Da Big Fish a Shrek Terzo: 10 film per la festa del papà
C’era una volta papà, c’è e, volente e nolente, ci sarà sempre! Alle volte gli eroi non indossano mantelli, se ne vanno in giro su un’utilitaria (neanche l’ombra di una Batmobile!) e non hanno il fisico scolpito dei supereroi in tutina attillata che abbiamo conosciuto al cinema. A queste creature un po’ bizzarre ognuno assegna il nome del proprio papà: papà Davide, papà Massimo, Giovanni, Marco…
Eroe della favola quotidiana di ogni bambina, compagno di giochi con cui, occorre ammetterlo, ognuno è riuscito a divertirsi un mondo per tanti anni. Avversario delle lotte più cruente della nostra adolescenza e orgoglioso sostenitore delle nostre passioni, un papà è quell’esempio a cui ci ispiriamo, anche inconsapevolmente, per mettere a punto i contorni del disegno di chi saremo. Tra una zeppola di San Giuseppe e l’altra, lo staff di Cinematographe non poteva dimenticare di mandare i propri auguri a questi eroi della quotidianità.
E tu che papà sei? – 10 film per scoprirlo!
Shining
Lo psicopatico? Bè forse questo non è il film migliore per iniziare, date le belle parole spese nell’introduzione, ma in fin dei conti il protagonista della pellicola di Kubrick, interpretato da un Jack Nicholson più inquietante che mai, è pur sempre un papà. Ormai un cult, il film è ambientato all’interno dell’ormai mitico Overlook Hotel, dove Jack Torrence decide di trasferirsi con la moglie e il figlioletto Danny (Danny Lloyd) dopo aver accettato un incarico da guardiano durante il periodo invernale. In preda a una schizofrenica follia, Jack, come molti già sapranno, cercherà di uccidere la moglie e il piccolo ingabbiandoli in un incubo da cui sembra impossibile trovare una via d’uscita. Quali stati d’animo accompagnano la visione del film? Sicuramente tanta angoscia e ansiosa attesa!
Big Fish – Le storie di una vita incredibile
Con Big Fish, diretto da Tim Burton nel 2003, cambiamo totalmente atmosfera rispetto al film precedente. Qui viene raccontata la storia di un viaggio straordinario e fantastico che un figlio, nella pellicola Will (Billy Crudup), si trova ad affrontare per scoprire la verità sulla vita del padre ormai gravemente malato. Nei panni dell’anziano signor Edward Bloom troviamo Albert Finney, mentre nelle scene in cui lo stesso personaggio appare giovane incontriamo l’interpretazione di Ewan McGregor. La pellicola è una favola indimenticabile, costruita intorno alle favole assurde e affascinanti che papà Ed ha raccontato sulla sua vita. Quanta è la realtà? Quanta la fantasia?
Shrek Terzo
E se invece alla domanda “che tipo di babbo sei?” vi venisse in mente Shrek? Bè sarebbe un bel problema per chi ha scelto di starvi intorno! Sappiamo tutti molto bene che arma letale sia una puzza di questo buffo orco verde, di certo non un maestro d’igiene personale. Al terzo capitolo della serie di film che lo vedono protagonista Shrek scopre che da un momento all’altro diventerà papà. Inizialmente la notizia della gravidanza di Fiona non lo entusiasma molto, anzi lo spaventa molto, ma quando nasceranno i suoi tre dolci orchetti, come per ogni papà, sarà vero amore.
Mi chiamo Sam
“I tuoi sogni devono volare alto Lucy”
Sam Dawson, interpretato da uno stratosferico Sean Penn, è un uomo sulla quarantina affetto da un grave ritardo che ha fermato le sue abilità mentali a quelle di un bambino dell’età di sette anni. Nonostante le difficoltà, Sam si impegna con tutte le sue forze per crescere da solo la dolcissima Lucy, interpretata dalla piccola Dakota Fanning. Il film, diretto da Jessie Nelson, ci mette di fronte ad una figura di papà diversa dal comune, ma dotata istintivamente di quell’amore sincero che dal punto di vista di un bambino è, molto probabilmente, la sola cosa che serve davvero.
