Annabelle 3 – la spiegazione del film horror
Al suo terzo capitolo la bambola demoniaca in Annabelle 3 mostra tutta la sua forza e il suo potere nell'evocare nuovi e spaventosi spiriti.
L’universo di The Conjuring continua ad espandersi. Dato inizio alle storie cinematografiche dei Warren nel 2013, i coniugi sensitivi hanno aperto non solo le porte ad un mondo sovrumano, ma ad un universo filmico che è andato ampliandosi con l’arrivo di ulteriori, terrificanti personaggi. Un tempo relativamente breve quello che è andato mostrando un già corposo numero di misteri, pronto a rimpolparsi dopo suore inquietanti e poltergeist insidiosi con il terzo capitolo sulla bambola demoniaca più letale di sempre.
Annabelle 3: recensione del film horror di Gary Dauberman
Annabelle 3 è l’ultimo lavoro diretto da Gary Dauberman, già sceneggiatore dei precedenti film sulla protagonista inanimata e passato, con il completamento di questa prima trilogia, alla regia dell’opera horror. Non abbandonando, comunque, la fase di scrittura, che lo vede impegnato nell’interazione dei nuovi personaggi con i poteri maligni della creatura fatta di morte e porcellana, Dauberman rende ancora più inclusivo il mondo spaventoso della bambola, non rendendola più unico elemento da cui tenersi alla larga, ma catalizzando nel giocatolo un potere talmente grande da dare sfogo ad un ulteriore schiera di presenze diaboliche.
La funzione di tramite di Annabelle è sempre stata chiara fin dal principio. Non è realmente la bambola a generare i terribili destini di chi la tiene in casa, si tratta piuttosto di una porta attraverso cui il Diavolo può entrare a far parte della quotidianità di chi la possiede e alimentarsi prendendo a sé le anime più fragili. È ciò che spiegava il primo film nel 2014 e che diventò ancora più chiaro con Annabelle: Creation (2017), quando non solo venne presentato il continuo tentativo di presa del mefistofelico sulla piccola protagonista, ma pellicola si impegnava anche di raccontare l’origine del giocattolo e il suo essersi evoluto nel mezzo ideale di comunicazione tra vita e morte, soprattutto per la defunta figlia del realizzatore della bambola.
Annabelle 3 – L’arrivo degli Warren e il prologo iniziale
Collegamento talmente stretto che intercorre negli anni e che ha portato i due precedenti film ad incontrarsi nel loro terzo episodio. Questa volta è direttamente in mano di Ed e Lorraine Warren che finisce Annabelle, consegnata dopo i dubbi suscitati dal giocattolo ad un paio di ragazze, che si erano ritrovate ad ospitarla nella loro casa. Ormai conosciuti per le loro doti paranormali, i Warren decidono di portare con sé la bambola ed è direttamente nel prologo di Annabelle 3 che la creatura dà prova di ciò che, ancora più pericolosamente, andrà a compiere una volta giunta nella dimora e nel magazzino segreto degli Warren.
Consegnata, dunque, la bambola, marito e moglie si incamminano verso la loro casa quando, nei pressi di un cimitero, la loro macchina si spegne improvvisamente. Non è certo un caso che lo sceneggiatore e regista Gary Dauberman abbia scelto proprio il luogo dei morti per aprire Annabelle 3. Il cimitero non viene usato solamente in virtù del suo aspetto spettrale, ma mette in chiaro fin dal principio la potenzialità della bambola, che risveglia, infatti, le anime dei defunti e li schiera di fronte alla macchina della coppia mentre Ed è sceso per controllarla. “La bambola è un tramite con gli spiriti”: è Lorraine stessa, interpretata da Vera Farmiga, a descrivere la funzione di Annabelle, dopo aver rabbrividito alle parole di una presenza incorporea seduta sui sedili posteriori.
Il mausoleo di Ed e Lorraine Warren nel nuovo capitolo di The Conjuring e quel tramite per gli altri spiriti…
È, quindi, da subito che Annabelle 3 delinea ciò che accadrà durante l’intero film. Posta in una teca benedetta, che dovrebbe limitare i danni dell’influenza malefica che la bambola porta con sé, il fantoccio verrà riattivato dalla giovane Daniela (Katie Sarife) in seguito alla preghiera di poter comunicare con il padre, venuto a mancare dopo un incidente stradale di cui si ritiene responsabile. Ma l’aver aperto la cella vetrata di Annabelle, averle permesso, in qualche modo, di interagire con un livello intangibile del reale che, vista la propria natura, si rifà al demoniaco, scatena nella casa degli Warren un risveglio inaspettato, che coinvolge all’unisono tutti gli oggetti, gli amuleti e le anime inquiete chiuse sottochiave nella stanza.
È così che, immersa nel mausoleo degli Warren, la bambola svolge la sua funzione primaria: essere tramite per riportare al mondo gli spiriti. Sono con il traghettatore Ferryman, con un enorme licantropo e con La Sposa che le tre protagoniste dovranno fronteggiarsi, lasciate sole mentre i coniugi Warren sono partiti per un lavoro lontano da casa. Non più, quindi, solamente il Diavolo, in un’unica notte le ragazze dovranno affrontare con preghiere ed escamotage i poteri della bambola, tentando disperatamente di spezzare il ponte tra normalità e mondo degli inferi.
Non sarà però distruggendo la bambola che il male verrà eliminato. È ancora una volta Lorraine Warren a esplicitarne le ragioni. In una realtà in cui il benigno si contrappone alla sua parte maligna, ciò che c’è di orribile non potrà mai svanire ed è nel delimitare i danni che si può tentare di mantenere al sicuro la propria vita. Così la bambola viene riposta nella propria teca, liberata nuovamente da intenti infernali. Annabelle 3 sembra concludersi quando la pace è oramai ristabilita, pur mantenendo vivi nella memoria gli spiriti che, per una notte, è stata capace di ridestare…