Anthony Hopkins: i 10 migliori film dell’attore de Il silenzio degli innocenti
Quali sono i film migliori di Anthony Hopkins? Ecco la nostra top 10!
Garbo, teatralità e insania “Sir” Philip Anthony Hopkins nasce nel 1937 a Margam, un sobborgo di Port Talbot nel Galles. Affetto da una lieve forma di dislessia, dalla Cowbridge School si trasferisce per volontà dei genitori alla YMCA, occasione fondamentale per incoraggiare la socializzazione e rimediare all’atteggiamento introverso del ragazzo (Anthony Hopkins soffre della sindrome di Asperger). Al periodo di formazione presso la Royal Academy of Dramatic Art segue l’intensa collaborazione con Laurence Olivier che nel 1965 lo prende sotto la sua ala al National Theatre, un’esperienza che consacra il giovane Hopkins, sostituto ufficiale di Laurence Olivier nella messa in scena del dramma Danza di morte di August Strindberg.
Nel 1968 l’esordio cinematografico con Il leone d’inverno, il film di Anthony Harvey in cui l’attore, affiancato da Peter O’Toole nel ruolo del sovrano Enrico II d’Inghilterra e da Katharine Hepburn (la regina Eleonora d’Aquitania) interpreta il figlio Riccardo Plantageneto, futuro erede al trono che invischiato in liti, gelosie e cospirazioni di palazzo tenta di nascondere la propria omosessualità. Conteso tra palcoscenico e numerose produzioni cinematografiche, il ruolo che lo consacra definitivamente arriva nel 1991 con Il silenzio degli innocenti, il film di Jonathan Demme che per soli 16 minuti di girato gli vale il Premio Oscar come miglior attore protagonista, un’interpretazione magistrale che giustifica la sua prima posizione nella lista dei “villains” stilata dall’American Film Institute. Vegetariano convinto e membro di Greenpeace Anthony Hopkins rifugge chi è convinto di avere la verità in mano e si fa portavoce di una lucida analisi esistenziale: “La condizione umana non è semplice, combattiamo ogni giorno e sappiamo di dover morire. Siamo condannati a morire, ma anche a vivere. E questo è straordinario“.
Forse per questo motivo la trasparenza e quella sua tipica, a tratti inquietante, “naturalezza teatrale” (fu la meravigliosa Katharine Hepburn sul set de Il leone d’inverno ad incoraggiarlo a non recitare, ma limitarsi a leggere il testo) ci hanno tenuto compagnia nel corso di una svilente pandemia, carnefice e tiranna del tempo libero. Tempo che “Sir” Hopkins ha sfruttato al meglio ritrovando il piacere della pittura, di cui ha fatto omaggio al suo pubblico condividendo storie e post esilaranti sul suo profilo Instagram ufficiale.
10. Anthony Hopkins è papa Benedetto XVI in The Two Popes
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Pubblicato internazionalmente da Netflix sulla propria piattaforma streaming il 20 dicembre 2019, The Two Popes (I due papi) è il film di Fernando Meirelles basato sull’opera teatrale di Anthony McCarten (qui sceneggiatore) The Pope (2017). Anthony Hopkins interpreta Joseph Ratzinger, succeduto a papa Giovanni Paolo II e eletto alla carica pontificia il 19 aprile 2005. Jonathan Pryce è invece il cardinale Jorge Mario Bergoglio (papa Francesco) che avvilito dalla direzione ecclesiastica e deciso a ritirarsi dalla carica è convocato personalmente al Vaticano. Uno scontro tra dottrine antitetiche, quello ingaggiato dal pontifex Benedetto XVI e il futuro papa Francesco, un lungo discorso sulla moralità della fede e sui doveri della Chiesa sospesa tra senso di colpa e perdono. Nell’evolversi dell’arco narrativo lo scudo solenne e disciplinato eretto dal pontefice vacilla, lasciando aperto uno spiraglio latente di umanità che emerge vigoroso nell’interpretazione minuziosa di Anthony Hopkins.
9. Titus
Julie Taymor scrive e dirige Titus (1999), una reinterpretazione post-moderna della tragedia di William Shakespeare Tito Andronico, generale romano su cui la regina dei Goti Tamora (Jessica Lange) scatena la sua vendetta. Ambientato nella Capitale italiana degli anni Trenta (alcune riprese sono state eseguite nel quartiere EUR di Roma e nella piscina del Foro Italico) la narrazione riproduce le efferatezze del soggetto originale e le violenze carnali, τὸποι della tragedia shakespeariana. Anthony Hopkins interpreta Tito che, reduce vittorioso dopo aver sconfitto i Goti, concede al sacrificio, secondo le usanze, il primogenito dell’imperatrice Tamora. In un climax ascendente di nefandezze e vendette turpi e immorali Tito elimina i figli di Tamora, responsabili dello stupro e della mutilazione della figlia Lavinia, e serve i loro corpi alla madre durante un banchetto. Come in ogni tragedia che si rispetti, l’atto finale è risolutivo.
