Bill Cosby: da padre modello a uomo più odiato d’America, la caduta di un mito
L'ascesa e la discesa di uno dei personaggi più amati (e poi odiati) del piccolo schermo: Bill Cosby.
Coloro che sono nati prima degli anni 2000 ricorderanno il sorriso di Bill Cosby che scintillava fiducioso, nel suo maglione anni ’80 e le sue simpatiche smorfie; coloro che sono nati dopo gli anni 2000, invece, ricorderanno “quell’attore“, accusato di aver drogato e aggredito sessualmente decine di donne, in un epoca in cui il movimento #MeToo era ancora lontano dal nascere.
Per molti, però, il suo fare rassicurante fu di ispirazione; non solo un genio comico, ma anche un perfetto modello di comportamento, grazie alle numerose battaglie fatte per abbattere le barriere razziali.
Bill Cosby – Il successo e l’attivismo
Fu nei primi anni ’60 che Bill Cosby fece conoscere il suo nome; mentre il movimento per i diritti civili si sviluppava, Cosby, figlio di una cameriera e di un ufficiale di marina, riuscì ad arrivare al pubblico in bianco e nero grazie alle sue storie divertenti e al suo modo di porsi.
Nel 1965 riuscì ad ottenere una parte in Spy, diventando così il primo attore nero a recitare in un film per la TV. Seguirono alcuni film, spot pubblicitari e la serie animata Fat Albert. Negli anni ’80 raggiunse l’apice del successo che rivoluzionò la sua vita: divenne protagonista del One Man Show, I Robinson.
Lo show rivoluzionò il modo di vedere la famiglia afroamericana negli Stati Uniti, offrendo una visione alternativa: una famiglia stabile e di classe medio-alta.
L’attore Joseph C Phillips, che interpretò il genero di Cosby nello show, affermò quanto tutto ciò fosse nuovo e mai visto prima in televisione, negli Stati Uniti: “Lei (Clair Robinson, interpretata da Phylicia Rashad) era un avvocato e lui (Cliff Robinson) era un ginecologo” (ironia, eh?), dice. “Vivevano a Brooklyn Height, una dei loro figli studiava a Princeton ed erano di bell’aspetto”.
I Robinson diventò così una delle sit-com più popolari di tutti i tempi. Il pubblicò amò la serie, i giovani crebbero insieme ai figli dei Robinson e con loro crebbe anche l’idea che la tensione razziale negli Stati Uniti fosse un vecchio ricordo del passato, qualcosa di ormai polveroso, da nascondere in cantina. Karl Dove, ex stratega di George Bush, affermò infatti che la sit-com avrebbe contribuito ad aprire la strada alla prima famiglia di colore, alla casa bianca. Come sottolinea Phillips, i Robinson diventarono “la famiglia di tutti”.
Per Cosby lo show contribuì, non solo a consolidarlo nel firmamento delle star televisive, ma gli permise anche di arricchirsi e di ottenere un discreto potere nell’ambiente. Il personaggio di Cliff Robinson gli permise altresì di consolidare, nella mente del pubblico, l’idea che Cosby fosse nella vita reale, come nel piccolo schermo, l’uomo paterno e autorevole che tutti amavano, l’incarnazione della dignità nera, la confutazione delle peggiori idee razziste.
“nessuno mi credeva perché si trattava di Bill Cosby, il padre di tutti i padri” – Lili Bernard
Lili Bernard fu la prima a denunciare le violenze da parte dell’attore. Allora aspirante attrice, lavorò con Cosby all’inizio degli anni ’90.
Inizialmente, dice, credeva che l’immagine paterna fosse radicata nell’animo dell’attore. “Mi diceva spesso: Sei come una figlia Lili”, ma un anno dopo l’inizio della loro collaborazione tutto cambiò. Secondo il racconto della Bernard, Cosby organizzò un incontro per presentarle un produttore e invece la drogò e violentò. Quando la giovane minacciò di andare alla polizia lui le rispose “per me sei morta… ti cancellerò”.
Ora, madre di sei figli, la Bernard afferma di essersi sentita minacciata e che nessuno l’avrebbe mai creduta “perché si trattava di Bill Cosby, non solo il padre di tutti i padri ma un uomo ricco e potente”.
