Editoriale | Armageddon – Giudizio Finale: cosa resta del film di Michael Bay dopo 20 anni?
L'1 luglio 1998 (il 4 settembre in Italia) usciva Armageddon - Giudizio Finale, il film di Michael Bay destinato a divenire un testamento dell'età dorata della cultura pop. Ma cosa rimane di quell'opera, talvolta criticata duramente?
1998. Una della annate più significative del nuovo millennio e per un mucchio di ragioni che sicuramente molti di noi ricordano a menadito: è l’anno dei Mondiali di Francia, l’anno del Sexgate che per poco non costa a Bill Clinton la presidenza, della nazionale di pallavolo maschile italiana che vince il terzo mondiale di fila. Sempre nel 1998, le Boybands, i New Radicals e Britney Spears dominano le classifiche musicali, Papa Wojtyła visita Cuba, nasce la Banca Centrale Europea, Pantani vince il Tour de France, avviene la strage del Cermis ed esce Windows 98. In tutto questo marasma alle porte del nuovo millennio, il regista Micheal Bay fa uscire il suo nuovo kolossal, destinato ad entrare nella storia del cinema: Armageddon. Ora, a vent’anni dall’uscita, Cinematographe.it ha deciso di tirare le somme, di capire cosa e quanto è rimasto del kolossal catastrofico di Bay; se e quanto ha influenzato – e in che misura – il cinema venuto dopo.
Armageddon – Giudizio finale: dopo 20 anni è ancora la perfetta sintesi del modus operandi cinematografico
Uscito negli Stati Uniti il 1° luglio, Armageddon – Giudizio Finale balzò in testa alle classifiche, trascinando milioni di persone nei cinema e toccando la vetta di 554 milioni di dollari, il miglior risultato al botteghino dell’intero anno.
Tuttavia, la critica fu molto meno benevola, tanto che il famoso critico cinematografico Roger Ebert lo definì “un’aggressione alle orecchie, occhi, al cervello, al buon senso e all’umano desiderio di intrattenimento” e lo inserì nella lista dei suoi film più odiati.
In effetti Armageddon rappresenta ancora oggi la perfetta sintesi della filosofia e del modus operandi cinematografici, anche più di altri film di ancor maggior successo come la sua saga sui Transformers, The Rock, Con Air, Bad Boys o The Island.
Chiariamoci, negli anni il regista si è fatto notare per qualcosa in più dei classici film su improbabili sparatorie o robot sfascia-tutto, come visto in Pain&Gain o 13 Hours o come il nuovo film che pare stia creando attorno alla figura di Donald Trump.
Tuttavia è innegabile che chi cerca contenuti, grandi interpretazioni o sceneggiature articolate da sempre abbia evitato i film di Bay, perfetti però nel dare un’enorme dose di adrenalina, humor, azione e abitati da personaggi accattivanti e tagliati con l’accetta, per quanto sovente a dir poco prevedibili.
Armageddon – Giudizio finale: un cast di giovani promesse e apprezzati mestieranti
Realizzato con un grosso contributo della NASA, con uno script passato per le numerose mani di Robert Roy Pool, Jonathan Hensleigh, Tony Gilroy, Shane Salerno and J.J. Abrams, the writers involved included Paul Attanasio, Ann Biderman, Scott Rosenberg e Robert Towne, Armageddon – Giudizio Finale fu creato in totale opposizione al più scientifico, rassicurante e sobrio Deep Impact, anch’esso incentrato su una missione spaziale incaricata di distruggere un asteroide in rotta di collisione con la Terra.
Il cast comprendeva giovani promesse, apprezzati mestieranti e, sopratutto, sua maestà Bruce Willis, che rubò la scena ai vari Ben Affleck, Billy Bob Thornton, Liv Tyler, Owen Wilson, Will Patton, Peter Stormare, William Fichtner, Michael Clarke Duncan, Keith David e Steve Buscemi. La trama è semplice: dopo una serie di orrende piogge meteoriche nel mondo, la NASA scopre che un gigantesco e mostruoso meteorite colpirà la terra tra 18 giorni e decide di risolvere il problema inviando il miglior team di trivellatori della terra, con il compito di forare l’asteroide e far brillare al suo interno un’ordigno atomico.