8. Vento di passioni
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Vento di passioni (Legends of the Fall) è un film del 1994 diretto da Edward Zwick (L’ultimo samurai, Blood Diamond – Diamanti di sangue) basato sull’omonimo romanzo di Jim Harrison. Anthony Hopkins interpreta il colonnello William Ludlow, che disgustato per il trattamento disumano riservato dal governo statunitense agli indiani Dakota si ritira a vita privata in una fattoria nel Montana, per dedicarsi all’allevamento. Dopo l’allontanamento della moglie cresce da solo i tre figli Alfred (Aidan Quinn), il selvaggio e ribelle Tristan (Brad Pitt) e il giovane Samuel (Henry Thomas, il piccolo Elliot in E.T. l’extra-terrestre) i cui equilibri familiari vengono compromessi dall’arrivo di Susannah (Julia Ormond), una ragazza che catalizza le attenzioni dei fratelli. Menzione speciale per la fotografia di John Toll, premio Oscar nel 1995, e per la colonna sonora di James Horner eseguita dalla London Symphony Orchestra.
7. Thor
Esordio nell’Universo Marvel per Anthony Hopkins, che nel film del 2011 di Kenneth Branagh interpreta Odino, il Dio della mitologia norrena affiancato dai “figli” Chris Hemsworth (nel ruolo di Thor) e da Tom Hiddleston (Loki). Per punirlo della sua arroganza Odino esilia Thor e lo spedisce su Midgard, ma l’assenza del fratello permette a Loki di impossessarsi del trono di Asgard. “È un uomo severo e deciso” – dice Anthony Hopkins – “sono molto duro e mia moglie si lamenta. È un personaggio spietato, prendere o lasciare. Sono un po’ Odino anch’io“.
Anthony Hopkins è tornato a vestire i panni del Dio Odino anche in Thor: The Dark World, il sequel diretto da Alan Taylor nel 2013.
6. Vi presento Joe Black
Vi presento Joe Black (Meet Joe Black) è il remake di La morte in vacanza, il film del 1934 diretto da Mitchell Leisen. Diretto da Martin Brest nel 1998 il film si ispira all’omonima commedia di Alberto Casella e vanta un cast di rilievo del calibro di Anthony Hopkins (nel ruolo di William Parrish), Claire Forlani, la figlia di Bill Susan, e Brad Pitt l’iconico Joe Black. Possiamo dirlo, la Morte non è mai stata più bella. La vita piena e appagante del magnate delle telecomunicazioni William “Bill” Parrish viene sconvolta dall’arrivo della Morte (Brad Pitt) giunta sulla Terra intrigata dalle considerazioni sull’amore di Bill. Presentato alla famiglia come Joe Black inizia una storia d’amore con Susan, che nell’atto finale risparmierà portando via con sé solo il padre. Sebbene i pareri contrastanti della critica, la costante di gradimento risiede nel personaggio interpretato da Anthony Hopkins “così emozionante” – dice Mick LaSalle – “che persino i momenti più insignificanti brillano di complessità di pensieri e sentimenti“.
5. Dracula di Bram Stoker
Anthony Hopkins è un cacciatore di vampiri in Dracula di Bram Stoker, il film del 1992 prodotto, co-scritto e diretto da Francis Ford Coppola e tratto dal romanzo Dracula (1897). Interpreta Abraham Van Helsing, un docente universitario olandese che esperto di vampirismo tenta di neutralizzare il morbo. Recita anche la parte del sacerdote Cesare, che condanna l’anima di Elisabeta (Winona Ryder) morta suicida. Il personaggio di Van Helsing interpretato dall’attore gallese differisce da quello ritratto da Bram Stoker: se nel libro è un personaggio positivo e modesto, nel film assume invece le sembianze di uno scienziato stravagante, fanatico e aggressivo.
4. Magic – Magia
Una premonizione, quella del 1978, con tredici anni di anticipo rispetto al film che consacrò Anthony Hopkins come l’omicida più brutale della storia del cinema (1991, Il silenzio degli innocenti). In Magic di Richard Attenborough, regista con cui l’attore strinse il sodalizio più propizio della sua carriera attoriale, Hopkins interpreta Corky Withers, un aspirante prestigiatore che per entrare nel business dei maghi da palcoscenico si specializza in numeri di ventriloquismo, aiutato dal pupazzo Fats (nella versione italiana Forca), che sovrasta la personalità di Corky fino a prendere il sopravvento. Non stupisce che follia e squilibrio tipicamente schizofrenico trovino una dimora accogliente nell’incredibile gestualità di Anthony Hopkins.
