Ayla – la figlia senza nome: la storia vera del film di Can Ulkay
Ayla - la figlia senza nome è un film turco, diretto da Cam Ulkay, ispirato a una bellissima storia vera in uno scenario devastante.
Ayla – la figlia senza nome è un film del 2017 diretto da Can Ulkay. Ambientato durante la guerra di Corea degli anni Cinquanta, il film turco è una storia piena di compassione e amore. Il film racconta la storia vera del sergente dell’esercito turco Suleyman e della figlia adottiva Ayla durante la guerra di Corea del ’50. La pellicola è stata proiettata per la prima volta in Turchia al Grand Pera Emek Movie Theater durante il sessantesimo anniversario dell’amicizia tra la Turchia e la Repubblica di Corea. Gli attori protagonisti della pellicola sono Cetin Tekindor, Ismail Hacioglu, Kyung-jin Lee.
Dopo gli eventi della seconda guerra mondiale, l’umanità stava lottando per la pace, ma invece le forze alleate trionfanti iniziarono a scontrarsi l’una con l’altra. Il blocco comunista guidato dall’URSS e il blocco capitalista guidato dagli Stati Uniti si sono lasciati andare in una lotta per il potere senza armi. La famosa quanto devastante guerra fredda. Questa guerra fu condotta inizialmente dalla Corea. Successivamente questi due blocchi hanno combattuto diverse guerre in diverse parti del mondo per stabilire l’egemonia e la loro ideologia. Una storia – questa, come tutte quelle che parlano di guerre – piena di sofferenza e devastazione.
Ayla – la figlia senza nome: la storia vera dietro al film turco di Can Ulkay
Ayla è un film la cui storia è quella di un soldato che lotta per tenere salva una bambina trovata in un bosco. Mentre la Corea del Nord invase quella del Sud, negli anni Cinquanta, la Turchia decise di inviare le sue truppe in aiuto della Corea del Sud. Sotto il comando del generale Tahsin Yazici, i soldati si diressero verso la Repubblica di Corea. Il sergente Suleyman Dilbirligi era uno dei migliaia di soldati turchi in viaggio dalla Turchia. Era un ragazzo agitato che voleva sposare la donna della sua vita e sistemarsi come tutti gli uomini della sua età. Una notte, mentre l’unità turca stava tornando alla base, l’uomo inciampò nel terreno e notò un movimento nella boscaglia. Suleyman trovò una bambina di cinque anni nei cespugli che tremava di freddo. Tra le atrocità della guerra, la bambina fu abbandonata dalla sua famiglia e il suo villaggio fu interamente massacrato.
Dato che fu impossibile trovare la famiglia della bambina, il sergente la portò nel suo accampamento e i soldati le diedero il nome di Ayla. La ragazzina divenne la pupilla dei soldati e Suleyman divenne a tutti gli effetti il suo papà adottivo. Suleyman si prese cura di Ayla per quindici anni, ma poi sono iniziati i guai che lo porteranno a un dilemma: vivere ancora in Corea o tornare in Turchia. Un film delicato che, nonostante le atrocità della guerra mostra un raggio di speranza verso un mondo migliore.