Mrs. Doubtfire
Un altro papà sicuramente fuori dal comune è Daniel, interpretato dal grandissimo Robin Williams. Col film di Chris Columbus, l’attore ci ha lasciato una delle figure di padre più divertente e toccante della storia del del cinema. Il protagonista è un doppiatore di professione che, in seguito al divorzio, tenta la strada del travestimento pur di poter continuare a frequentare i tre figli: Lydia di 15 anni, Christopher di 12 e Natalie di 5. Decide cosi di dar vita alla signora Doubtfire, un’anziana tata che in più di un’occasione desterà qualche sospetto.
Billy Elliot
Con Billy Elliot approdiamo ad una figura di padre completamente diversa. Protagonista del film è un ragazzino di 11 anni (Jamie Bell) che, orfano di madre, vive con la nonna, il fratello e il padre Jakie (Gary Lewis). Quest’ultimo faticherà ad accettare la passione del figlio per la danza classica, anche perché vorrebbe che il ragazzo si dedicasse al pugilato e non ad uno sport da femminucce, ma in Billy c’è qualcosa di speciale. Il ragazzo riuscirà a vincere i pregiudizi e a mettere finalmente con le spalle al muro il padre quando con la maestosità del grande danzatore che è diventato farà il suo ingresso sul palcoscenico e a passo di danza dimostrerà al padre di poter spiccare il volo veramente… danzando.
La vita è bella
“Questa è la mia storia, questo è il sacrificio che mio padre ha fatto, questo è stato il suo regalo per me”
Uno dei papà più straordinari lo regala il cinema italiano con la toccante interpretazione di Roberto Benigni in La vita è bella. Ciò che rende il personaggio di Guido indimenticabile è la forza e la sensibilità con cui si ingegna per mascherare di gioco, agli occhi ingenui del figlioletto, la lacerante e drammatica esperienza del lager nazista di cui sono vittime.
La ricerca della felicità
“Sei un bravo papà!”
Un’altra storia di sacrifici e enorme, immenso amore. Nel film firmato dalla regia di Gabriele Muccino, Chris Gardner (Will Smith) è un uomo che, lasciato dalla moglie angosciata e stanca delle ristrettezze economiche in cui versano, sperimenta la disperazione della povertà più totale senza, tuttavia, perdere la determinazione che serve per riuscire a riconquistare la felicità: la sua e quella del suo dolcissimo Christopher. Perché “se hai un sogno, tu lo devi proteggere”.
Ladri di biciclette
Siamo a Roma, nel secondo Dopoguerra. Anche il ritratto di padre che ci ha lasciato Vittorio De Sica con Ladri di biciclette è quella di un uomo disoccupato e nella più totale povertà. Antonio Ricci riversa tutte le sue speranza in un lavoro da attacchino comunale che è riuscito a procurarsi e per cui ha necessità di possedere una bicicletta. Quando quest’ultima gli viene rubata, inizia il peregrinare del protagonista, accompagnato dal figlio Bruno, alla ricerca di quel prezioso bene da cui dipende per i due il pane quotidiano. Padre e figlio condividono un destino di cui ci viene restituita tutta l’amara drammaticità dallo sguardo di vergogna di Antonio e dalle lacrime del piccolo Bruno mentre grida un “papà, pappà…” col tono di chi è forse cresciuto troppo in fretta.
Era mio padre
“A chi mi chiede se Michael Sullivan era una brava persona o solo un poco di buono, io dò sempre la stessa risposta: – era mio padre!”
Questa è un po’ la frase che potrebbe riassumere il film di cui parliamo ora. Era mio padre, di Sam Mendes del 2002, Tom Hanks è alle prese col suo primo ruolo da cattivo: quello di un killer spietato che nasconde alla famiglia la propria attività al servizio del gangster John Rooney. Una sera uno dei suoi figli, Michael Jr., scopre la verità e Connor, figlio di John, per paura che il giovane parli decide di eliminarlo. Inizia da qui la fuga disperata di Michael Jr. a fianco del padre che agli occhi del ragazzo non è mai stato né buono né cattivo, ma solo e soltanto papà.