Benedict Cumberbatch: 40 anni, 6 film da ricordare e 5000 vite già vissute
“Se la mia carriera dovesse finire domani, posso sicuramente dire che non avrei nessun rimpianto. Sono molto fortunato, e lo so. Ho davvero vissuto 5.000 volte”
Da Hawking, passando per Van Gogh, fino ad arrivare al celebre Sherlock della BBC e al drago Smaug nella trilogia dello Hobbit. Benedict Cumberbatch può vantare fino ad oggi, giorno del suo 40esimo compleanno, una carriera molto versatile. Dopo essersi laureato alla London Academy of Music and Dramatic Art, Cumberbatch debuttò fin da subito come attore teatrale, ottenendo parti da protagonista in pièce classiche nei più rinomati teatri londinesi. Iniziò poi dal 2002 a farsi strada anche nel mondo televisivo, recitando in alcuni film per la televisione britannica, tra cui occorre citare Hawking (2004) in cui dette un’abile e fedele interpretazione di Stephen Hawking, per cui ottenne vari riconoscimenti.
Gli anni seguenti rappresentarono una continua ascesa per la carriera di Cumberbatch, interpretando ruoli sia in teatro, che in televisione, fino ad approdare al cinema con i film Amazing Grace (2006), per cui fu candidato come Miglior Esordiente Britannico ai London Critics Circle Film Awards, ed Espiazione (2007), in cui ottenne una parte secondaria. L’attore è maggiormente noto ai più soprattutto per vestire i panni di Sherlock Holmes nell’omonima serie tv della BBC.
Oggi però, in occasione del suo compleanno e in attesa di vederlo prossimamente al cinema nei panni del Doctor Strange, ci concentreremo sull’attore dal punto di vista prettamente cinematografico, ripercorrendo insieme le sue 6 migliori performance, che lo hanno reso noto in tutto il mondo, ottenendo numerose candidature e vincendo premi importanti.
Quali sono le 6 migliori performance di Benedict Cumberbatch?
La Talpa (2011)
Nel 2011 il regista svedese Thomas Alfredson (Let The Right One In) esaudisce uno dei più grandi sogni di Benedict Cumberbatch scritturandolo nel ruolo della spia per l’adattamento cinematografico del romanzo del 1974 di John Le Carré, lo spy-thriller La Talpa. La vicenda della pellicola, ambientata negli anni ’70 a Londra, ruota attorno alla ricerca di una spia sovietica, che si pensa sia infiltrata all’interno dei servizi segreti britannici.
In un cast composto da Gary Oldman, Colin Firth e Tom Hardy, Benedict Cumberbatch veste i panni di Peter Guillaume, agente dei servizi segreti britannici e braccio destro del protagonista George Smiley, interpretato da Oldman. Guillaume mette a rischio la propria moralità per aiutare a scoprire chi è la spia.
L’attore ha fin da subito espresso il suo entusiasmo nel far parte di questo progetto:
“Sono felice che mi venga richiesto di partecipare a film importanti. Devo dire che in questa fase della mia carriera mi sto divertendo moltissimo e sono molto felice”.
Peter Guillaume ha rappresentato un importante esercizio di recitazione per Cumberbatch, dato che deve interpretare un personaggio che in realtà è qualcun altro da quello che sembra all’esterno:
“Una spia è proprio tale perché non è mai quello che sembra. Questo è un ruolo che ogni attore sarebbe felice di ricoprire perché è tutto giocato sulle sfumature, è una parte molto impegnativa”.
L’attore ricorda anche con affetto e nostalgia i primi incontri con gli altri attori britannici presenti nel film, raccontando di come iniziò a balbettare e parlare velocemente di fronte ad un Gary Oldman che lo scrutava attentamente sotto i suoi occhiali da sole, e alle risate e ai vari scherzi con l’amico Tom Hardy, che dovette prendere a pugni in una scena del film.
War Horse (2011)
Dopo La Talpa nello stesso anno, Benedict recita al fianco di Tom Hiddleston nel film diretto da Steven Spielberg, War Horse. Nella pellicola ambientata durante la Prima Guerra Mondiale, l’attore interpreta il Maggiore Jamie Stewart, uno dei tanti personaggi che incontra Joey, il leggendario cavallo che viene spedito dalle campagne inglese alle trincee europee della Grande Guerra.
Anche se si tratta di un ruolo secondario, Cumberbatch dimostra di essere soddisfatto della sua interpretazione:
“Laurence Olivier una volta ha detto che nessuna parte può considerarsi piccola. Sono pienamente d’accordo con tale affermazione. Solo con un tale atteggiamento si può diventare attori. Credetemi: durante i miei primi anni sul palco e davanti alle telecamere spesso mi sentivo come un pezzo d’arredamento. Ma comunque ho sempre dato il meglio di me.”
Si dichiara inoltre un grande fan di Spielberg da quando ha visto per la prima volta Indiana Jones al cinema e, nonostante all’inizio delle riprese di War Horse fosse un po’ intimorito, il regista l’ha tranquillizzato immediatamente:
“La sua professionalità ti fa capire che non perde mai il controllo della produzione. Ha lavorato per anni con la stessa equipe e così ha tempo per rispondere personalmente alle domande piuttosto difficili degli attori. Lui è semplicemente il generale perfetto per un progetto come War Horse”.
War Horse ha rappresentato per l’attore la prima mega-produzione a cui abbia mai preso parte, ed è stata inoltre una delle più grandi sfide della sua carriera. Il suo entusiasmo per la parte deriva anche dal fatto che il film è una pellicola alla vecchia maniera, che rende un tributo alle leggende del cinema classico Hollywoodiano, come John Ford, con la quasi totale assenza di effetti speciali.
