Biancaneve: il significato nascosto dietro la celebre fiaba

Scopriamo i significati nascosti in Biancaneve. Il remake live action della Disney diretto da Marc Webb, con Rachel Zegler e Gal Godot, è al cinema dal 20 marzo 2025.

In occasione del lancio del live action Biancaneve, diretto da Marc Webb e al cinema dal 20 marzo 2025, la celebre fiaba dei Fratelli Grimm, tanto amata quanto complessa, riacquista rilevanza. Biancaneve continua a suscitare riflessioni profonde, rivelando significati nascosti che vanno ben oltre la superficie della sua trama apparentemente semplice. Non è solo il racconto di un’eroina che affronta le peripezie dell’invidia e della lotta per la salvezza: esso è intriso di ricchi e preziosi simbolismi.
In particolare, il remake live action riscopre e rivisita i temi archetipici e psicologici che per secoli hanno affascinato il pubblico, facendo emergere significati tanto profondi quanto universali legati alla crescita, alla purificazione e alla trasformazione si sé.

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Grimilde: tra potere dell’ego e ossessione

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Uno degli aspetti più rilevanti della fiaba di Biancaneve riguarda il tema della bellezza, che nella storia assume una dimensione tanto superficiale quanto profonda. La regina malvagia, Grimilde, qui interpretata dalla magnifica Gal Gagot, figura centrale del racconto, rappresenta l’ossessione per l’immagine esteriore e dall’ego incontrollato, simbolo di una società che idolatra l’apparenza. La sua domanda “Chi è la più bella del reame?” non è solo un’ansia di superiorità, ma riflette una visione distorta del potere, dove l’estetica diventa l’unico metro di giudizio. La regina non si accontenta solo della sua bellezza, ma la vede come un’arma da brandire per dominare, dimostrando come il desiderio di controllo possa trasformarsi in una prigione. Questa figura non è solo la villain della fiaba, ma la personificazione dell’ego che, alimentato dal continuo bisogno di approvazione esterna, è destinato a collassare su se stesso. La sua caduta è inevitabile, proprio come quella dell’ io che non riesce a riconoscere la propria limitatezza.
Biancaneve, d’altra parte, non solo è una bellezza che suscita invidia, ma anche una figura simbolica di purezza, innocenza e, in ultima analisi, di riscatto. Così, la lotta tra le due donne non è solo una questione di rivalità fisica, ma un conflitto tra visioni opposte della femminilità: da un lato, l’ossessione per l’apparenza e il controllo; dall’altro, la bellezza naturale, la genuinità e la capacità di adattarsi al cambiamento.

Nel nuovo adattamento cinematografico, questo tema viene ulteriormente esplorato, spostando l’attenzione dalla bellezza esteriore verso la forza interiore delle protagoniste. Biancaneve non è solo la “bella principessa” che necessita di salvataggio, ma una coraggiosa giovane donna che affronta il suo destino con determinazione, segnando un passo verso una visione più moderna del ruolo delle donne nelle fiabe.

Il significato della mela in Biancaneve: tentazione, distruzione e rinascita

Il veleno della mela rappresenta una delle immagini più potenti e universali della fiaba, simboleggiando la tentazione e la caduta. Non è semplicemente un agente mortale, ma un simbolo di distrazione, desiderio e illusione. Quando Biancaneve mangia la mela, non solo cede a una tentazione esterna, ma intraprende un viaggio interiore verso l’oscurità, un viaggio che ogni individuo deve fare per confrontarsi con le proprie ombre, come teorizzato da Jung nella sua concezione di “inconscio” e “ombra”. Il veleno è l’inganno che porta alla “morte simbolica”, ma è anche il passaggio necessario per la rinascita. La morte di Biancaneve non è un evento negativo in sé, ma un rito di passaggio, il processo in cui la fanciulla perde la sua innocenza e deve affrontare le sfide della vita adulta.

La morte di Biancaneve

Nel nuovo film, il veleno viene trattato non solo come un elemento fisico, ma come una metafora della sofferenza psicologica e delle difficoltà interiori che ognuno di noi deve affrontare per raggiungere la completezza. La mela diventa una metafora delle tentazioni e delle difficoltà moderne, come la corruzione di valori, il capitalismo sfrenato o l’impatto della tecnologia sulla società.  Biancaneve, addormentata dal veleno, rappresenta il sonno della coscienza, che solo attraverso il risveglio (e la conseguente rinascita) può essere superato. La mela avvelenata diventa, dunque, il simbolo delle scelte che ci definiscono, dei momenti di debolezza che, una volta superati, ci rendono più forti.

