Bojack Horseman – stagione 6: recensione del finale della serie TV
La nostra recensione del finale di Bojack Horseman, la serie animata Netflix ideata da Raphael Bob-Waksberg, che ha cambiato il piccolo schermo.
Nelle prepotenti classifiche di fine decennio – quelle che tiravano le somme elencando, in maniera più o meno competente, “le cose migliori degli anni ’10” – quando si è parlato di serie TV, i titoli erano sempre gli stessi. Certi successi, insomma, sono abbastanza unanimi. In tutte (speriamo) vi sarà capitato di trovare la serie di cui parla questa recensione. Tra fenomeni fantasy, revival anni ’80 e manifesti femministi, infatti, spunta una testa di cavallo la quale, senza se e senza ma, è tra “le cose migliori” che siano mai successe al piccolo schermo. Bojack Horseman è uno dei prodotti più lucidi, moderni e necessari del nostro tempo. Un’opera presente a se stessa, salubre e riflessiva, divertente e nonsense, tragica da morire.
Il 31 gennaio 2020 arriva su Netflix la seconda parte della stagione 6; un finale che (contemporaneamente) temiamo e non vediamo l’ora di guardare, epilogo necessario di una storia complicata e semplicissima, come la vita. Bojack Horseman, che negli anni Novanta era protagonista di un famoso show televisivo, ha toccato il fondo ed è risalito, poi ha scoperto che il fondo non esiste per davvero: si può sempre andare un po’ più giù. Si è ripulito ed è sopravvissuto, ma non può sempre passarla liscia. Ne ha combinate troppe per rimanere impunito e le conseguenze delle sue azioni sconsiderate stanno per raggiungerlo; manca poco: solamente 8 episodi.
Bojack Horseman: il finale della serie TV
La prima parte dell’ultima stagione era arrivata pochi mesi fa accompagnata dalla promessa di un epilogo degno di questo nome: un finale come si deve, che chiuda la storia di Bojack insieme alle vicende dei personaggi di contorno che – spesso – hanno catturato la nostra attenzione e il nostro cuore. Diane supererà la sua depressione? Mr. Peanutbutter risolverà i problemi con la compagna Pickles? Princess Carolyn troverà l’equilibrio che le serve tra la sua vita privata e il lavoro come produttrice ottenendo il riconoscimento che merita? E Bojack? Bojack rimarrà pulito? Quanto sarà salato il conto da pagare per quello che è successo con Sarah Lynn?
Tutti i fili vengono tirati, uniti e distintamente chiusi con un nodo che segna la fine di un’avventura che ha condizionato in questi anni il modo di concepire le serie animate per adulti.
Bojack Horseman: l’evoluzione di una serie TV che rappresenta un’epoca
Nel corso delle sue sei stagioni, Bojack Horseman e il suo creatore Raphael Bob-Waksberg (che nel frattempo ha co-ideato anche un’altra perla, ma questa volta per Amazon Prime Video: Undone) hanno fissato dei paletti. La serie TV è diventata un caposaldo della cultura pop, citata anche da coloro che non la guardano con frasi ricorrenti come “Cos’è? Un episodio crossover?” e certezze basate su delle fondamenta saldissime: poche altre cose hanno raccontato la vita e le sue difficoltà bene quanto Bojack.
Dopo un inizio quasi prettamente comico la serie si è evoluta in qualcosa di strano, ibrido e nuovo. I momenti di ilarità portati avanti dall’insensatezza di Todd (sempre promosso a capo di qualcosa) e dalla natura spesso totalmente inaspettata dei personaggi di contorno come il detective-gatto Miao Miao Pelosetto o la “grande attrice caratterista” Margo Martindale, si sono rivelati sempre più sporadici. Essi hanno lentamente lasciato il posto a momenti di chiarezza devastante, rivelazioni che ragionano sulla depressione, sulla dipendenza, sul lavoro e sulla famiglia, sulla morale e sulla natura umana stessa. Le parentesi comiche arrivavano, ma venivano immediatamente soppiantate da quelle tragiche.
Le cose sono andate peggiorando e peggiorando, senza pietà per gli spettatori e per i protagonisti che si sono interfacciati con la crudezza della vita. E allora un momento di indecisione si trasforma in una crisi di panico; un litigio diventa una guerra e la debolezza muta e si contorce diventando devastante caducità.
Poi un raggio di sole: dopo anni di abusi Bojack viene scosso più violentemente del solito e decide di ripulire se stesso e la sua vita. Si disintossica e lascia Hollywoo per andare a insegnare recitazione al College. Le cose vanno bene davvero, ma la fine della prima parte della stagione 6 lasciava intendere che la discesa fosse dietro l’angolo, pronta a soppiantare quella poca soddisfazione che ci eravamo guadagnati con sangue e sudore. Perché è vero che “ogni giorno diventa più facile”, ma forse non per tutti.
Com’è il finale di Bojack Horseman?
