Perché Bridget Jones è ancora così attuale?
Sono passati oltre due decenni eppure il personaggio di Bridget Jones resta ancora così attuale nel raccontare il mondo femminile.
Goffe, imbranate, sarcastiche, romantiche, insicure del proprio aspetto: ogni donna si è sentita almeno una volta nella vita come Bridget Jones. Quando il personaggio interpretato da Renée Zellweger ha fatto il suo debutto sul grande schermo, il suo spirito da antieroina frustrata, eppure mai rassegnata all’idea di trovare il vero amore, ha colpito nel segno: Bridget è una trentenne londinese che cerca un senso alla sua vita. Single, innamorata persa del suo capo, ha dei vizi che vorrebbe (invano) abbandonare, ed è incline alle figuracce. Ogni anno si ripromette di smettere di bere e fumare – cosa in cui puntualmente fallisce – e annota le sue (dis)avventure nell’ormai iconico diario. Nel corso di due decenni Bridget Jones è maturata, capendo come gestire al meglio le relazioni, ma non smette mai di andare alla continua scoperta di se stessa. Da antieroina è diventata una sorta di eroina del mondo femminile: ma perché continua ad essere così attuale ancora oggi?
Bridget Jones: un modello femminile che si è evoluto nel tempo rispondendo alle esigenze della società
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Bridget Jones si ama o si odia, ma senza dubbio è uno dei personaggi femminili fittizi che meglio di tutti ha raccontato l’universo femminile in tutte le sue sfaccettature. Le sue origini le conosciamo: il personaggio è basato sul romanzo omonimo di Helen Fielding, che a sua volta si è ispirata ad alcune sue rubriche di successo per il The Independent e The Daily Telegraph. La storia de Il diario di Bridget Jones, inoltre, è ispirata anche all’opera di Jane Austen Orgoglio e Pregiudizio. Bridget è un’eroina moderna e anticonvenzionale per certi versi lontana dalla Elizabeth Bennet del romanzo: beve, fuma, è in sovrappeso e dice tante parolacce. A volte è volgare senza neanche rendersene conto. Bridget Jones è un uragano che travolge emotivamente due uomini diversissimi tra loro: uno è il suo capo spavaldo e playboy Daniel Cleaver (interpretato al cinema da Hugh Grant), l’altro è Mark Darcy (Colin Firth), un avvocato dei diritti umani. Il primo si dimostra sfacciato, il secondo sembra freddo nei suoi confronti. Ma è solo apparenza.
Entrambi sono in realtà impauriti dalla forte personalità di Bridget Jones poiché li costringe ad uscire dalla loro comfort zone di “uomini senza sprezzo del pericolo” per confrontarsi con paure e ansie che neanche loro sapevano di avere. Il romanzo della Fielding, uscito nel 1996, è perciò molto moderno e presenta un modello femminile fuori dagli schemi. Bridget cambia negli anni, adattandosi alla società che evolve e a quelle normative morali che le impongono di essere in un certo modo (più magra, più indipendente, più bella) ma quel timore di restare da sola non la abbandona mai. Quante volte ci siamo illuse di piacere a un uomo, ne veniamo sedotte, e poi mollate? Il personaggio della Zellweger capisce che per potersi abbandonare completamente a qualcuno deve prima imparare ad amare se stessa. Per questo motivo alla fine dei primi due film, Bridget sceglie sempre Mark, poiché è l’unico che l’ha sempre apprezzata per quello che è. La protagonista impara a non cambiare se stessa o il suo aspetto fisico per piacere a un uomo, ma capisce di dover trasformare quelle sue insicurezze in punti di forza.
Bridget Jones: Un amore di ragazzo è (finalmente) il film più maturo e definitivo?
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Sono passati oltre vent’anni dal primo film di Bridget Jones, e quasi dieci dal terzo capitolo: era quindi necessario produrne un quarto? La prima domanda che ci si pone guardando Bridget Jones: Un amore di ragazzo è cosa il film vuole raccontarci. L’eroina londinese ha passato le varie fasi di ogni donna: da trentenne single e insoddisfatta a quarantenne in carriera e mamma all’improvviso. Bridget Jones è arrivata alla soglia dei cinquant’anni, ma le sue eterne insicurezze non l’hanno lasciata. Cerca di nuovo l’amore dopo la morte di Mark, e si invaghisce di un ragazzo molto più giovane di lei (interpretato da Leo Woodall), seguendo un trend del momento. La donna matura piace, meglio se è anche una mamma in carriera (perché non bisogna mai rinunciare ai sogni e alla propria indipendenza). La differenza d’età può pesare in una relazione, ed ecco che il destino le mette sulla strada Mr. Wallaker (Chiwetel Ejiofor), l’insegnante dei suoi figli. Bridget è ormai una donna cambiata, anche se in perenne lotta con se stessa, specialmente ora che Mark non c’è più: è davvero giusto ricominciare da capo con un altro uomo?
Bridget Jones – Un amore di ragazzo può essere il film della maturazione della nostra eroina, se non quello definitivo, in cui il personaggio iconico di Renée Zellweger mette la parola fine ai suoi decenni di ansie e paure, presentandola come una donna sicura di sé e del suo aspetto, grazie al nuovo amore giovane che la fa riscoprire sexy e sfacciata (come la Bridget di vent’anni fa). E’ pur vero che una donna non ha bisogno del principe azzurro al suo fianco per sentirsi apprezzata, ma Bridget Jones è una storia d’amore in fin dei conti: racconta la relazione che abbiamo con noi stesse, con il nostro fisico e i sentimenti. Solo passando attraverso amori sbagliati e scelte errate, possiamo davvero capire chi siamo.