Chernobyl 1986: la storia vera dietro al film Netflix
Basato sul drammatico disastro nucleare, il film Netflix Chernobyl 1986 di Danila Kozlovsky modifica in parte la Storia di trentacinque anni fa per adattarla alle esigenze di finzione cinematografica.
Disponibile su Netflix dal 21 luglio 2021 e diretto da Danila Kozlovsky, il film drammatico Chernobyl 1986, racconta della tumultuosa relazione di una giovane coppia nel mezzo di una calamità impensabile. Mentre le radiazioni filtrano attraverso la città e il reattore nucleare minaccia di esplodere di nuovo con conseguenze ancora più disastrose, una manciata di uomini coraggiosi, i cosiddetti ‘liquidatori’, si offrono volontari in quella che sembra una missione suicida per cercare di evitare un altro disastro. Ma quanto di ciò che vediamo in Chernobyl 1986 è realmente accaduto? Scopriamolo nel nostro approfondimento.
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Chernobyl 1986 è basato su una storia vera?
Come vediamo nelle scene iniziali, il film trae ispirazione da eventi storici ma contiene personaggi di finzione. Il disastro di Chernobyl del 1986 fa da sfondo alla storia di due amanti, Olga (Oksana Akinshina) e Alexey (interpretato dallo stesso regista), e la storia li segue mentre le loro vite sono irreversibilmente cambiate dagli effetti dell’incidente nucleare.
Il film, scritto da Elena Ivanova e Aleksey Kazakov, è fedele nel ricostruire alcuni dettagli relativi alla calamità nucleare, avvenuta il 26 aprile del 1986. La città di Pripyat, in cui vivono i personaggi infatti, si riferisce alla vera città dal medesimo nome, istituita negli anni ’70 per supportare la vicina centrale nucleare di Chernobyl. Questo spiega anche perché, nel film, all’interno della città sovietica tutti sembrano essere in qualche modo collegati alla centrale elettrica. Inoltre, come si vede, è stato il reattore n. 4 ad esplodere, e la città di Pripyat fu costretta ad evacuare per essere definitivamente abbandonata, così come la vediamo oggi.
Ma sono proprio gli eventi storici ad essere stati parzialmente modificati per adattarli alla trama. In particolare, dopo la prima esplosione, vediamo i funzionari e gli esperti riunirsi per discutere sulla possibilità di una “esplosione di vapore” e della conseguente diffusione incontrollata di radiazioni nucleari in tutta l’Europa occidentale e in Russia. Alla fine, il personaggio principale Alexey è in grado di evitare l’esplosione di vapore drenando le riserve di refrigerante sotto il reattore.
In realtà, purtroppo, un’esplosione di vapore si è verificata davvero in quel fatidico giorno del 1986 ed è stata una delle due che hanno distrutto il reattore. La contaminazione nucleare si è effettivamente diffusa in parti dell’Europa occidentale e dell’URSS, in particolare nella vicina Bielorussia, che ha ricevuto circa il 70% della ricaduta di particelle. Il fuoco del nucleo rimasto aperto all’atmosfera ha continuato a diffondere materiali radioattivi molti giorni dopo le esplosioni.
Alexey e Olga, e gli eroi del 26 aprile 1986
I personaggi immaginari del film russo sembrano dunque rappresentare gli effetti devastanti della tragedia a livello personale. Il giovane figlio di Olga, Alex, assiste all’esplosione (cosa che sarebbe stata improbabile nella vita reale poiché l’esplosione è avvenuta dopo l’1 di notte ora locale) ed entra in contatto con le radiazioni. La scelta inoltre di mostrare una madre alle prese con l’avvelenamento da radioemissioni alle quali è esposto il figlio, aggiunge peso al quoziente emotivo del film, che altrimenti si sarebbe perso nell’oggettività efferata dell’ispirazione fattuale.
Il personaggio principale del film, Alexey, è un vigile del fuoco che intraprende una missione suicida non una ma due volte ed è probabilmente il simbolo degli eroici veri vigili del fuoco che furono tra i primi ad arrivare sulla scena del disastro, esposti inconsciamente a livelli mortali di radiazioni. Allo stesso modo, il film menziona la corruzione agli alti livelli come parte nel disastro, il che allude vagamente alla cattiva gestione ‘colposa’ di alcuni funzionari dell’impianto, condannati nelle successive indagini e poi processati.
Il regista Danila Kozlovskiy è lui stesso cresciuto ascoltando testimonianze e ricostruzioni su Chernobyl, ma ha altresì affermato che molte di quelle storie nel corso del tempo si sono romanzate e dunque diventate parzialmente vere. Attraverso il suo lavoro, il cineasta russo ha cercato di portare in primo piano il dolore e le emozioni umane, facendo sentire gli spettatori collegati ai personaggi. “Spero di essere riuscito a creare un film che tocchi profondamente le emozioni del pubblico. E alla fine, è a questo che serve il cinema“, ha detto mentre descriveva l’effetto che sperava che il film avrebbe avuto sul pubblico di tutto il mondo.