3. Gli intrighi del potere – Nixon
La gente non ti amerà mai, non importa quante elezioni potrai vincere. Non ti ameranno mai.
Oliver Stone (Platoon) dirige e co-scrive assieme a Stephen J. Rivele e Christopher Wilkinson Gli intrighi del potere – Nixon (Nixon) il film del 1995 che narra l’ascesa di Richard Nixon, 37° Presidente degli Stati Uniti d’America dal 1969 al 1974. Anthony Hopkins non fu la prima scelta del regista, che aveva preso in considerazione i nomi di Tom Hanks e Jack Nicholson per la parte del Presidente; tuttavia Hopkins ottenne la parte sulla scia della sua interpretazione in Quel che resta del giorno e per la sua spiccata solitudine, una “qualità” che, a detta di Stone, l’attore aveva in comune con Nixon. Anthony Hopkins nel ruolo di Nixon offre un’interpretazione tormentata del Presidente Repubblicano, rappresentato più volte nel cinema da Philip Baker Hall in Secret Honor (Robert Altman, 1984), Frank Langella in Frost/Nixon di Ron Howard, Kevin Spacey in Elvis & Nixon (Liza Johnson, 2016). Un’interpretazione, quella di Hopkins, che Mick LaSalle del San Francisco Chronicle ha definito “esagerata e tendente al kitsch“.
Il film si conclude con gli eventi successivi alle dimissioni dalla presidenza, il funerale di Nixon nel 1994 cui presero parte tutti gli ex-presidenti viventi degli Stati Uniti d’America.
2. Quel che resta del giorno
Tratto dall’ominimo romanzo di Kazuo Ishiguro (1989) Quel che resta del giorno (The Remains of the Day, 1993) è il film capolavoro di James Ivory in cui Anthony Hopkins, dopo Casa Howard del 1992, recita di nuovo a fianco di Emma Thompson, qui nel ruolo della governante Sally Kenton. Durante un viaggio James Stevens (Anthony Hopkins), maggiordomo nella magione di Darlington hall a cavallo tra gli anni ’20 e ’30 del Novecento, ripercorre i momenti significativi della propria vita. Nella compitezza e severissima disciplina del maggiordomo non c’è spazio per alcun sentimento personale, inclinazione emotiva o accenno di passionalità; la maschera di un uomo, animato dalla sola devozione al padrone, che lo confina nel grigiore di un’alienazione solitaria.
1. Il silenzio degli innocenti
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Durante le riprese di Manhunter – Frammenti di un omicidio (Michael Mann, 1986) in cui Brian Cox interpretava il dottor Hannibal Lecktor, Anthony Hopkins recitava King Lear al National Theatre. Anni più tardi durante le fasi di lavorazione de Il silenzio degli innocenti (Jonathan Demme, 1991), in cui Anthony Hopkins interpreta Hannibal Lecter, Brian Cox era al National Theatre in King Lear.
Il silenzio degli innocenti (The Silence of the Lambs) è il secondo film tratto dai romanzi sulla figura del serial killer Hannibal Lecter, il cui ritratto è tracciato qui sulla base dell’omonimo romanzo di Thomas Harris. Vincitore di cinque premi Oscar, fu il terzo film dopo Accadde una notte e Qualcuno volò sul nido del cuculo ad aver vinto il premio al miglior film, miglior regia, migliore attore e attrice protagonista (la coppia Anthony Hopkins e Jodie Foster) e miglior sceneggiatura non originale.
In soli 16 minuti di apparizione sullo schermo Anthony Hopkins recita con gli occhi, dando forma e voce ad un personaggio dotato di una gestualità ambigua, enigmatica e agghiacciante che lo rende forse il criminale più iconico della storia del cinema. L’evoluzione magnetica del suo personaggio nell’incontro con Clarice Sterling (Jodie Foster) lascia emergere i tratti più sensazionali di Hannibal Lecter, le sue capacità mentali e la sua ricerca della sincerità come unica, possibile chiave di interazione. La telefonata finale tra Clarice, promossa agente speciale dell’FBI, e Hannibal Lecter è la consacrazione del successo cinematografico della pellicola.
Non ho intenzione di farti visita, Clarice. Il mondo è più interessante se tu ci sei. Così fai in modo di farmi la stessa cortesia. Vorrei che potessimo parlare più a lungo, ma…sto per avere un vecchio amico per cena stasera. Addio.