I nani: la diversità e la comunità

I sette nani sono spesso visti come semplici aiutanti comici e canterini nella fiaba tradizionale, ma il loro ruolo assume una nuova profondità nel nuovo adattamento. Essi rappresentano “gli altri”, il collettivo, la comunità di individui che, nonostante la loro piccolezza e l’apparente marginalità,  possiedono poteri straordinari: un cuore puro e una forza che spesso risulta più potente di quella dell’oppressione e della bellezza artificiale. In un’epoca in cui l’individualismo e il successo personale sembrano prevalere, i nani sono il simbolo della solidarietà, della diversità e dell’importanza di unire le forze. Non sono i protagonisti della fiaba, ma il loro aiuto rivela che la salvezza non viene mai solo dal singolo, ma dalla collaborazione, dal supporto reciproco e dall’empatia.

Sebbene nel nuovo film, i nani incarnino la figura dell’alterità, dell’inclusione e del riscatto, sradicando l’idea di bellezza come conformità e mettendo al centro il valore della diversità come fonte di forza, le scelte stilistiche di produzione e casting rivelano che la via dell’inclusione nel mondo del cinema è ancora lontana. Sarebbe stato significativo e importante, soprattutto per le nuove generazioni, vedere sul grande schermo Dotto, Brontolo, Cucciolo e gli altri interpretati in maniera più realistica ed inclusiva ( si veda l’aspra critica dell’attore Peter Dinklage- il celebre Lannister affetto da nanismo).

Il bosco: il luogo della psiche umana

Nella fiaba di Biancaneve, il bosco assume un ruolo simbolico di grande importanza, fungendo da luogo di transizione, di pericolo e di rifugio. Esso rappresenta il confine tra la sicurezza dell’ambiente familiare e il caos, l’incertezza e le minacce che si presentano al di fuori. Quando Biancaneve fugge dal castello della sua matrigna, il bosco diventa un simbolo del suo allontanamento dalla realtà che conosce, ma anche dell’inizio di un percorso di crescita e di evoluzione. Il bosco, infatti, è un luogo oscuro e selvaggio, dove la protagonista si confronta con le difficoltà, le prove e i pericoli. Tuttavia, è anche il luogo dove Biancaneve trova rifugio presso la casa dei sette nani, simboleggiando una sorta di salvezza e di protezione lontano dalle minacce esterne.

In un’interpretazione più profonda, il bosco può essere visto come un archetipo della psiche umana, un luogo di confusione e di caos che, attraverso il superamento delle difficoltà, porta alla consapevolezza, alla maturità e al ritorno all’ordine. In questo contesto, il bosco diventa anche un simbolo di purificazione e trasformazione, dove Biancaneve, pur essendo messa alla prova, riesce a trovare una nuova forza e a proseguire il suo cammino verso la salvezza e la felicità.

Biancaneve: innocenza e autodeterminazione

Biancaneve, la protagonista della fiaba, è da sempre vista come simbolo dell’innocenza e della purezza, ma anche della vulnerabilità. Tuttavia, alla luce del nuovo adattamento, questa figura evolve in una metafora della maturazione. Nel live action Disney, la protagonista si allontana dalla figura passiva e acquista consapevolezza del proprio valore. Questo si riflette nel suo approccio alle sfide che affronta, trasformando la fiaba in una narrazione più vicina ai temi dell’empowerment femminile. La sua storia non è solo quella di una fanciulla minacciata dalla sua matrigna, ma quella di un processo di crescita che richiede la discesa nel buio, la morte simbolica, per poi emergere più forte e consapevole. La mela avvelenata che lei mangia è il simbolo dell’innocenza che deve essere “distrutta” affinché possa nascere una nuova consapevolezza.

Il risveglio di Biancaneve, dopo il bacio del principe-non principe, non è solo il ritorno alla vita fisica, ma un risveglio della coscienza, una rinascita che implica la comprensione e l’accettazione della complessità della vita. Il risveglio rappresenta una realizzazione psicologica, un passaggio dall’infanzia all’adultità, in cui il soggetto apprende a governare le proprie emozioni e le proprie risorse interiori.

Biancaneve: qual è la morale della favola?

In sintesi, il nuovo film di Biancaneve offre un’interpretazione più complessa e simbolica di una fiaba che ha radici profonde nella psicologia umana. La storia di Biancaneve non riguarda solo la lotta tra il bene e il male, ma il cammino interiore verso la consapevolezza di sé, il superamento delle proprie paure e la capacità di rinnovarsi. La fiaba, sotto la sua superficie, ci invita a riflettere sul potere dell’ego, sulla necessità di affrontare la propria ombra e sulla forza che deriva dall’unione e dalla comprensione reciproca.

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