già usata dalla Disney anche con Carrie Fisher e Peter Cushing in Star Wars). Rook, che sembra essere perfettamente a conoscenza di tutti gli eventi accaduti in Alien: Covenant e in Prometheus, nonché delle sorti della Nostromo, spiega a Rain e ai suoi compagni che a bordo della Romulus avevano estratto dallo Xenomorfo il siero nero e appiccicoso, che vediamo anche in Prometheus e Covenant.
Non ci vene spiegata esattamente la natura di questa sostanza, ma comprendiamo che la sua funzione è pari a quella di un un mutageno incredibilmente aggressivo, avente il potere di creare e distruggere forme di vita. In Alien: Covenant, per esempio, abbiamo appreso che l’androide David (Michael Fassbender) stava usando questa sostanza per decodificare il DNA degli Xenomorfi.

Secondo Rook, gli scienziati della Romulus stavano tentando di usare la sostanza appiccicosa nera per migliorare il genere umano, inadatto alla colonizzazione dello spazio, così da creare lavoratori migliori per la Weyland-Yutani. Tuttavia, le cose andarono storte quando lo Xenomorfo, inaspettatamente sopravvissuto, distrusse l’equipaggio, deponendo le uova di Facehugger nella nave e creando un alveare di Xenomorfi.

Gli Ingegneri di Prometheus e il riferimento ad Alien – La clonazione

Come se non bastasse, la cura che avrebbe dovuto portare a una miglioria non sembra funzionare e ciò lo dimostra Kay (Isabela Merced), la ragazza incinta che, ancora non fecondata dallo Xenomorfo, è indotta a iniettarsi la cura datale da Andy per cercare di salvarsi. Ciò che partorirà sarà un grottesco ibrido Xenomorfo-umano che per certi versi sembra somigliare agli Ingegneri di Prometheus. A detta dello stesso regista, questo riferimento è voluto, infatti: “se influenza il DNA umano e gli Ingegneri provengono dalla stessa radice, allora ha perfettamente senso”.

Inoltre in questo modo Alien: Romulus si collega anche ad Alien – La clonazione (1997) di Jean-Pierre Jeunet, che nella sequenza temporale è posto dopo. Nel film in questione, una clone di Ripley (Sigourney Weaver) dà vita a un ibrido umano/xenomorfo, che però in questo caso assomiglia più allo xenomorfo.

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