Che pasticcio, Bridget Jones!: 10 curiosità sul sequel
Che pasticcio Bridget Jones, sequel del successo Il diario di Bridget Jones, tra citazioni e aneddoti su un fenomeno mondiale, ecco qualche curiosità
Che pasticcio, Bridget Jones! è il sequel di un film che ha registrato tra i maggior incassi del 2001, esattamente al 14º posto in termini di guadagni assoluti dell’anno nel mondo. Ma ciò che ha reso celebre il primo Il diario di Bridget Jones, adattamento del romanzo di Helen Fielding, è aver conquistato migliaia di telespettatori, diventando il simbolo di tutte quelle donne che, almeno una volta nella vita, si saranno trovare nella situazione di Bridget. La protagonista della trilogia di Bridget Jones è interpretata da Renée Zellweger e rappresenta una donna con una particolare qualità nel ritrovarsi in situazioni amorose problematiche, innamorata dell’idea dell’amore e che ogni anno si ripromette di cambiare vita e di tenersi lontana dai guai, ma che finisce con il fare sempre gli stessi errori. Un’anti-eroina con la quale è facile immedesimarsi. E che anche per questo rende il film, ancora oggi, uno dei più visti e apprezzati di sempre. Leggero, fresco e brillante, è una commedia romantica sentimentale che ha segnato un’epoca e che è stata considerata innovativa e in certi casi rivoluzionaria.
Che pasticcio, Bridget Jones! è uscito nel 2004 e, anche se non ha avuto il successo del primo, ha comunque reso possibile un ulteriore sequel Birdget Jones’s Baby del 2016. Nel cast principale del film si ritrovano gli stessi protagonisti del primo capitolo: Renée Zellweger nei panni di Bridget Jones, Colin Firth in quelli di Mark Darcy e Hugh Grant nel ruolo di Daniel Cleaver. Ma oltre ad essere diventato un fenomeno mondiale, cosa si cela dietro il film e qual’è il segreto del suo successo? Ecco qualche curiosità su una delle pellicole più iconiche del genere.
Che pasticcio, Bridget Jones!: da una rubrica alla narrativa, fino al grande schermo, i passi di un fenomeno globale
L’adattamento cinematografico del romanzo di Helen Fielding prende ispirazione da due prodotti molto diversi, il primo è la serie tv del 1995 Orgoglio e pregiudizio, di cui la scrittrice della saga letteraria era una grande fan, il secondo è un progetto della Fielding stessa: una rubrica pubblicata sul quotidiano britannico The Independent. La rubrica rappresentava, per ogni episodio, una donna di 30 anni , single, alle prese con la ricerca dell’amore e della stabilità, un personaggio di fantasia che rappresentava la realtà, anche quella più scomoda. L’inaspettato successo ha portato Helen Fielding a scriverne un romanzo, acclamato da pubblico e critica che è poi approdato sul grande schermo. Ecco 10 curiosità sul film.
Le polemiche per un’ottima scelta
Per il ruolo di Bridget Jones che ormai viene automaticamente associato alla bionda Renée Zellweger erano state proposte altre attrici tra cui Kate Winslet, Helena Bonam Carter, Toni Collette e Tilda Swinton. La scena di Renée Zellweger fu azzardata, oltre a rivelarsi poi perfetta, dato che suscitò non poche polemiche per aver scelto un’attrice americana per interpretare una giovane donna inglese. Proteste che l’attrice si aspettava, tanto da trovare subito il modo per calarsi ancor di più nel personaggio.
Che pasticcio, Bridget Jones!, 2 film: 4 diete
Tra ciò che Renée Zellweger dovette fare per diventare la Bridget Jones che tutti conosciamo, fu una dieta ricca di grassi e carboidrati che la fece ingrassare di 12 chili, e uno studio dell’accento inglese con un’insegnante di dizione (per il primo film lavorò addirittura in una casa editrice per calarsi ancor di più nel personaggio). Inoltre ha dovuto fumare un numero imprecisato di sigarette alle erbe sul set, dato che Bridget ha una dipendenza da nicotina, mentre la Zellweger detesta il fumo profondamente.
Dal 1800 al 2000: un Darcy per 200 anni
I riferimenti alla serie tv Orgoglio e pregiudizio sono riconducibili al personaggio interpretato da Colin Firth che nel film ha il nome di Mark Darcy. Darcy era il cognome di uno dei personaggi dello show, ma non solo, Fitzwilliam Darcy era interpretato proprio da Colin Firth. L’interpretazione del signor Darcy di Colin Firth in Orgoglio e pregiudizio fu una delle performance preferite della Fielding che da subito lo immaginò nel ruolo di Mark.
Un cambio di regia che ha comunque portato a un terzo sequel
Che pasticcio, Bridget Jones! è l’unico dei tre film a non essere girato da Sharon McGuire, grande amica della Fielding, ma è stato diretto da Beeban Kidron, regista britannica impegnata nel sociale e nel cinema come mezzo di comunicazione fondamentale da utilizzare nelle scuole.
Un terzo personaggio che sarebbe stato apprezzato
In Che pasticcio, Bridget Jones!, era previsto un altro attore nei panni di un personaggi pronto a sconvolgere nuovamente i piani e a mettere in crisi la vita sentimentale della protagonista. Non si sa perché fu poi abbandonata come idea né ulteriori dettagli, la certezza è pero che a interpretarlo sarebbe dovuto essere George Clooney.
Un personaggio troppo iconico per cambiarlo
L’ultimo film della trilogia di Bridget Jones non si ispira ai romanzi della Fielding che si differenzia anche per il titolo: Bridget Jones, un amore di ragazzo, dove la protagonista è vedova e madre di due figli e non ha quasi nulla a che vedere con le disavventure che Bridget continua ad avere nel terzo film. Gli aspetti diversi riguardando anche l’eta di Bridget, 50enne nel libro, 43enne nel film, e la presenza di Mark Darcy che nel film è vivo e vegeto.
L’importanza della sospensione dell’incredulità
La scena di lotta tra Mark e Daniel, interpretato da Hugh Grant non è coreografata: i due attori hanno realmente lottato tra di loro per aggiungere una maggiore verosimiglianza.
Che pasticcio, Bridget Jones!: riferimenti a un’intramontabile film del 1961
L’appartamento di Bridget Jones prende ispirazione da un’altra commedia romantica celebre, anche se molto diversa, Colazione da Tiffany: uno stile anni ’50 retrò caratterizzato da colori a tinte calde e chiare.
Senza dimenticare Notting Hill
Il ruolo di Daniel Cleaver per Hugh Grant è stato uno dei primi che ha visto l’attore come un antagonista che abbandona il ruolo dell’eroe romantico per interpretare un uomo cinico, un donnaiolo schiavo dei vizi e dell’egocentrismo.