Into Darkness – Star Trek (2013)
Nel 2013 Cumberbatch prende parte ad un vero e proprio blockbuster, il sequel di Star Trek, Into DarknessStar Trek, diretto da J.J. Abrams. L’attore interpreta il villain superumano e super spietato Khan, sotto falso nome di John Harrison, celebre antagonista dell’Enterprise. Inizialmente il ruolo era stato affidato a Benicio del Toro, che però rifiutò per delle problematiche dal punto di vista economico. In seguito venne contattato l’attore messicano Demian Bichir, ma anche lui rifiutò la parte per altri impegni, per cui alla fine per il ruolo di Khan fu scelto Cumberbatch.
L’attore sostiene di essere un grande fan della saga e dichiara di essere stato felicissimo quando ottenne la parte. Il suo personaggio Khan è molto ambiguo, all’inizio non si sa da che parte è schierato, compie particolari azioni e decisioni per dei motivi ben precisi:
“Il mio personaggio è molto spietato, non si capisce se è buono o malvagio. Non credo veramente nel bene e nel male. Io in non credo negli eroi e nei criminali. Le ragioni per quello che fa sono profondamente convincenti. E’ un villain, ma le sue azioni hanno delle motivazioni di fondo, è molto complicato. Bisogna coglierne le sfumature. E’ il bello dei film di J.J. Abrams, e in qualità di attore per me è stata una vera sfida”.
Benedict, per interpretare al meglio Khan, ha lavorato duramente, realizzando un difficile percorso d’immedesimazione:
“È stato importante costruire una realtà che si basasse sulla sua storia piuttosto che su un parallelo del mondo vero”.
12 Anni Schiavo (2013)
Nel 2013 Benedict Cumberbatch recita anche una parte secondaria nel pluripremiato 12 Anni Schiavo, diretto da Steve McQueen. La pellicola, ispirata al romanzo autobiografico del 1853 di Solomon Northup, vince ben 3 Oscar nel 2014 nelle categorie Miglior Film, Migliore attrice non protagonista e Migliore sceneggiatura non originale.
L’attore veste i panni di William Prince Ford, uno schiavista buono e gentile. Egli incarna il perfetto uomo cristiano, che riflette anche una grande nobiltà d’animo. Un ruolo è molto diverso rispetto ai precedenti ma regala comunque un’interpretazione ancora una volta impeccabile.
In seguito all’uscita del film alcuni eredi di Ford hanno contestato il modo in cui il loro antenato è stato caratterizzato nel film: un ipocrita incapace di proteggere Northup e gli altri schiavi dal sadismo dei sorveglianti durante il lavoro nelle piantagioni, contrariamente invece a quanto affermato nella stessa autobiografia da Solomon Northup.
Il Quinto Potere (2013)
Gli ultimi mesi del 2013, vedono l’attore protagonista del film Il Quinto Potere, diretto da Bill Condon. Cumberbatch affianca l’attore Daniel Bruhl, interpretando il fondatore di WikiLeaks, Julian Assange. La pellicola rappresenta uno dei grandi flop della carriera dell’attore, in quanto aspramente stroncato dalla critica e anche dal pubblico.
Nonostante ciò, Benedict si ritiene comunque soddisfatto di aver realizzato questo film:
“Sono semplicemente grato che questo film mi abbia permesso di risultare come qualcuno che è capace di fare questo tipo di ruolo. E che il film abbia avuto un grande incasso o meno, la reazione a come l’ho interpretato mi ha giovato tantissimo”.
Egli, per interpretare al meglio il personaggio, si è sentito più volte tramite e-mail con Julian Assange, il quale però non voleva fin dall’inizio che l’attore prendesse parte al progetto. Il fondatore di WikiLeaks, in seguito all’uscita del film, criticò duramente il film e l’interpretazione di Cumberbatch:
“Il film dalla prospettiva di WikiLeaks, è irresponsabile, controproducente e nocivo. Penso tu sia una brava persona Benedict, ma non credo che Il quinto potere sia un buon film. Non credo che tutto questo possa essere positivo per me e per le persone a cui tengo…
Ci sono decine di libri positivi su WikiLeaks, ma la Dreamworks ha deciso di basare la sua sceneggiatura solo su quello più tossico: il film si propone di rappresentare me e il mio lavoro in una luce negativa, credo che distorca gli eventi e sottragga al pubblico la vera comprensione, non cerca di semplificare e chiarire la verità ma cerca piuttosto di seppellirla”.
The Imitation Game (2013)
Dopo Il Quinto Potere, Benedict può tirare un sospiro di sollievo interpretando per la seconda volta un ruolo da protagonista. Stavolta veste i panni del matematico Alan Turing in The Imitation Game, diretto da Morten Tyldum nel 2014. La pellicola è un adattamento cinematografico della biografia Alan Turing: The Enigma scritta da Andew Hodges nel 1983.
L’attore interpreta Alan Turing, celebre matematico e crittografo che ebbe un ruolo fondamentale nell’invenzione del computer. Turing durante la Seconda Guerra Mondiale fu un componente del gruppo segreto di matematici inglesi, selezionati per decrittare i codici nazisti.
Fu proprio grazie a questo ruolo che Cumberbatch ottenne la sua prima nomination agli Oscar come Miglior attore protagonista, per la sua interpretazione intensa e di alto livello. La grande performance attoriale si deve anche al coinvolgimento personale dell’attore, il quale ha da sempre dichiarato di essere un grande appassionato della vicenda di Turing.