Apocalypse Now: Final Cut – curiosità sulla versione definitiva del film
Con Apocalypse Now: Final Cut, in arrivo in Italia nell'autunno 2019, Francis Ford Coppola svela la versione definitiva e perfetta del film del 1979.
Sono trascorsi ormai 40 anni dall’uscita al cinema di Apocalypse Now, nel quale il regista Francis Ford Coppola ha mostrato al mondo il suo sguardo sulla guerra in Vietnam. In occasione di quest’anniversario, Apocalypse Now: Final Cut uscirà nelle sale italiane in autunno distribuito dalla Cineteca di Bologna (la versione definitiva del film è stata presentata dal regista stesso a Bologna il 28 giugno 2019, in occasione della 33ª edizione de Il Cinema Ritrovato). Tale versione aggiornata sarà completa di una nuova scansione ad alta risoluzione – il restauro è stato realizzato da American Zoetropee – di un nuovo mix audio per sfruttare le ultime novità in fatto di tecnologia.
James Mockoski è stato il supervisore del restauro per un processo archivistico, tecnico e creativo durato un anno che ha portato ad Apocalypse Now: Final Cut, presentato in anteprima al Tribeca Film Festival lo scorso 28 Aprile. Più di recente, il film è stato mostrato in anteprima italiana a Bologna in occasione di Il Cinema Ritrovato, dove il regista ha tenuto anche una masterclass. Di seguito tutto quello che c’è da sapere su questa nuova versione restaurata.
Apocalypse Now: Final Cut – cosa dovete sapere sulla versione definitiva del film, secondo Francis Ford Coppola, la “versione perfetta”!
Apocalypse Now: Final Cut – Steven Soderbergh intervista Francis Ford Coppola
Nel 1979, Coppola si era indebitato così tanto realizzando Apocalypse Now da essere preoccupato che la versione completa del suo film sarebbe stata “troppo strana” per una folla non abituata alle pellicole d’autore. Dal momento che aveva bisogno che il film incassasse il più possibile per salvarsi dalla rovina finanziaria, ha dovuto fare tagli importanti, arrivando alla durata di 153 minuti. Nel 2001 in Apocalypse Now: Redux il regista ha recuperato 49 minuti di filmati precedentemente tagliati. L’idea era che le persone vedessero l’intero lavoro, nella sua versione originale, indipendentemente da quanto bizzarro potesse sembrare. Tuttavia, secondo Coppola questa versione completamente restaurata non rappresentava la migliore, poiché troppo lunga e talvolta priva di uniformità.
Per il suo Apocalypse Now: Final Cut il regista ha affermato di aver trovato una versione migliore studiando i vecchi tagli del film conservati su Betamax, grazie ai quali ha scoperto dove ha sbagliato a modificare la pellicola (a causa della pressione finanziaria e distributiva) e di aver rimosso 20 minuti del nuovo materiale da Apocalypse Now: Redux. La versione del film così realizzata è di 182 minuti.
Apocalypse Now: Final Cut – Così è migliorata la fotografia di Vittorio Storaro
Questa è la prima volta che il negativo originale viene scansionato, poiché tutti i precedenti trasferimenti sono stati effettuati da un IP. Oltre 11 mesi, oltre 2.700 ore sono state spese per pulire e ripristinare i 300.173 fotogrammi del film. La scansione 4K, combinata con l’elaborazione HDR Dolby (Dolby Vision), ha portato a un livello di profondità e dettaglio nella fotografia di Vittorio Storaro che il pubblico non poteva vedere prima, specie nelle scene notturne. A livello creativo, Coppola ha dovuto abbassare il livello dei nuovi dettagli: per esempio, voleva mantenere il colonnello Kurtz di Marlon Brando in silhouette il più possibile.
Apocalypse Now: Final Cut – Il suono rivoluzionario di Walter Murch
Per il Final Cut, Mockoski e il sound designer originale del film, Walter Murch, sono stati in grado di localizzare (era stata gettata in un cassonetto) una delle sei matrici di stampa originali del 1979. Ciò ha dato al gruppo la possibilità di creare un suono decisamente più chiaro, ma ha significato anche poter entrare nel lavoro rivoluzionario di Murch e adattarlo ai moderni strumenti di post-produzione e dei cinema. Il design sonoro 5.1 per l’uscita del 1979 non è stato solo una svolta tecnica, ma a livello artistico rimane al vertice dell’audio surround.
Il lavoro di Murch nel coinvolgere il pubblico nella guerra e il modo in cui il suono viaggia all’interno del cinema è ancora oggi un esempio da manuale che tutti i sound designer e i mixer continuano a studiare per imparare il mestiere. Il protetto di Murch, Pete Horner, che ha lavorato per la prima volta con lui in Apocalypse Now Redux, ha supervisionato il mix, che adatta il mix surround 5.1 al Dolby Atmos e ha la capacità d’individuare il suono in qualsiasi punto del cinema, compreso il soffitto.
Apocalypse Now: Final Cut – L’importanza della frequenza del suono nel film
Nel 1979 Murch ha avuto un problema quando ha cercato di realizzare la visione del film che lui e Coppola avevano in mente. In quell’anno i due hanno creato una collaborazione tra l’American Zoetrope di Coppola e il Meyer Sound Laboratories chiamato Sensual Sound, che era stato progettato, attraverso un suono profondo a bassa frequenza, per creare un nuovo tipo d’esperienza visiva viscerale. Lo stesso John Meyer installò speciali subwoofer per le proiezioni da 70mm di Apocalypse Now nel 1979. Meyer aiutò il film a spingere il limite delle basse frequenze, ma c’erano barriere tecniche relative a quanto potevano spingersi lontano.
Con l’accesso alla matrice di stampa e alla nuova tecnologia sonora, Meyer ha lavorato con Horner e Coppola per raggiungere finalmente quelle basse frequenze che non potevano essere toccate nel 1979. Nel Final Cut i loro risultati sono rilevabili nella scena di battaglia dell’elicottero con il tenente colonnello Bill Kilgore (interpretato da Robert Duvall), che fanno aumentare l’intensità del momento rappresentato sullo schermo. In occasione dell’anteprima al Beacon Theatre durante lo scorso Tribeca Film Festival, Meyer ha fatto anche un ulteriore passo avanti, installando i suoi speciali diffusori a bassa frequenza per dare ad Apocalypse Now: Final Cut il potente audio che era sfuggito a Coppola per decenni.