Peccato che il team sia formato da indisciplinati e caotici scavezzacollo, che tuttavia riusciranno, pur attraverso mille difficoltà, a salvare il mondo dalla distruzione, sopratutto grazie alla leadership e al sacrificio del trivellatore petrolifero Harry Stamper (il nostro Bruce).
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Armageddon: quella volta che Michael Bay incantò il mondo mostrando un’America macha, ironica e salvatrice del mondo
Girato come un lungo, sfavillante e testosteronico videoclip (mondo dal quale Bay proveniva), Armageddon catturò il pubblico per l’innegabile promessa (largamente mantenuta) di ritrovare l’America macha, ironica e salvatrice del mondo, per i grandiosi effetti speciali, il catastrofismo, l’energia, nonché per una colonna sonora assolutamente da sballo.
Armageddon – Giudizio Finale rivoluzionò il connubio tra effetti speciali, fotografia, iter narrativo e sceneggiatura, creando le premesse per tutto quel cinema di intrattenimento che ha fatto sì che Cinecomic e affini oggi come oggi dominino le sale di tutto il mondo.
Vi pare esagerato? Beh, pensate a quanti film prima di allora avessero come tema una squadra di individui eterogenei, multiculturali, dotati ognuno di specifiche qualità, chiamati da un leader carismatico a salvare il pianeta da un pericoloso mostro venuto da un altro universo (?). Oppure ragionate su quanti film prima di allora mostrassero una situazione di emergenza globale, che non interessava solo gli Stati Uniti ma tutto il mondo, ma allo stesso tempo sottolineando in modo marchiano e pure abbastanza rozzo la centralità dell’America, il Paese che in quel finire di millennio appariva invincibile e senza rivali in ogni ambito.
Ecco perché Armageddon – Giudizio Finale è il film testamento dell’età dorata della cultura pop
La retorica patriottica, il machismo, l’estetica da videoclip, il consumismo sfrenato, le love story ammantate dall’esagerato patriottismo, personaggi elementari ma efficaci; tutto questo esisteva già prima, certo, ma nessuno lo ha saputo reinventare come Michael Bay, vendere e applicare in funzione del cinema pop-corn.
Armageddon ed il suo schema vincente è stato applicato da Bay in ogni altro film che ha creato e prodotto o quasi, e il suo modus operandi ha contagiato anche altri prodotti cinematografici che hanno imitato in tutto e per tutto (al netto delle diverse ambientazioni e stili narrativi) stile, caratterizzazione dei personaggi e struttura del film di Bay.
Basta in effetti pensare alla saga di Fast&Furious o xXx, The Core, Space Cowboys, i nuovi Indipendence Day o Aliens, e persino a film più “d’autore” come Gravity, The Martian o Interstellar.
Ma nessuno meglio di Bay ha saputo prendere spunto ed ispirazione da se stesso, replicando la struttura e le caratteristiche che gli permisero di spiccare definitivamente verso il successo con questo film, specializzandosi in racconti elementari dal punto di vista narrativo e di contenuti, quanto complicati e dettagliati dal punto di vista estetico. Tuttavia non si può negare la sua grande maestria nel creare sontuose strutture di suoni, immagini e musica che, per quanto sovente eccessive o fine a se stesse, portano con sé un’enorme potenza e un indubbio stile personale, tanto unico quanto universale nella sua efficacia.
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Ora che sono passati vent’anni da questo film testamento dell’età dorata della cultura pop di fine millennio, degli ultimi scampoli dell’età dell’innocenza del mondo occidentale prima della tempesta newyorkese del settembre 2001, prima di tutto ciò che ha creato il mondo pericoloso, infido, razzista e in perenne crisi che ci attornia… beh è bello pensare che, anche solo per un istante, Armageddon – Giudizio Finale ci abbia cullato a quel tempo con l’illusione che, in caso di pericolo, sarebbe arrivato un team di scalcagnati machos a stelle e strisce a salvarci la ghirba!