Bruce Campbell: ritratto di un’icona del cinema di genere
In un panorama cinematografico in cui gli attori spesso preferiscono interpretare eroi presentati come uomini senza macchia, dai saldi principi morali e dalle caratteristiche esclusivamente positive, c’è un attore che si è invece distinto per avere interpretato sempre dei veri e propri antieroi imperfetti, squallidi, corrotti e caratterizzati da un’irresistibile e corrosiva ironia, spesso protagonisti di film di genere o dichiaratamente di serie B: il suo nome è Bruce Campbell, a cui oggi dedichiamo queste poche e sentite righe celebrative.
Un antieroe di nome Bruce Campbell: l’omaggio a un attore ironico e dai mille volti
– Ti succhierò l’anima!
– Vieni a prenderla.
La carriera di Bruce Campbell è indissolubilmente legata a quella del suo amico fraterno Sam Raimi, che fin dai suoi esordi lo scelse per dare volto e corpo ai protagonisti dei propri film, a partire dal celeberrimo protagonista de La Casa Ash. Gran parte del merito del successo di questa pellicola, poi diventata una saga che a oggi conta su tre episodi, un remake e una serie televisiva, è infatti da attribuire proprio a Bruce Campbell, che con il suo carisma, la sua presenza scenica e la sua incredibile mimica facciale ha donato umanità e ironia a un personaggio diventato un’icona dell’horror. Il nostro ha l’opportunità di offrire il meglio di sè soprattutto nel secondo e nel terzo capitolo della serie, ovvero La casa 2 e L’armata delle tenebre, in cui Sam Raimi sfonda definitivamente i confini dell’horror in favore del fantasy e della commedia demenziale. Campbell dà fondo a tutto il suo repertorio di comicità slapstick, esaltandosi completa la trasformazione del suo personaggio da ragazzo impacciato e inesperto in un eroe sfrontato, rozzo e volgare, che affronta i nemici a colpi di sberleffi e frasi a effetto volutamente esagerate e caricate. L’attore ha basato su questo tipo di personaggio gran parte della sua carriera, attirandosi popolarità e simpatia anche nel mondo dei B-movie, a cui si è generosamente concesso, alternando lavori con registi del calibro dell’amico Raimi, John Carpenter e i fratelli Coen a produzioni dal budget irrisorio, fra cui segnaliamo Alien Apocalypse, Terminal Invasion e Man with the Screaming Brain. La popolarità di Bruce Campbell nel corso degli anni si è sempre attestata su ottimi livelli, grazie anche alla sua partecipazione alle serie televisive Hercules, Xena – Principessa guerriera e Burn Notice, permettendogli così di riprendere il suo vecchio ruolo di Ash in Ash vs Evil Dead, con cui ha riscosso un consenso pressoché unanime di critica e pubblico.
Bruce Campbell non ha mai smesso di fare ironia e soprattutto autoironia sui personaggi e sui tormentoni che hanno accompagnato il suo percorso professionale, cercando continuamente il contatto con i propri fan alle varie convention del settore. Questo atteggiamento lo ha portato a interpretare anche un’imperdibile caricatura di sé stesso nell’esilarante My name is Bruce, da lui stesso diretto. L’attore mette in scena una versione degradata e deprimente della sua vita e della sua carriera, in cui si districa fra produzioni a basso budget per tirare a campare, problemi di alcolismo e un suo fan esagitato di una piccola cittadina dell’Oregon, che, fondendo l’interprete con i personaggi da lui impersonati, decide di chiamarlo per combattere la minaccia portata da un temibile demone. Un film esagerato, imperfetto e senza pretese, ma anche appassionato e divertito, con cui i fan di Campbell possono ripercorrere il cammino cinematografico di questo inclassificabile.
Bruce Campbell ha saputo dimostrare tutta la sua poliedricità nello spassoso e folle Bubba Ho-Tep di Don Coscarelli, basato sull’altrettanto riuscito romanzo breve di Joe R. Lansdale. In questa imperdibile pellicola, il nostro interpreta nientepopodimeno che un Elvis Presley ancora vivo e rinchiuso in un ospizio, che insieme a un anziano di colore convinto di essere John Fitzgerald Kennedy si ritrova a combattere una temibile mummia egiziana assetata di vite umane. Con una trama del genere e un attore come lui di mezzo non c’è da meravigliarsi che anche in questo caso siano l’ironia e il grottesco a farla da padrona, ma in questa pellicola Campbell lascia anche intuire le sue potenzialità da attore drammatico, imprimendo un’impronta a tratti profonda e malinconica a un personaggio come al solito burbero e sboccato.
Le doti comiche, il carisma e la presenza scenica di Bruce Campbell ci fanno pensare che se il nostro avesse preso decisioni migliori e più comode forse oggi staremmo parlando di una carriera dal profilo ben diverso, probabilmente più popolare ma anche meno entusiasmante e appassionante. Come diceva Milton però, Meglio regnare all’inferno che servire in paradiso, e oggi siamo invece di fronte a un attore che ha scelto di dedicare il suo talento a personaggi grotteschi, sardonici e irriverenti, al servizio di storie impossibili e forse anche infantili, che hanno però il pregio di scuotere l’animo e la fantasia degli spettatori desiderosi di sfuggire dall’omologazione e dal già visto. Celebriamo così una vera e propria icona del cinema di genere, che ci auguriamo di vedere ancora a lungo alle prese con demoni e mostri di ogni tipo, perché a volte il male va combattuto col sorriso sulle labbra, con arroganza e magari con la celeberrima motosega di Ash attaccata a un braccio.
Sì, certo, potevo restare nel passato. Avrei fatto una vita da re. Ma non mi posso lamentare: a mio modo, sono un re.