Evitando spoiler di sorta – che arriveranno più avanti, ma sarete avvertiti – vi diciamo che il finale di Bojack Horseman è bello e inaspettato. Chiude la storia con coerenza e grazia, due caratteristiche che spesso non contraddistinguono i finali di serie TV. Si occupa di tutti e mette a posto i pezzi (seppure con una strana gestione dei tempi, tra rallentamenti inutili e corse forsennate) con l’attenzione che solitamente si riserva a un oggetto prezioso, unico e rarissimo. Bojack Horseman finisce e noi non possiamo fare altro che rimanere fermi (immobili) a contemplare i titoli che scorrono perché qualunque commento immediato sarebbe ridondante e inutile. Ci vogliono parecchi minuti (ore, giorni) per metabolizzare che l’epilogo è arrivato per davvero e che quella serie TV incredibile, quella che ci faceva stare malissimo, ma che riusciva sempre a ispirarci a essere migliori, quella serie TV è finita per davvero.
Ma quindi come finisce Bojack Horseman? Se non avete visto l’epilogo saltate a piè pari questo paragrafo e tornate a leggerci quando avrete recuperato.
Bojack Horseman: spiegazione del finale della serie TV
Tutti i protagonisti sistemano in qualche modo le loro vite. Todd fa finalmente pace con la madre, vive con gioia la sua relazione a-sessuale e gestisce l’asilo all’interno dell’agenzia di Princess Carolyn. Quest’ultima ha trovato l’amore in Judah, il suo assistente. I due si sposano nell’episodio finale e tutto lascia intendere che quello che li aspetta sia un vero e proprio “e vissero felici e contenti”. Vi sfidiamo a rimanere a occhio asciutto durante la dichiarazione d’amore di Judah: è un momento d’infinita tenerezza.
Lascia un buon sapore anche il finale di Diane, la quale supera la profonda (e magistralmente raccontata) depressione che la attanagliava anche grazie al suo fidanzato perfetto Guy. L’uomo, con pazienza e tanto, tanto amore, le permette di ricominciare a vivere e, per la prima volta nella sua esistenza, potrebbe davvero essere felice. Intanto il suo ex marito, Mr. Peanutbutter ha visto svanire la sua storia con la giovane Pickles, ma lui è sempre il solito: nulla lo turba. Lo salutiamo, in parte, con l’inaugurazione del restauro alla scritta Hollywoo, alla quale viene erroneamente aggiunta una B, invece che una D. Ora lo Star System americano ha una nuova sede: a Hollywoob tutto è possibile.
E infine c’è Bojack. Tutto lascia pensare che il suo epilogo sarà tragico. Sembra ovvio che l’unica soluzione ai suoi problemi e alla sua esistenza tanto travagliata sia il suicidio. In fondo ci ha provato tante volte a essere migliore: nulla ha mai funzionato. Nel penultimo episodio i giochi sembrano fatti. Bojack è caduto nella piscina della sua vecchia villa, è strafatto e ha perso la voglia di lottare: sta morendo. Nella sua testa, quello che vediamo, è un trip che raccoglie in una casa, a una cena fatta di ricordi e rimpianti, coloro che sono morti prima di lui, che l’hanno lasciato a vivere le conseguenze. C’è l’attore Corduroy Jackson-Jackson, sua ex co-star, morto per asfissia erotica. C’è suo padre (con le sembianze dell’eroe Secretariat). C’è sua madre, astiosa e delusa. C’è Herb Kazzaz, l’ideatore e sceneggiatore di Horsin’ Around e suo migliore amico, morto di cancro e colmo d’odio nei suoi confronti. C’è Zach Braff, che nella serie è morto per mano di Jessica Biel, e c’è Sarah Lynn che Bojack avrebbe potuto salvare.
È un trip spaventoso e rivelatore, commovente e tragico. Eppure, in maniera totalmente inaspettata, Bojack sopravvive. Viene salvato e condannato per l’effrazione nella sua vecchia casa. La detenzione gli permette di ripulirsi (di nuovo), con lo spauracchio della dipendenza sempre presente. Ci dice addio in libertà vigilata, grazie a un permesso che ottiene per partecipare al matrimonio di Princess Carolyn. I discorsi aperti vengono chiusi e ci si domanda se questa volta le cose andranno davvero diversamente. L’unica cosa da fare è provare e riprovare, dice il saggio Todd. Nell’attesa che le cose precipitino di nuovo per poi risalire e cadere ancora giù – come sempre accade nella vita – la felicità va contemplata, magari accanto a un amico, sotto il cielo stellato.
Nei primi otto episodi di questa sesta stagione ci eravamo chiesti se l’uomo-cavallo ci sarebbe mancato e la risposta era stata un sicurissimo “da morire”. Ma noi a Bojack e compagnia vogliamo bene, auguriamo loro il meglio e il regalo d’addio migliore è quello di immaginare che le cose rimangano come nell’epilogo disegnato da Raphael Bob-Waksberg. Permettiamo a ognuno di loro di godersi questo momento di felicità. E buona vita a tutti.