Alla Bernard si aggiunse Victoria Valentino, che affermò di comprendere la reticenza della Bernard nel farsi avanti. La Valentino aspettò più di 40 anni prima di trovare il coraggio di denunciare le violenze sessuali di Cosby, perpetrate nei primi anni ’70.
Nel 2005 un’altra donna e un’altra accusa: questa volta, però, alla polizia
La protagonista di questa nuova accusa fu Andrea Constand che sarebbe stata drogata e aggredita dall’attore. Il pubblico ministero, però, decise di non approfondire ulteriormente il caso; così la Constand intentò una causa civile per diffamazione. Tra le 13 donne che si fecero avanti per rafforzare il caso della Bernard ci fu l’ex modella Beth Ferrier che rinunciò all’anonimato per accusare Cosby di averla drogata e violentata.
Da allora, però, le accuse vennero discusse a malapena per quasi un decennio, la maggior parte dei media non si interessarono al caso, mentre Cosby continuò ad essere premiato e osannato dalla critica.
Ciò che fermò Cosby non furono le accuse di stupro ma l’ipocrisia. Dal 2004 divenne un crociato della popolazione afroamericana, girando in lungo e in largo l’intero paese per dare lezioni alle comunità povere. Il comico Hannibal Buress, infuriato dall’atteggiamento di Cosby lo accusò di aver violentato diverse donne durante uno dei suoi spettacoli. Una clip dello Show divenne virale e le accuse contro Cosby guadagnarono finalmente le prime pagine dei rotocalchi.
La Valentino, una delle sue prime vittime affermò di essersi bloccata davanti al video, dopo anni di pensieri sarebbe stata finalmente pronta a parlare, sottolineando come, per far ascoltare al pubblico le accuse delle donne, ci volesse un uomo: “questo mostra il peso che la parola di un uomo trasmette, rispetto al peso delle parole delle donne”.
Seguirono così ondate di donne, con affermazioni che, parola dopo parola, affossarono la carriera di Cosby.
La svolta di Bill Cosby
La bufera si abbatté su Cosby quando vennero riportate alcune frasi che l’attore scrisse nel suo libro Childhood – pubblicato nel ’91 – in cui ironizzava su come fosse necessario drogare le donne durante gli appuntamenti. Nel libro Cosby ammise come, durante l’adolescenza, lui e i suoi amici fossero soliti ricorrere a sostanze a base di cantaridina per ottenere l’interesse delle giovani donne: “Non erano mai dell’umore giusto per noi. Avevano bisogno di sostanze chimiche. Sapevo cosa fosse il sesso, ma ero troppo basso e magro per aspettarmi che una donna, si arrendesse mai a me”.
Dopo ciò l’immagine dell’attore subì un duro colpo: la Disney rimosse la sua statua a Disney World, in Florida e tutti gli Show di Cosby vennero cancellati.
Il 27 Luglio 2015 il New York Magazine pubblicò una foto di tutte le 35 donne che accusarono Cosby di stupro; nei mesi successivi altre donne si fecero avanti, fino ad arrivare ad un totale di 50 accuse.
L’epopea giudiziaria di Bill Cosby ebbe inizio il 30 dicembre 2015, quando venne presentata la richiesta formale di condanna per abusi sessuali. Cosby venne arrestato dalle forze dell’ordine e rimase in libertà in attesa di processo, pagando il 10% della cauzione per un milione di dollari.
La data del processo venne fissata per il 5 Giugno 2017, in cui vennero accolte altre 13 presunte vittime dell’attore; processo, però, che si concluse rapidamente con la mancanza di unanimità da parte della giuria, per raggiungere un verdetto.
Il 26 Aprile 2018, l’attore è stato processato e giudicato colpevole per violenza sessuale aggravata, al termine di un lunghissimo e intricato processo in cui, nuovamente, non è stato semplice raggiungere un verdetto unanime.
Le accuse a Bill Cosby, tempo prima del #MeToo fecero aprire gli occhi agli spettatori sul mondo dello spettacolo; la patinata realtà Hollywoodiana si trasformò in una fumosa verità che avrebbe sciolto ogni dubbio solo dopo lo scandalo Weinstein.